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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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31/10/2016
( 1122 letture )
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Giunti al terzo disco della loro carriera, i canadesi Auroch si sono costruiti una schiera di fan sin dall’ottimo esordio From Forgotten Worlds (Hellthrasher Productions, 2012). Approdati poi su Profound Lore Records con Taman Shud (2014), il trio rilascia Mute Books. Una proposta sicuramente interessante quella dei canadesi, che mischia sonorità black e death in modo leggermente diverso da quello che ci si potrebbe aspettare.
Ciò che ha da sempre convinto della proposta dei canadesi è l’abilità nel costruire pezzi con riff sempre vari e ricercati, che sembrano un incrocio tra le chitarre dei vecchi Cryptosy, quelle dei Morbid Angel e che presenta richiami a gruppi come Mitochondrion e Portal. Va detto che rispetto a questi ultimi due gruppi, i canadesi suonano indubbiamente meno ostici, aiutandosi con una durata del disco molto contenuta. La mezz’ora di Mute Books scorre infatti molto rapidamente tra riff arzigogolati e rallentamenti sapientemente utilizzati; e già qui ci tocca complimentarci con il gruppo, perché uno dei fattori positivi del lavoro (ma anche dei precedenti dischi che vin invitiamo a recuperare) sta proprio nel riuscire ad essere concreti nonostante l’utilizzo di riff ben lontani dall’essere sempliciotti. Ed è proprio in questi casti che si sente quanto i Cryptopsy abbiano influenzato il modo di comporre del trio. Sorprende positivamente anche la capacità di suonar quadrati e mai noiosi anche in episodi come Billowing Vervain e Say Nothing, pezzi dalla durata di sette minuti in cui i nostri riescono a dare la massima espressione della loro personalità: un continuo alternarsi di riff furiosi, growl cavernoso, dissonanze e parti asfissianti. Tutto ciò ovviamente è inserito in un contesto sulfureo e da incubo creato grazie ad una produzione adattissima alle intenzioni dei musicisti.
Parlare di veri e propri difetti non avrebbe senso, in quanto Mute Books è un album che funziona così com’è stato concepito; l’intento è quello di accompagnare l’ascoltatore in una dimensione oscura e caotica in cui la musica riesca ad evocare scenari da incubo. Possiamo ire che gli Auroch, per la terza volta consecutiva riescono nell’intento, ed è davvero un peccato che siano ancora in pochi a conoscerli.
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Non capisco perchè mettete sempre in mezzo i morbid angel quando si parla di death estremo(ricordo pure per gli ad nauseam). Più che altro nominerei gli ulcerate, ma neanche troppo. Comunque è un ottimo disco, un buon 15 punti in più penso li meriti. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Billowing Vervain 2. He Wreaths the Cross 3. Say Nothing 4. Tipharethagirion 5. The Keeping 6. Her Bidding 7. Cup of Hemlock
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Line Up
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S.M. (Voce, Chitarra) S.H. (Basso, Voce) Z.C. (Batteria)
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RECENSIONI |
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