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Brick - Faceless Strangers
21/10/2016
( 1247 letture )
Gli svedesi Brick si formano nella città di Värnamo nel 2014, sebbene le loro basi fossero state gettate già l'anno precedente: alcuni degli attuali membri infatti cominciarono a suonare accompagnati da una vocalist donna, ma la cosa evidentemente non funzionò e partì quindi la ricerca di un cantante, trovato nella persona del polistrumentista Johan Hultgren, anch'egli -come tutti i suoi compagni- proveniente da band della scena locale, cosa che dà modo agli scandinavi di (auto)fregiarsi del titolo di "supergruppo". Con così tanta carne al fuoco, dunque, il risultato sarà all'altezza delle aspettative?

Partendo dal fatto che fuori dai confini nazionali le band di appartenenza dei vari musicisti sono pressocché sconosciute, a leggere le muse ispiratrici del sestetto c'è da farsi venire il mal di testa: si va dai The Haunted ai Pantera passando per Lamb Of God e Maiden giungendo infine a Blink 182, Sum 41 e Good Charlotte! E tutto questo a cosa porta? Semplicemente alla conclusione più ovvia: a nulla dei gruppi citati. Dovremmo infatti intuire le sonorità tipiche di Randy Blythe & Co solo perché nella parte iniziale di Bloody Mistress, per un attimo, udiamo una doppia cassa distorta? Sinceramente è già difficile distinguere il riff iniziale da quello della traccia precedente, Bagging Rainbows, perché la fantasia non sembra proprio il punto di forza degli scandinavi; le tracce si assomigliano tutte tra loro, illudendoci di quando in quando (come con Last Day) mentre la chitarra di Not Five Times or More parte bella aggressiva per poi sorreggere una canzonetta che più radiofonica non si potrebbe: un vero peccato, visto che pure l'assolo non sarebbe da buttare via. Del resto la tecnica degli strumentisti è senz'altro molto buona, ma essendo per la maggior parte messa al servizio di composizioni senza anima risulta soltanto uno spreco; le idee latitano e non c'è un solo brano che si ricordi alla fine dell'ascolto di Faceless Strangers. Qui si cerca -e si trova- la melodia "facile" con i vocalizzi di Hultgren il quale, sia chiaro, non ha una voce né stratosferica né tantomeno brutta, ma molto semplicemente non riesce a trasmettere nulla; si piazza una tastiera che suona come un pianoforte qua e là ma in alcuni episodi la presenza di Gurra Widerquist appare quasi fuori luogo -l'incipit di The Beast- quando addirittura non fa venire il latte alle ginocchia (vedi la titletrack). La produzione è moderna ed esplosiva, ma non riesce comunque a mascherare la pochezza di ispirazione che palesano i solchi dell'album.

Forse se i Brick riusciranno a focalizzare il songwriting verso un obiettivo preciso, anziché suonare un po' di tutto e niente, le loro capacità potranno venir fuori e risplendere di luce propria ma al momento, per dirla tutta, questo debut sembra un lavoro fatto per mettersi in mostra senza però saper bene dove andare a parare e nulla più: francamente troppo poco per una sedicente "superband". Ben suonato, ben prodotto, ben pubblicizzato ma invero piuttosto anonimo.



VOTO RECENSORE
52
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2016
Scarlet Records
Alternative Metal
Tracklist
1. The Beast
2. Bagging Rainbows
3. Bloody Mistress
4. Faceless Strangers
5. Last Day
6. Not Five Times or More
7. From My Hell and Back
8. Love Song
9. World of Lies
10. Megan
Line Up
Johan Hultgren (Voce)
Matte Lilja (Chitarra, Cori)
Stefan Bergstrand (Chitarra)
Erik "Gora" Göransson (Basso)
Gustav "Gurra" Widerquist (Tastiere)
Dado Hrnic (Batteria)
 
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