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19/04/24
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Joe Cocker - With a Little Help from my Friends
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15/11/2016
( 4561 letture )
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Era il 1969, era il tempo di Woodstock quando Joe Cocker pubblicava il suo debutto discografico con With A Little Help From My Friends, omonimo della canzone dei Beatles del 1967, ma brillante come una gemma unica: la sua voce e i brani proposti fanno parte del patrimonio musicale ed in questo album va poi sottolineata la partecipazione di di artisti incredibili, uno su tutti Jimmy Page degli Yarbirds e nello stesso anno impegnato nel debutto dei Led Zeppelin. Il 1969 insomma fu un anno incredibile per il rock con album che hanno segnato la musica in modo indelebile, The Who con Tommy, i King Crimson con l'immenso In The Court Of King Crimson, passando dai Pink Floyd con Ummagumma oltre a Nashville Skyline di Bob Dylan e Let It Bleed dei Rolling Stones; e poi Hot Rats di Frank Zappa, Abbey Road dei Beatles, il debutto degli Stooges, David Bowie con il suo Space Odditty, i Jethro Tull con Stand Up: potremmo continuare per ore a sciorinare dischi immensi e senza tempo che hanno segnato quello splendido anno marchiato a fuoco nella memoria di chiunque con il concerto di Woodstock a Bethel nello stato di New York che ha segnato un'epoca irripetibile ed unica.
Il giovane Joe Cocker da Sheffield in Inghilterra si affacciava in modo prorompente sulla scena musicale dell'epoca con un album incredibile, affascinante ed assolutamente unico. Il disco è composto da quattro brani inediti scritti da dal duo Cocker/Stainton e da ben otto cover con l'unicità della voce di Joe Cocker oltre ad ottimi arrangiamenti di brani già noti all'epoca che permetteranno agli stessi di trovare una nuova anima ed un suono assolutamente personale. Affrontare la disamina di un disco del genere non è certo impresa facile dal momento che non è possibile ''raccontare'' l'unicità di ogni singolo brano e nello stesso tempo tralasciare le emozioni che esso produce: basti pensare come la band ha stravolto la title track che apparteneva ai Beatles e che da un semplice e quadrato 4/4 è stata travisata in un ¾ con un andamento blues che ha dell'incredibile, la voce di Joe Cocker è impressionante in un crescendo unico ed assolutamente carico di pathos. Just Like A Woman di Bob Dylan prende forma sotto un immenso e malinconico cantato che regala un unica soluzione emozionale ad un brano senza tempo, la melodia vocale di Cocker contrasta con la durezza dell'originale, oltre all'organo che crea un'atmosfera unica ed infinita mentre la batteria accompagna il tutto con la delicatezza portata dall'armonia del basso, un brano infinito. Il disco è un collage di emozioni musicali che trasportano ben oltre il solo ascolto ma entrano dentro la carne, facendo vibrare il cuore e i pensieri viaggiano in ogni dove; Sandpaper Cadillac è una delle canzoni originali composte dalla band, un brano con un mood di altri tempi con un portamento dal vago sapore blues per aprirsi in un rock quasi psichedelico grazie anche ai continui cambi che trasportano la mente in un viaggio pindarico ed unico. La versione di Don't Let Me Be Misunderstood è davvero unica ed eccezionale, nel 1965 gli Animals la proposero con il loro stile unico ed era passato solo un anno dalla versione di Nina Simone che finalmente l'aveva registrata, ma Joe Cocker nel suo debutto riuscì a renderla ancor più emozionante grazie all'incredibile armonia musicale che seppe dare oltre che con la sua voce anche nella musicalità psichedelica che grazie alle parti centrali di organo divenne unica, anche se qualche anno dopo tornò alla ribalta riscuotendo un gran successo grazie alla versione disco dei Santa Esmeralda del 1977. Un disco di questo calibro è da ascoltare dall'inizio alla fine, un soul/blues/rock come Change In Louise è unica in ciò che riesce ad esprimere con la tonalità vocale di Joe Cocker e i cori che rafforzano l'emozionalità dell'ennesimo grande brano del disco; la chiusura è affidata a I Shall Be Released nuovamente di Bob Dylan, un brano intenso che parte dal testo carico di denuncia ma intriso di poesia, con un carcerato che comunque riesce a vedere oltre al muro, un prigioniero di guerra che ricorda la sua vita nella speranza più sublime di una rinascita oltre quelle sbarre; la forza del testo è rimarcata dall'incredibile emozione che la musica riesce a donare entrando in contatto con l'ascoltatore ed ancora una volta la voce di Joe Cocker risulta incredibilmente potente.
With A Little Help From My Friends è un disco unico, immenso, le parole sono di contorno ad un opera davvero impressionante tenendo conto l'incredibile discografia uscita solo in quell'anno; la musica e gli ospiti che appartengono al mondo, che hanno forgiato migliaia di musicisti e cantanti e che ancora oggi a quasi cinquanta anni di distanza riesce ad essere protagonista di un'emozione devastante. Un disco imprescindibile in ogni collezione che si rispetti, un disco per rendersi conto da dove arriviamo e chi siamo, un disco con il quale è possibile innamorarsi oppure dimenticare i dolori e le sconfitte perché brilla di una luce propria ed assolutamente unica.
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4
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Ottimo.....vedendo apparire le varie recensioni in serie suo dischi di Joe Cocker mi è venuta l'ispirazione per il sottofondo musicale che andrò a mettere tra poco in casa mentre si giocherà a carte per un sabato sera tranquillo..... Ossequi! |
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3
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L'esibizione di Woodstock ha indubbiamente lanciato JOE COCKER nell'olimpo degli Dei, ma non avrebbe potuto essere altrimenti. Voce unica ed indiscutibile che mette daccordo praticamente tutti. Come dice il Marchese di Fremont andava bene anche la lista della spesa. Tuttavia, alcuni pezzi di questo storico debutto, li ho sempre trovati eccessivamente datati o troppo bizzarri (Marjorine). Quelli riusciti invece danno la misura del carisma Soul di JOE. |
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2
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Qui si parla di un mito. Avrò cantato With a Little Help... per anni, dopo che rimasi impressionato dalla performance a Woodstock. Ma Cocker è uno di quelli interpreti che se gli dai da cantare la lista della spesa, ti tira fuori un pezzo intriso di blues e di emozione. Ovviamente non mi manca questa perla di album. Un grande. Au revoir. |
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1
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Tante cover cantate come solo lui sapeva fare con il picco nella tittle-track (uno dei rarissimi casi se non l'unico in cui il rifacimento supera l'originale dei Beatles) ; Marjorine con Page e il grande misconosciuto Albert Lee; il blues di Bye bye blackbird e la classica Don't let me be...80 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Feelin' Alright 2. Bye Bye Blackbird 3. Change In Louise 4. Marjorine 5. Just Like A Woman 6. Do I Still Figure In Your Life 7. Sandpaper Cadillac 8. Don't Let Me Be Misunderstood 9. With A Little Help From My Friend 10. I Shall Be Released
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Line Up
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Joe Cocker (Voce)
Musicisti Ospiti Brenda Holloway (Cori nella traccia 1) Patrice Holloway (Cori nella traccia 1) Merry Clayton (Cori nella traccia 1) Madeline Bell (Cori nelle tracce 2, 6 9) Rosetta Hightower (Cori nelle tracce 2 e 9) Sue Wheetman (Cori nelle tracce 3, 6, 9 e 10) Sunny Whetman (Cori nelle tracce 3, 6, 9 e 10) David Cohen (Chitarra nella traccia 1) Tony Visconti (Chitarra nella traccia 2) Jimmy Page (Chitarra nelle tracce 2, 4, 5, 7 e 9) Henry McCullough (Chitarra nelle tracce 3, 6, 8 e 10) Albert Lee (Chitarra nella traccia 4) Artie Butler (Piano nella traccia 1) Chris Stainton (Piano nelle tracce 2, 3, 4 e 7, Organo nelle tracce 2 e 7, Basso nelle tracce 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9 e 10) Tommy Eyre (Piano nella traccia 5, Organo nelle tracce 8 e 9) Matthew Fishr (Organo nella traccia 5) Stevie Winwood (Organo nelle tracce 6 e 10) Carol Kaye (Basso nella traccia 1) Paul Humphrey (Batteria nella traccia 1) Clem Cattini (Batteria nelle tracce 2, 4 e 7) Mike Kellie (Batteria nelle tracce 3, 6 e 10) B.J. Wilson (Batteria nelle tracce 5 e 9) Kenny (Batteria nella traccia 8) Laudir (Tumba, Maracas nella traccia 1)
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RECENSIONI |
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