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The Answer - Solas
19/11/2016
( 2136 letture )
Qualcosa è cambiato in casa The Answer. Per molti, sarà facile fare un salto indietro e tornare al 2006, quando il fortunato singolo Under the Sky proruppe in molte radio di settore, lanciando la carriera dei ragazzi irlandesi, con il loro hard rock venato di blues e alternative, molto americano nelle sonorità eppure chiaramente legato ad eredità zeppeliniane e con un certo rimando anche all’operato degli australiani AC/DC. Il tutto coronato da refrain immediati e contagiosi, strillati alla morte da un Cormac Neeson già in possesso di una potenza notevole. Da allora, dieci anni e cinque album sono passati e alla luce di quanto suonato dalla band con i successivi Everyday Demons, Revival e New Horizon, sembrava difficile credere che la loro musica potesse avere una reale evoluzione. Sembrava insomma che il gruppo avesse trovato sin da subito la sua cifra stilistica e avesse deciso che quella musica semplice, epidermica, contagiosa, fosse tutto quello di cui avevano bisogno. Ebbene, fare previsioni a lungo termine nella musica a quanto pare è davvero come sparare un colpo rivolti al cielo e pensare di centrare così una cometa di passaggio. Già il precedente Raise a Little Hell aveva infatti messo in chiaro che la band stava cercando di spostarsi dai vecchi confini, con canzoni più articolate e un’atmosfera generale appena meno solare delle precedenti uscite. Ma niente faceva presagire che qualcosa di davvero grave stesse per succedere. Si sa che i grandi cambiamenti spesso nascono da esperienze personali che rimettono in discussione tutto quello che ritenevamo essere accertato: nel caso specifico, la nascita del primogenito di Cormac Neeson, evento che avrebbe dovuto essere carico di gioia e che invece si è rivelato un momento drammatico, col piccolo nato prematuro e costretto a combattere per la propria vita per tre lunghi mesi, con i genitori ad assistere inermi di fronte alla tremenda battaglia che si consumava davanti ai loro occhi, in lunghi e tetri corridoi d’ospedale. Un evento che sembrava mettere addirittura in dubbio l’esistenza della band e che Neeson ha sentito il bisogno di sfogare cambiando decisamente l’approccio alla composizione e riscoprendo le radici gaeliche e irlandesi del gruppo, sostenuto dagli altri, anch’essi convinti che fosse arrivato il momento per rimettere in discussione tutto.

Il termine gaelico “Solas” sta per “luce” e rimanda alle radici culturali del quartetto, verso una canzone ed un video che non ci saremmo mai aspettati di associare ai The Answer. Il brano è infatti dannatamente oscuro, evocativo, molto moderno nei suoni, con batteria e basso che conducono il gioco sul quale le chitarre giocano a colorare le atmosfere e la voce recitativa di Neeson gioca un ruolo fondamentale, quasi da moderno stregone; un brano che potremmo quasi definire di folk moderno, che sembra provenire dall’abisso degli incubi di quei lunghi e tremendi tre mesi di attesa, in bilico tra vita e morte. Decisamente qualcosa è cambiato e pur evidenziando alcuni piccoli difetti, difficile non ritenere di trovarsi di fronte una splendida canzone, emozionante e carica di pathos. Il cambiamento prende poi una forma ancora più netta nella successiva Beautiful World, brano drammatico, con un retrogusto quasi industrial che colora un hard rock modernissimo nei suoni e nella costruzione del brano, con Neeson che ancora una volta cerca un modo diverso dal solito di interpretare il brano, dando uno spessore notevole al proprio cantato. Altro centro pieno, pur in un territorio ancora diverso rispetto alla canzone d’apertura. Se lo spaesamento comincia a farsi avanti, ecco che Battle Cry introduce un ulteriore elemento: la canzone è infatti un classico brano folk semiacustico, solare e piacevole, con una lunga coda strumentale, decisamente più vicino a quanto rilasciato in precedenza dalla band, che però conferma la molteplicità delle sfumature messo in campo in Solas. Untrue Colors ritorna su lidi alternative/hard rock, con un riff che sembra preso dagli Smashing Pumpkins, non fosse per l’interpretazione blueseggiante di Neeson, che però sul refrain ritorna su sonorità alternative. Brano piacevole e molto melodico ed ennesima variazione sul tema. Si torna ad atmosfere semiacustiche con In This Land, molto simile nell’approccio a Battle Cry. Thief of Light è uno splendido brano retto da un arpeggio acustico, sul quale si adagiano dei vocalizzi che ricordano quelli di All Alone dei Mad Season, inframezzati dalla bella strofa corale e sottolineati dall’ottimo lavoro al basso di Micky Waters, fino all’ingresso della batteria a metà brano. Being Begotten sposa atmosfere quasi western, sempre condotte da un arpeggio e dal cantato di Neeson, con i cori di sottofondo. Non imprescindibile, ma comunque dotata di un certo fascino. Let Me Standing è quanto di più vicino al classico sound The Answer che abbiamo ascoltato finora e siamo all’ottavo brano, in particolare nel refrain, classico della band, che spezza una strofa in realtà piuttosto tendente all’alternative. Demon Driven Man riprende un andamento blues, con le chitarre e il mandolino a cercare l’elemento folk agreste che sembra piacere molto alla band in questa uscita. Piacevolissimo il duetto vocale in Real Life Dreamers, classico brano cadenzato blueseggiante, con tanto di slide e, nuovamente, chitarra acustica ad accompagnare una bella linee melodica. Chiude Tunnel e ancora una volta abbiamo un brano semiacustico, di impianto soul/blues, con tanto di organo in sottofondo, cantato splendidamente da Neeson e con Mahon in prima vista nell’assolo.

Arrivati in fondo all’ascolto, ci troviamo di fronte a qualcosa di inaspettato dai ragazzi irlandesi. Decisamente meno diretto e immediato degli album che lo hanno preceduto, Solas gioca invece moltissimo su atmosfera e melodia, introducendo svariati nuovi elementi nella musica della band. L’abbondante ricorso ad atmosfere folk, strumenti acustici e a tempi medi, in particolare nella parte centrale dell’album, spostano il mood del disco verso una profondità inedita e ricca di sfaccettature, ma potrebbe costituire un problema per chi preferiva l’impatto rovente degli album precedenti. Allo stesso modo, il particolare e riuscitissimo taglio moderno dei primi due brani, per quanto poi molto diversi tra loro, sembrava indicare una via del tutto nuova per il gruppo, che viene però totalmente abbandonata nel resto del disco, col risultato di restare quasi un corpo estraneo, un esperimento, all’interno di un album che sembra non voler dare mai un punto di riferimento all’ascoltatore e che, di conseguenza, rischia di dare l’impressione che neanche la band sappia esattamente dove voglia andare a parare. Le canzoni ci sono, sono tutte piuttosto valide e difficilmente troverete negli undici episodi che compongono l’album un brano brutto o meno che piacevole, anche se non tutti possono dirsi memorabili, anzi. Nel complesso risulta quindi abbastanza difficile dare un giudizio esaustivo: da un lato è da premiare la volontà di fare qualcosa di diverso, di riscoprire le radici folk e culturali irlandesi, di dare maggior spazio alla sezione ritmica, con Waters in grande spolvero, così come dare a Cormac Neeson la possibilità di variare il proprio approccio, con risultati ottimi, a conferma del suo grande talento di vocalist e non solo di screamer. D’altro lato, l’eccessiva frammentazione dell’approccio e il ricorso davvero massiccio a brani semiacustici potrebbe scoraggiare molti dall’arrivare in fondo ad un disco assai poco dinamico e molto riflessivo. Canzoni come Solas, Beautiful World, Battle Cry e Thief of Light non sono nate per caso, ci vuole un gran talento per costruire brani del genere, eppure sono le sole ad ergersi davvero oltre una buona media che però diventa un po’ stancante lungo il percorso. Solas ci dice in definitiva solo che qualcosa è davvero cambiato per i The Answer, ma dove questo cambiamento voglia portare, ancora è poco chiaro.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
84.2 su 5 voti [ VOTA]
Rob Fleming
Domenica 21 Ottobre 2018, 11.17.39
7
Alla fine non l'ho commentato. Un album eccezionale ed emozionante. Per quanto mi riguarda il loro più bello e vario. Solas, Being Begotten, Real Life Dreamers e Battle Cry sono perle assolute. 85
Rob Fleming
Martedì 22 Novembre 2016, 11.04.39
6
Lo sto facendo ora. Grazie
Metal Shock
Martedì 22 Novembre 2016, 8.52.29
5
@Rob Fleming: se leggi questo commento, scusa se non ti ho risposto prima ma quando entro nel sito e vedo ultimi commenti c'è sempre solo quello dei Metallica! Comunque come dice Lizard a me è proprio piaciuto il disco, tranne un paio di brani non sembrano neanche i The Answer, grazie sopratutto alle influenze folk. Io prima di prenderlo ti consiglio di ascoltarlo con cura, con internet si può oggi, io lo faccio sempre, ma questo è entrato nella lista del prossimo pacco cd da comprare di sicuro!
Lizard
Lunedì 21 Novembre 2016, 15.15.51
4
Ti è proprio piaciuto, Metal Shock!
Rob Fleming
Lunedì 21 Novembre 2016, 14.52.54
3
@Metal Shock: io ho preso i primi due e mi son fermato. Dici che invece vale la pena dar loro un'altra possibilità?
Metal Shock
Lunedì 21 Novembre 2016, 14.43.50
2
Gia` dalle anteprime ci si doveva aspettare un disco diverso da quanto fatto prima, ed effettivamente la band irlandese ha tirato fuori un lavoro con influenze diverse, sopratutto folk della propria terra natia, dando alle stampe un disco bellissimo. Proprio la grande vatieta`, unita alla grande prova della band, fa di questo disco probabilmente il migliore mai fatto. Si arriva alla fine delle undici canzoni letteralmente stregati dal sound creato, e per me i brani piu` folk sono quelli piu` belli ed originali, con una grande prova di Cormac. Album per me da 90!
Deris
Lunedì 21 Novembre 2016, 14.17.38
1
Grandiosi....grandiosi veramente
INFORMAZIONI
2016
Napalm Records
Hard Rock
Tracklist
1. Solas
2. Beautiful World
3. Battle Cry
4. Untrue Colors
5. In This Land
6. Thief of Light
7. Being Begotten
8. Let Me Standing
9. Demon Driven Man
10. Real Life Dreamers
11. Tunnel
Line Up
Cormac Neeson (Voce)
Paul Mahon (Chitarra)
Micky Waters (Basso)
James Heatley (Batteria)

Musicisti Ospiti
Fiona O’Kane (Voce su traccia 10)
 
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