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19/04/24
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Serious Black - Mirrorworld
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06/11/2016
( 1936 letture )
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È arrivata la seconda fatica in casa Serious Black, giovane "super-gruppo" autore di un power metal melodico e di facile presa che a tre anni di distanza dalla sua nascita si ritrova con tour europei di tutto rispetto alle spalle costruiti sulle undici canzoni di un buon debutto intitolato As Daylight Breaks. Il nuovo lavoro, pubblicato per AFM Records come il precedente, porta il nome di Mirrorworld e non perde l'occasione di sottolineare e ribadire l'intenzione del progetto Serious Black, ovvero quella di imporsi come una delle realtà più interessanti nel proprio campo a livello internazionale, ma riuscendoci solo in parte.
Svezia, Repubblica Ceca, Grecia, Austria e Germania formano il melting pot Serious Black ed il curriculum dei musicisti parla da sé; Firewind, Visions of Atlantis, Bloodbound, sono solo alcuni dei nomi di rilievo da cui provengono i membri del gruppo. L'ex Helloween e Materplan Roland Grapow è stato sostituito da Bob Katsionis alla chitarra, mentre alla batteria di Thomas Stauch, storico "Bardo di Krefeld", è subentrata quella di Alex Holzwarth ormai definitivamente svincolato dagli impegni con i nostri cari Rhapsody of Fire. Tasso tecnico ed esperienza sono quindi più che assicurati, il rischio però è proprio quello di restare impantanati in questi due valori senza riuscire in particolari picchi compositivi. Se aggiungiamo il fatto che si tratta di sound già sentito e risentito il pericolo di un prodotto non esaltante è dietro l'angolo.
I nove brani di Mirrorworld (otto escludendo l'intro Breaking The Surface) si lasciano ascoltare piacevolmente senza però mai riuscire a far breccia nell'animo dell'ascoltatore. Già dall'opener As Long as I'm Alive si evincono tutti i punti forti della band; ottimo tiro, melodie pompose con le tastiere di Jan Vacik in primo piano e soprattutto la splendida e caratteristica voce di Urban Breed, unico vero valore aggiunto del disco per la poco più di mezz'ora di un platter a dire il vero un po' scarno. Castor Skies oltre ad essere uno dei pezzi più powereggianti e riusciti è anche il secondo singolo ufficiale estratto dall'album per il quale è stato realizzato anche un avvincente videoclip. Con le successive Heartbroken Soul e Dying Hearts invece i ritmi si fanno più leggeri trasformando il sound della band in un hard rock un po' scanzonato così come nella title-track poco più che sufficiente ma impreziosita da pregevoli virtuosismi delle sei corde. You're Not Alone sottolinea nuovamente come il meglio del gruppo venga fuori quando i singoli musicisti, in particolar modo Holzwarth dietro le pelli, sono liberi di premere sull'acceleratore mentre chiudono il cerchio State of My Despair che gode di una convincente accoppiata bridge-chorus e The Unborn Never Die forte di un semplice ma davvero incalzante tema chitarristico.
Insomma Mirrorworld con i suoi trentasei minuti di durata, seppur presentando qualche pezzo e soluzione vincente, alla fine entusiasma poco. Un lavoro ben confezionato, ben suonato, ben prodotto e con un bell'artwork, dove però la tecnica complessiva si rivela come una sorta di contentino per l'ascoltatore e non basta per compensare l'abbastanza evidente mancanza di contenuto. Non ci resta che aspettare la futura evoluzione di un super-sestetto che non ha certo bisogno di esperienza o maturazione per migliorare la propria proposta musicale ma piuttosto di uno schiarimento di idee e di un'identità decisamente più definita.
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3
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Un pò deludente se si considera che il debut era uno dei migliori dischi power degli ultimi anni. La mancanza di Grapow si sente eccome, consiglio di ascoltare le bonus track che sono tante e aumentano un pò la durata del disco (cosa assurda comunque metterle solo come bonus). The Life That You Want e This Machine is Broken sono carine, Castor Skies e Dying Heart anche, ma manca la sostanza. Peccato, mi aspettavo di più |
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2
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Ma Thomen non sta bene? Qualcuno sa qualcosa? |
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1
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Buon album anche se leggermente inferiore al debutto. Il cantante si conferma uno dei migliori in assoluto della scena power europea. Voto 74. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Breaking the Surface 2. As Long as I'm Alive 3. Castor Skies 4. Heartbroken Soul 5. Dying Hearts 6. You're Not Alone 7. Mirrorworld 8. State of My Despair 9. The Unborn Never Die
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Line Up
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Urban Breed (voce) Bob Katsionis (Chitarra) Dominik Sebastian (Chitarra) Jan Vacik (Tastiera) Mario Lochert (Basso) Alex Holzwarth (Batteria)
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RECENSIONI |
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