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Salem`s Bend - Salem`s Bend
21/10/2016
( 656 letture )
Lontanissimi dalla sbrilluccicante, modaiola e patinata Sunset Strip, ma radicati intimamente alla parte più oscura, polverosa e arida della Città degli Angeli i Salem’s Blend si lanciano sul mercato con il loro album d’esordio omonimo accompagnati dall’etichetta Ripple Music. Questo trio si va ad inserire in quel calderone che viene definito “retro-rock” in cui si possono trovare tutte quelle band che, innamorate dei gloriosi seventies, provano a ricrearne sound e atmosfere. Non tutti sono uguali: c’è chi prova semplicemente a scopiazzare senza offrire niente di veramente valido, e chi invece partendo dal glorioso passato prova a dire qualcosa di diverso.

I Salem’s Blend vanno assolutamente inseriti nella seconda categoria e in questo disco dimostrano ottime capacità compositive integrando in modo disinvolto strutture e sonorità che guardano con devozione agli anni 70 con in mente Sabbath e Zep, ma anche la scena psych con reminiscenze dai folli Hawkwind, con la potenza polverosa del più recente stoner e alternative nato dalla mente contorta di Josh Homme. Il risultato finale è un hard rock coinvolgente e frizzante, ma allo stesso tempo fumoso e onirico in cui il lavoro di produzione riesce nell’intento non banale di bilanciare queste due anime in modo convincente: suoni ben definiti, ma con la giusta quantità di distorsione e “confusione” che dona calore e autenticità alle tracce. L’opener, di cui esiste anche un disturbante video, Balshazzar si gioca tutta su un riff semplice e acido ripetuto all'ossessione, raddoppiato dal basso sporco e da una batteria insolitamente leggera; la voce di Bobby Parker è un po’ nascosta nel mix e altamente filtrata, ma contribuisce efficacemente alla creazione dell’atmosfera. Un potente riff alla maniera del baffuto di Birmingham apre Queen of the Desert che poi, come dice il titolo, si trasforma in una canzone polverosa, calda a tinte psych in cui convivono tanti cambi di tempo e atmosfera che la candidano ad una delle migliori del lotto. Nella strumentale Silverstruck governa il basso tonante di Donny Doom su cui in apertura ricama la sei corde per lasciare spazio ad uno stacco onirico e chiudersi in modo più tradizionale; Losing Sleep è un’altra song con un groove grasso, vitaminico e sabbathiano fino al midollo. Le atmosfere psichedeliche tornano protagoniste in apertura di Sun and Mist che si incendia sotto il sole dando vita ad un vigoroso e multiforme hard rock, situazione analoga per Mammoth Caravan che avrebbe fatto la sua ottima figura in una release “originale” dei seventies con la sua chiusura acustica che catapulta l’ascoltatore direttamente nel deserto. Chiude il disco A Tip of Salem, un proto-doom ossessivo alla trouble Trouble che poi prende quota seguendo l’insegnamento dei soliti quattro inglesi delle Midlands.

Pur inquadrabili in un filone affolatissmo di nuove uscite dalla qualità spesso altalenante i Salem’s Blend dimostrano di avere qualcosa di buono da dire, il sound convince perché nella sua essenza derivativa ha indubbiamente caratteristiche interessanti e differenzianti rispetto alla media. Per fare un salto di qualità importante questi ragazzi devono lavorare per valorizzare e far emergere questa personalità, sperando che la strana aria di “quella” Los Angeles faccia ancora una volta da catalizzatore.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2016
Ripple Music
Hard Rock
Tracklist
1. Balshazzar
2. Queen of the Desert
3. Silverstruck
4. Losing Sleep
5. Sun and Mist
6. Mammoth Caravan
7. A Tip of Salem
Line Up
Bobby Parker (Voce, Chitarra)
Donny Doom (Basso)
Felix Shapiro (Batteria)
 
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