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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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01/10/2016
( 2542 letture )
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Si sente spesso dire, più che altro da parte di persone che hanno superato da un pezzo i vent'anni -ma non solo- che la scena metal non propone più alcuna novità dagli anni 80. Se è verosimile che questa affermazione potrebbe recare in sé un fondo di verità (nel senso che numericamente si sono forse effettivamente ridotte), il fatto da tenere presente è che con l'età si tende talvolta a fossilizzarsi in ascolti di conserva, che non richiedano troppi sforzi interpretativi e, contemporaneamente, siano rassicuranti del fatto che i propri tempi erano "i tempi". In realtà, anche gli anni successivi alla golden age del metal hanno prodotto correnti e band esaltanti dal punto di vista qualitativo. Qualunque sia il genere preciso al quale volete assegnarlo, uno di questi gruppi è quello degli Isis. Nati a Boston come prodotto di sintesi delle tendenze più moderne del metal e della società del tempo nel segno del lavoro portato avanti dai Neurosis, dopo la preparazione del terreno con una serie di EP che di realmente minore avevano solo la durata connaturata al formato (tranne forse per Sawblade), i ragazzi riuniti da Aaron Turner della Hydra Head, giunsero all'incisione di Celestial, fondamentale esordio sulla lunga distanza.
Musica ossessiva, opprimente, angosciante, perfetta per chiudere un millennio da superare in fretta e per aprirne uno che si annunciava terrorizzante. Specialmente per l'individuo come singola entità, sempre più schiacciata da meccanismi troppo più grandi di lui. Celestial focalizzava la propria attenzione sul rapporto tra questo individuo e la tecnologia, un dramma con un copione già scritto col sangue della mente. Completata la formazione e dopo aver utilizzato gli EP per rodare la propria formula musicale, quasi priva di baricentro -come l'uomo contemporaneo, del resto- con Celestial gli Isis arrivano ad un concreto abbozzo dello stile e del messaggio, formulando una proposta concettualmente articolata, con l'idea di una Torre di Controllo che pilota l'umanità verso una sorta di "Borghizzazione", ma anche della musica, coerentemente fusa con i testi. Ritmi plumbei, arrangiamenti ossessivi ed ossessionanti, strumenti e voci che urlano il disagio dell'uomo; sono questi gli elementi costitutivi della musica di Celestial. In questo tessuto metallico psico-industriale, l'elettronica viene inserita in maniera così naturalmente contronatura, da risultare centrale nell'economia della proposta. L'ascolto di Celestial (The Tower), se condotto con la mente imbevuta di questi concetti, è un'esperienza tanto esaltante quanto destabilizzante. Nonostante un'apparente rassegnazione che potrebbe scaturire da una posizione così dimessa dell'uomo, singolo inutile e collettività umiliata al tempo stesso, la violenza e la disperazione, sono componenti che vengono inevitabilmente fuori come geyser tenuti compressi da una forza superiore, che poi esplodono ciecamente, senza più alcun controllo. Glisten; Swarm Reigns (Down) e soprattutto Decostructing Towers, strumentale che in quanto tale rinuncia a comunicare tramite voce per affidarsi al puro disagio sonoro, sono paradigmi in musica. Eppure, tratti di eleganza vengono fuori da questo marasma in C.F.T. (New Circuitry And Continued Evolution), con gli altri brani a gravitare su uno standard qualitativo simile a quelli espressamente citati.
Con Celestial gli Isis producono un disco di grande spessore, ma non ancora svincolato dai modelli che hanno contribuito a dare vita al gruppo. Mogway, Godflesh, Neurosis ed altri vengono fuori a tratti, quasi in una summa ipotetica del loro lavoro e di quello di altri gruppi a loro accostabili. Eppure, la drammaticità dell'album -pur non perfettamente a fuoco- la disintegrazione di certi riferimenti tenuti fermi per anni e il concept sinistro, pongono Celestial nel novero di quei lavori da conoscere assolutamente per interpretare correttamente la scena dei dieci anni successivi. Ed ancora una volta, tenere la mente aperta alle novità, saper interpretare i propri tempi anche respirando le opere d'arte che ne catturano lo spirito e ne anticipano gli sviluppi, è alla base della propria esistenza in vita. Al di là di quanto scritto sui documenti. Che siate ventenni curiosi della vita od abbiate ottenuto da tempo la cittadinanza onoraria della "terra degli 'anta", certi dischi e certi gruppi sono cibo per la mente. O per le vostre paure.
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12
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Il primo vagito di una band straordinaria che purtroppo è durata troppo poco ma ci ha lasciato 5 dischi grandiosi..... Qui erano ancora alla ricerca della propria identità che poi sfocerà in pieno dal disco successivo in poi.....l'accoppiata Oceanic - Panopticon secondo me raggiunge la perfezione.... Indimenticabili!
Ossequi! |
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11
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Esigua discografia? Meglio pochi ma buoni!!! Questo mi manca, spero sia ancora in catalogo. |
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10
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grande band. grande album. tutto il resto sono chiacchiere. |
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9
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Molto bello! |
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8
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Lo so, non ne dubitavo figuati. Comunque 5 dischi non mi sembra poi così esigua. Va beh, punti di vista. |
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7
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Esigua nel senso di limitata, piccola, hanno fatto solo cinque dischi. Non intendevo certo mediocre. |
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6
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Disco e band fondamentali per il genere. Esigua discografia? Non direi. |
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5
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Si sono sciolti anni ormai, saranno almeno 5-6 anni. |
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4
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Davvero si sono sciolti? Non lo sapevo, erano fantastici dannazione. |
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3
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Una delle band più incredibili che abbia mai ascoltato. Peccato si siano sciolti. Celestial è un album strepitoso, il primo tassello della loro esigua discografia. |
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2
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Gente decisamente poco vivace di mente. |
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Questa povera band che su facebook è stata attaccata da chi pensava che fossero dei terroristi |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. SGNL>01 2. Celestial (The Tower) 3. Glisten 4. Swarm Reigns (Down) 5. SGNL>02 6. Deconstructing Towers 7. SGNL>03 8. Collapse and Crush 9. C.F.T. (New Circuitry and Continued Evolution) 10. Gentle Time 11. SGNL>04 (End Transmission)
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Line Up
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Aaron Turner (Voce, chitarra) Michael Gallagher (Chitarra) Bryant Clifford Meyer (Chitarra, elettronica, voce in "Gentle Time") Jeff Caxide (Basso) Aaron Harris (Batteria)
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RECENSIONI |
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