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Asphyx - Incoming Death
29/09/2016
( 5126 letture )
Sono passati oramai quattro anni dall'uscita di Deathammer, che insieme all'esordio post-reunion sancito con Death... the Brutal Way, ha contribuito a dare una seconda e rigenerante vita agli Asphyx. Da allora, il gruppo non si è mai fermato, conquistando progressivamente ed instancabilmente sempre più proseliti ed uscendo in definitiva dallo status di "underrated", nel quale Van Drunen e soci erano di fatto relegati, se messi a paragone con altri colleghi che, con una proposta similare, hanno calamitato molto più interesse. Ma, si sa, anche la musica vive di revival e ce lo facciamo andare più che bene se questo ha aiutato gli Asphyx a guadagnarsi finalmente un posto ambito e meritato all'interno della scena. Il riconoscimento del loro valore artistico, nonostante sia arrivato molti -forse troppi- anni dopo l'uscita di capolavori indescrivibili quali sono The Rack (1991) e Last One on Earth (1992), li ha fatti riconoscere quasi all'unanimità come un gruppo di quelli che si possono annoverare tra gli "imprescindibili", etichetta un po' fastidiosa forse, ma che ben descrive l'importanza che ricoprono adesso tra tutti gli appassionati di death metal.

Ma arriviamo ad oggi, in cui la loro grandezza acquisita deve necessariamente confluire in una proposta musicale che rinnovi e rimarchi la loro indiscutibile posizione, in questo 2016 rappresentata da Incoming Death. C'era una certa attesa nei confronti del disco, come del resto accade per tutte le uscite targate Asphyx, ma questa volta è stato diverso, anche per via del fatto che questo è il primo lavoro a non vedere la partecipazione dello storico batterista e fondatore Bob Bachgus. La sua recente dipartita ha sancito un cambiamento significativo nei ranghi della band, anche se avremo modo di continuare a seguirlo con i suoi Soulburn, dove per altro troviamo un'altra vecchia conoscenza "asphyxiana", il talentuoso ex-chitarrista Eric Daniels. A sostituirlo, troviamo Stefan 'Tormentor' Hüskens, una garanzia per coloro che conoscono molto bene i suoi Desaster, letale combo black/thrash tedesca, e che quindi hanno tirato un sospiro di sollievo nel sapere che sarebbe stato lui a rivestire un ruolo così spinoso. Tutte premesse buonissime, insomma, che ci hanno fatto approcciare a Incoming Death con un umore molto positivo ed ottimista. E, di fatti, scorrendo gli undici pezzi di cui è composto l'album, ci troviamo di fronte ad una formazione che dimostra di aver preso con estrema naturalezza questo passaggio di testimone e che entra a gamba tesa già col primo pezzo, Candiru, dove Tormentor miete subito le sue prime vittime con colpi di batteria velocissimi ed annichilenti. L'effetto mitragliatrice si avrà per quasi tutta la durata del full length, con quei pochi rallentamenti doom che gli Asphyx da sempre mescolano alle loro radici più old school death metal, ma che in questo caso assumono un sapore decisamente diverso. Se nei primi lavori il doom era presente per rendere ancora più cupa e letale la loro proposta musicale, in questo caso, invece, non possiamo non notare un certo ammorbidimento. Nel caso di The Grand Denial, ad esempio, l'incursione delle chitarre, nello smorzare l'incedere frettoloso di tutto il pezzo, ne modificano l'atmosfera, facendola virare su tonalità più impalpabili. Non che sia un male, ho trovato interessante il fatto che all'interno del brano ci fosse una varietà nell'uso delle chitarre e che la track implodesse in sé stessa con un finale più acustico, ma non è di certo la malinconia il sentimento che mi ha fatto innamorare degli Asphyx, sentimento che invece ho trovato molto presente in questo Incoming Death. Se dobbiamo rintracciare linee doom più marcate, dobbiamo chiamare in causa Subterra Incognita, un pezzo molto bello, ma dove il doom, tuttavia, viene evocato più per l'incedere molto rallentato, che per la volontà di trasmettere sensazioni disturbate ed un certo disagio emotivo. Anche in questo caso, la track si accartoccia su sé stessa nel finale, con una straniante ed inaspettata parte di piano.

Siamo, insomma, di fronte ad un bell'album, molto variegato, dove si corre tantissimo ma si hanno anche molti momenti di respiro, ma dove ho la sensazione che l'approccio più melodico abbia modificato il significato che prima ricoprivano gli Asphyx rispetto a quello che possono rappresentare adesso. Alcune soluzioni di chitarra, tra l'altro, ho avuto il sentore che stiano progressivamente facendo appiattire le differenze che prima c'erano con gli Hail of Bullets. E' chiaro che la mano compositiva di Paul Baayens (che continua a militare negli HOB, nonostante l'allontanamento di Van Drunen) sia parte in causa in questa similitidune e non è di certo mia intenzione concentrarmi esclusivamente su questo aspetto per giudicare in maniera negativa un seppur buon album come lo è senza ombra di dubbio Incoming Death. A parte la titletrack, che ho trovato un po' scontata, i pezzi sono buoni ed in particolare Forerunners Of The Apocalypse, scelta come secondo singolo, è tra i migliori di tutto l'album. Ma resta un po' di ambivalenza nel trovarsi davanti ad un lavoro che è da ritenere oggettivamente al di sopra della media, se paragonato alle nuove uscite, ma che si rivela semplicemente buono, se incastonato all'interno della discografia degli Asphyx.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
87.62 su 27 voti [ VOTA]
DEEP BLUE
Mercoledì 19 Maggio 2021, 9.04.45
28
qualcuno dovrebbe dire agli Asphyx che nella vita si può cambiare genere musicale ogni tanto. Urge ascolto del White album per capire come si fa.
Guitarboi
Giovedì 30 Aprile 2020, 20.19.45
27
Che discone, voto 98
Aceshigh
Mercoledì 28 Agosto 2019, 15.01.12
26
Riascoltato oggi. Grande band e grande album, da quando si sono riformati non hanno sbagliato un colpo. Sound sempre riconoscibilissimo, così come il timbro catarroso del mitico Van Drunen. Voto 82
Agony
Lunedì 2 Ottobre 2017, 7.51.23
25
Concordo con @lisablack qui ci siamo voto 80/100
lisablack
Sabato 27 Maggio 2017, 16.18.36
24
Bell'album come sempre per una band che fino ad ora, per me, è stata ottima, senza sbagliare un colpo. Giusto il voto.
Make Metal Great Again
Martedì 23 Maggio 2017, 18.19.31
23
Boh, bei pezzi presi singolarmente, ma ormai sono perfettamente intercambiabili con qualsiasi traccia degli Hail Of Bullets e dei Grand Supreme Bllod Court... Che senso ha portare avanti 3 progetti se fai sempre la stessa cosa, alla fine della fiera? Dai, il mestiere c'è, un paio di bei pezzi pure, 70 tondo e via. Cartellino timbrato anche questa volta. Ma fino a quando?
LexLutor
Venerdì 13 Gennaio 2017, 13.53.27
22
Buono. Ma non eccellente come deathhammer, che per me è un capolavoro
Jorg
Lunedì 10 Ottobre 2016, 20.03.50
21
A me è piaciuta tantissimo. 90
Doomale
Lunedì 3 Ottobre 2016, 16.07.25
20
Finito di ascoltare da poco...il solito ottimo disco. Garanzie. 8 pieno.
Galilee
Lunedì 3 Ottobre 2016, 15.30.56
19
Quoto in parte il discorso del cespuglio. Però il fatto che un disco sia più importante storicamente non sta a significare che sia anche più appagante dal punto di vista dell'ascolto, e nemmeno da altri, tipo produzione, tecnica etc etc.. Ho 3 album degli Asphyx , questo no. Ho ascoltato 3 canzoni e mi sono piaciute ma è un po poco.
Pacino
Lunedì 3 Ottobre 2016, 15.21.25
18
te non sai niente di cosa mi piace ascoltare, dagli Asphyx mi piace ascoltare questo come per tutti gli altri che li ascoltano, per le altre cose ci sono altre band! Gli Asphyx non hanno niente da dimostrare e suonano quello che vogliono e sanno fare meglio, mi sembra un assurdità criticarli per questo!
L'adoratore del cespuglietto muliebre
Lunedì 3 Ottobre 2016, 15.09.10
17
1) Non dico la stessa cosa, ma sostengo ed argomento la mia posizione rispondendo alle domande. 2) Quello che dici: "c'é tutto quello che la gente vuole sentire dagli Asphyx" conferma la mia tesi cioè che gli Asphyx o sono incapaci di fare qualcosa di diverso o la loro è una scelta commerciale. 3) E tu l'hai capito che ti piace ascoltare sempre la stessa cosa? Saluti.
Pacino
Lunedì 3 Ottobre 2016, 14.43.10
16
c'é tutto quello che la gente vuole sentire dagli Asphyx, sono 4 commenti che dici la stessa cosa, basta no!? E di certo non fai cambiare idea a nessuno, restano una grande band di death old school, capito di cosa stiamo parlando? Death old school!!!
L'adoratore del cespuglietto muliebre
Lunedì 3 Ottobre 2016, 14.20.14
15
No, non credo che la scrittura sia meno importante dell'innovazione, né mi pare di averlo detto. Sono ovviamente importanti entrambe. È chiaro che un The Razor's Edge, sebbene successivo, è migliore di un Flick Of The Switch o di un Blow Up Your Video, proprio perché "più ispirato". Tuttavia lo reputo storicamente meno importante di High Voltage. E credo che anche tu sarai d'accordo con me, almeno su questo. Ma fammi capire, secondo te in questo Incoming c'è una scrittura particolarmente brillante? O ti risulta che gli Asphyx abbiamo delle grandi doti compositive? Perché a me non sembra che qui stiamo di fonte a chissà cosa. Io non vedo niente di rimarchevole né nella scrittura né nei testi né nei suoni. Niente di niente. Rifanno la stessa cosa da sempre... A che serve quest'ultimo album? Mi sembrate un po' troppo indulgenti con questa band.
galilee
Sabato 1 Ottobre 2016, 18.19.06
14
Da quello che scrivi sembra che a te del songwriting importi poco. Per me puoi suonare anche sempre la stessa se riesci a scrivere sempre canzoni vincenti e di carattere.
L'adoratore del cespuglietto muliebre
Sabato 1 Ottobre 2016, 18.12.36
13
Tra The Rack ed i successivi preferisco il primo -e l'ho scritto- perché ha un valore "storico". La novità degli Asphyx era più che altro nel suono, novità introdotta, appunto, col primo album. Tutta sta tecnica ed abilità compositiva degli Asphyx non la vedo né prima né dopo LOOE. AC/DC e Motorhead li ascolto come ho ascoltato gli Asphyx. Quella è musica con la quale sono cresciuto per cui ha ed avrà sempre un valore affettivo. Se però devo dare un giudizio critico devo essere spietato. E non ho certo problemi ad ammettere che anche AC/DC e Motorhead hanno abusato della stessa formula per troppi anni. Cosa peraltro conclamata. Comunque confondi un po' le cose, non ho detto che siccome questa è musica che mi sfracella le palle -e comunque dopo 2 o 3 canzoni- allora chi l'ascolta è un pubblico di poche pretese. Ritengo un pubblico di poche pretese chi si accontenta dell'ennesima fotocopia. Che è un altro discorso: non di gusti, quindi, ma di approccio musicale.
galilee
Sabato 1 Ottobre 2016, 17.58.50
12
Secondo me uno può anche esagerare se è quello che si sente di fare. Se i Tiamat non avessero esagerato Wildhoney e DKOS non sarebbero mai usciti. Insomma, non esiste una regola fissa. Ogni artista è un mondo a se.
lisablack
Sabato 1 Ottobre 2016, 17.39.38
11
Faccio un esempio..un'artista può anche sperimentare, ma lo deve fare con un certo criterio, senza esagerare..sennò vengono fuori oscenità come Illud dei Morbid Angel, o l'ultimo degli In Flames che devono essere skizzati di cervello..
ignis
Sabato 1 Ottobre 2016, 17.36.56
10
A volte, anziché cambiare, si preferisce ripercorrere lo stesso solco, approfondendolo.
galilee
Sabato 1 Ottobre 2016, 17.25.33
9
O magari tu non sei in sintonia con il loro sound e non riesci ad apprezzarne le varie sfaccettature. Inoltre non è che se a te sfracellano le palle la proposta musicale deve per forza essere destinata ad un pubblico poco pretenzioso. Tanto per dire tra the Rack e LOOE c'e un bel passo avanti sia tecnico che compostivo abbastanza evidente. Inoltre sono le canzoni che contano. Domanda, con gli Ac/DC ti sei fermato ad High Voltage? Con i Motorhead a overkill?
lisablack
Sabato 1 Ottobre 2016, 17.23.16
8
Loro fanno quello che amano, quello che piace al loro pubblico..se a te viene il giramento di palle, non so che dirti. Il discorso dell'artista che deve cambiare e sperimentare x forza è giusto, fino ad un certo punto..però.
L'adoratore del cespuglietto muliebre
Sabato 1 Ottobre 2016, 17.12.44
7
Ottimi livelli? Per me i loro sono album decenti, non ottimi, tranne il primo che ha un valore storico... nel contesto del sottogenere, ovviamente. Quest'ultimo è per me appena sufficiente. Perché cambiare? Perché, se sei un artista, cambiare e sperimentare è il tuo mestiere, altrimenti sei una macchina fotocopiatrice. Perché mi conviene riascoltare The Rack rispetto al quale quest'ultimo Incoming non aggiunge neanche una virgola. Infine perché -e l'ho detto prima- le mie povere palle dopo 2-3 canzoni non ce a fanno più. Ora, dopo che io ti ho risposto, rispondimi tu: gli Asphyx sono incapaci di fare qualcosa di diverso o la loro è una scelta commerciale?
lisablack
Sabato 1 Ottobre 2016, 16.43.06
6
Mah..suonano death da anni sempre su ottimi livelli, perché cambiare? Che senso ha? Rovinare una carriera, un nome per cosa?
L'adoratore del cespuglietto muliebre
Sabato 1 Ottobre 2016, 16.30.51
5
Questi fanno da sempre le stesse 4 cose. Alle prime 2-3 canzoni mi posso anche esaltare, ma poi le mie povere palle non ce la fanno più. C'è un fetta di pubblico, evidentemente di poche pretese, che vuole solo quella roba lì. E loro gliela vendono. Quindi il dubbio è tra giudicarli incapaci di proporre altro o ritenerli commerciali...
Tatore
Venerdì 30 Settembre 2016, 19.12.33
4
Al momento l'ho ascoltato due volte e già alla seconda è migliorato. Spero ci sarà un'escalation come per Deathhammer. Ma se devo dirla tutta, per ora sono un po' titubante. Si vedrà Per ora il voto personale è in linea con la recensione.
Pacino
Venerdì 30 Settembre 2016, 7.21.52
3
Manifesto old school! voto 86
lisablack
Giovedì 29 Settembre 2016, 21.26.02
2
Me lo metto in lista anch'io..quest'anno mi rovino sul serio!
Doomale
Giovedì 29 Settembre 2016, 21.22.56
1
Ancora devo ascoltarlo...ma penso sia una bella bomba da quello che ho letto!..Bene pure questo in lista..poi attenderò pure gli altrettanto grandi Hail of Bullets. Ripasso dopo gli ascolti.
INFORMAZIONI
2016
Century Media Records
Death
Tracklist
1. Candiru
2. Division Brandenburg
3. Wardroid
4. The Feeder
5. It Came From The Skies
6. The Grand Denial
7. Incoming Death
8. Forerunners Of The Apocalypse
9. Subterra Incognita
10. Wildland Fire
11. Death: The Only Immortal
Line Up
Martin Van Drunen (Voce)
Paul Baayens (Chitarra)
Alwin Zuur (Basso)
Stefan Huskens (Batteria)
 
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