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 19/04/24
𝐍𝐎𝐃𝐄
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Monte Pittman - Inverted Grasp of Balance
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26/11/2016
( 1245 letture )
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Monte Lee Pittman è un compositore, cantante e chitarrista texano, noto ai più specialmente per aver collaborato in sede live con artisti mainstream del calibro di Madonna ed Adam Lambert. Decisamente molto più interessanti per noi sono però le svariate collaborazioni e i progetti paralleli in ambito metal di cui la carriera del barbuto chitarrista statunitense è piena. Lo troviamo, infatti, già attivo verso la metà degli anni 90 come capofila dell’interessante band Myra Mains e successivamente nella line-up dei Prong dal 2002 al 2009 nonché nell’album Sängerkrieg degli In Extremo nel 2008. L’instancabile Monte Pittman vanta altresì un progetto solista. L’omonima band Monte Pittman mosse infatti i primi passi qualche anno fa con l’album The Deepest Dark, per poi proseguire con altri due album ufficiali che in verità non riscossero particolari menzioni, tanto da passare piuttosto inosservati. Non domo, il poliedrico chitarrista, sotto l’egida questa volta della nota Metal Blade, torna caparbiamente sulle scene con un nuovo album dal titolo Inverted Grasp of Balance, che si fa subito notare, oltre che per la singolare copertina dai toni oscuri, per i musicisti coinvolti. Oltre all’eclettico chitarrista, spiccano infatti tra le file della band i nomi di due mostri sacri della scena metal: Richard Christy, già batterista di Death, Iced Earth e Charred Walls of the Damned e Billy Sheehan King, bassista tra gli altri di Steve Vai e Mr. Big.
Considerate le premesse, non stupisce che ad avere questo disco tra le mani ne scaturisca un mix di curiosità e positiva fiducia. Inverted Grasp of Balance mantiene in pieno le aspettative, convincendo in particolare per la massiccia varietà compositiva di riff e assoli, nonché per la notevole compattezza e solidità della sezione ritmica: semplice e lineare quando serve, ma altrettanto selvaggia e complessa in svariati passaggi. Si ascoltino a tal proposito i brani Arisen In Broad Daylight e Guilty Pleasure, in cui la poliedricità tecnica dei musicisti impegnati restituisce un’amalgama sonora decisamente coinvolgente e assolutamente non banale. Così come del resto fa già intuire l’opener Panic Attack che, dopo una breve introduzione chitarristica, regala un’accelerazione degna di nota. Le coordinate su cui si muovono i Monte Pittman sono quelle di un metalcore molto tecnico, strutturato però anche da passaggi più classici d’ispirazione groove e thrash di cui si possono infatti intravedere, per citarne un paio, Pantera, Black Label Society e ovviamente Prong. Ogni episodio di questo Inverted Grasp of Balance meriterebbe una descrizione più puntuale, ad ogni modo ci sentiamo in dovere di citare anche la delicata Cadabra che precede la sincopata Pride Comes Before the Fall, episodi dal feeling distante tra loro, ma che ascoltati in sequenza restituiscono in maniera efficace, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’abilità del chitarrista statunitense nel comporre e riportare in musica sensazioni diversissime in un prodotto personale e non banale. Citazioni ai Pantera compaiono ancora più chiaramente all’attacco di Be Very Afraid, il brano forse un po’ meno originale del lotto, ma che ben presto si fa dimenticare dalla cascata di note della furia assordante di Obliterated, picco tecnico compositivo dell’intero album che farà impazzire gli amanti delle sei corde e non solo.
Le sorprese, però, non finiscono qui, perché Skeleton Key e New Blood Keeps Us Alive, intelligentemente posizionate in chiusura, regalano una parentesi rinfrescante dopo oltre quaranta minuti sfrenati; si tratta di una vera e propria digressione conclusiva di un lavoro ricchissimo, forse troppo, di spunti e sensazioni. Giunti alla fine di Inverted Grasp of Balance, infatti, ci rimangono in testa una miriade di pensieri e, dobbiamo ammetterlo, anche un po’ di stanchezza. Seppur promosso a pieni voti, questo disco pecca in parte nell’eccessiva lunghezza in funzione della complessità musicale proposta, ma del resto i Monte Pittman necessitano di un ascolto attento e dedicato e, a conti fatti, ne vale decisamente la pena.
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3
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Conoscevo Monte per i trascorsi nei Prong, ma non avevo mai sentito un suo lavoro, ma devo dire che questo disco mi ha colpito positivamente. Un buon album di heavy/thrash, con ottimi musicisti che hanno creato ottime canzoni sulla scia sopratutto di Prong, Pantera e Black Label Society. Sia quando spingono sull`accelleratore che nei brani piu` pacati la band fa un notevole lavoro, impreziosito dalla voce di Monte che calza a pennello. Solo un appunto al recensore: nella rece si usa il termine metalcore per me ingiustamente, perche` di metalcore qui non ne sento. Heavy thrash lo trovo piu` giusto. Disco da 80 pieno. |
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2
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Ho ascoltato il singolo, non male non male il ragazzo ci sa fare con la materia. |
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1
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Molto interessante questa formazione. Ci darò un ascolto quanto prima |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Panic Attack
2. Arisen in Broad Daylight
3. Guilty Pleasure
4. The Times Are Changing
5. Double Edged Sword
6. Cadabra
7. Pride Comes Before the Fall
8. California
9. Be Very Afraid
10. Obliterated
11. Skeleton Key
12. New Blood Keeps Us Alive
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Line Up
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Monte Pittman (Voce Chitarra)
Billy Sheehan King (Basso)
Richard Christy (Batteria)
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RECENSIONI |
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