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23/03/21
SWANS + NORMAN WESTBERG
ALCATRAZ - MILANO
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Iron Maiden - Edward the Great
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09/10/2016
( 2163 letture )
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Inutile negarlo: un album degli Iron Maiden si pone sempre su un canale preferenziale rispetto a tutto il resto; che si tratti di un disco di valore storico oppure no poco importa, alla base vi è uno dei monicker più importanti della storia dell’heavy metal e spesso basta questo per convincere un potenziale acquirente a compiere il passo decisivo. Ma ci sono tipologie di album che toccano il cuore soltanto dei collezionisti veri e propri, lasciando piuttosto interdetti tutti gli altri. Stiamo parlando delle fatidiche compilation (o greatest hits o best-of, che dir si voglia), utili per avere un quadro generale della produzione di una band fino a quel momento, ma ben poco interessanti per chi quella band già la conosce a menadito e sullo scaffale del negozio si aspetta solo di trovare nuovo materiale inedito. È raro che queste raccolte siano ben accolte dal pubblico e tantomeno che siano valutate favorevolmente dalla critica specializzata, la quale il più delle volte si limita a segnalarne l’uscita, ed è molto facile che finiscano dritte dritte in un angolino buio dello scaffale a prender polvere senza nemmeno essere ascoltate una volta dall’acquirente di turno. Certo, talvolta una compilation si può rivelare utile per avvicinare una nuova fascia di pubblico, magari giovani appassionati che preferiscono poche ma buone canzoni -molto più fruibili- a tanti diversi dischi da ascoltare singolarmente. Nel caso degli Iron Maiden, due sono state le raccolte pubblicate nella prima parte della loro carriera precedente agli anni Duemila: Best of the Beast del 1996 e Ed Hunter del 1999. Quest’ultimo, inoltre, includeva un videogioco di genere sparatutto per PC, che però si rivelò un’operazione commerciale fallimentare e non è ricordato molto positivamente dai fan della band britannica. Nel mese di novembre del 2002 uscirono ben due raccolte della Vergine di Ferro: il box set Eddie's Archive e Edward the Great, che tra tutte è forse quella meno interessante.
Osservando le tracce presenti nell’edizione originale, possiamo notare come questa raccolta non fu affatto pensata per pubblicizzare il recente Brave New World, dal quale fu presa la sola The Wickerman, ma piuttosto per rendere una volta di più onore ai migliori brani degli anni Ottanta, specialmente al capolavoro di Seventh Son of a Seventh Son, qui omaggiato con ben quattro estratti. L’assortimento delle tracce è abbastanza equilibrato, ma un altro dato che salta all’occhio è la totale assenza dei brani risalenti al periodo con Paul Di’Anno alla voce. Dischi dal valore assoluto come Iron Maiden e Killers sono stati quindi messi da parte senza mezze misure, una scelta voluta ma senz’altro opinabile. L’idea di fondo, per ammissione dello stesso Steve Harris, era quella di avvicinare coloro che ancora non conoscevano così bene gli Iron Maiden e non sapevano da quale album partire ad ascoltare la loro discografia. Per i fan più accaniti del gruppo e per tutti i collezionisti più sfegatati era stato invece pubblicato in quegli stessi giorni il box set cui abbiamo accennato poc'anzi -Eddie’s Archive- contenente ben tre doppi dischi (BBC Archives, Beast Over Hammersmith e Best of the B’Sides). Edward the Great venne invece ristampato nel 2005, con una tracklist differente che includeva alcuni brani del nuovo Dance of Death (Wildest Dreams e Rainmaker), una nuova versione live di Fear of the Dark, tratta da Death on the Road, e Brave New World, a discapito di The Clairvoyant, Infinite Dreams e Holy Smoke.
In definitiva, Edward the Great è una raccolta che non si può certo consigliare a chi conosce ormai a menadito ogni singola pubblicazione a nome Iron Maiden, ma può essere utile per far avvicinare quei pochi che ancora non hanno le idee chiare riguardo alla band inglese e vogliono iniziare a capirci qualcosa. Unico accorgimento: ricordate loro che la storia degli Iron Maiden non ha inizio nel 1982 con The Number of the Beast e che prima di Bruce Dickinson c’è stato un certo Paul Di’Anno e che i traguardi odierni raggiunti dalla formazione inglese sono un po’ anche merito suo.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Run to the Hills 2. The Number of the Beast 3. Flight of Icarus 4. The Trooper 5. 2 Minutes to Midnight 6. Wasted Years 7. Can I Play with Madness 8. The Evil That Men Do 9. The Clairvoyant 10. Infinite Dreams 11. Holy Smoke 12. Bring Your Daughter... to the Slaughter 13. Man on the Edge 14. Futureal 15. The Wicker Man 16. Fear of the Dark (live)
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Line Up
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Bruce Dickinson (Voce) Blaze Bayley (Voce su tracce 13 e 14) Dave Murray (Chitarra) Adrian Smith (Chitarra su tracce da 1 a 10, 15 e 16) Janick Gers (Chitarra su tracce 11, 12, 13, 14, 15 e 16) Steve Harris (Basso) Nicko McBrain (Batteria) Clive Burr (Batteria su tracce 1 e 2)
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