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19/04/24
GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
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08/12/2016
( 3180 letture )
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[..] Y’all motherfuckers get offended by anything.
Attila: un nome che faceva tremare impero bizantino ed impero romano e che ora fa tremare la scena del metal moderno. Al pari del loro omonimo sono selvaggi, aggressivi e distruttivi. Probabilmente dove sono passati loro negli anni passati come da leggenda non è più cresciuta l’erba, vista la loro iniziale devozione ad un deathcore primitivo, caustico e poco amabile. Ma i quattro amano ora mescolare nu metal, crossover e metalcore moderno in un mix esplosivo e sfacciato. In un panorama in cui tutti vogliono fare gli splendidi, loro lo sono e basta. Vi chiederete "perché?". Perché non hanno peli sulla lingua e non si curano di ciò che pensa la gente di loro. Per la serie, che se ne parli bene o se ne parli male, importante è che se ne parli: questa sembra essere la loro politica e riescono a pieno a metterla in pratica. Hanno tanti followers quanti haters ma bisogna ammettere che la loro sfacciataggine, volgarità e mancanza di finezza, a volte fuori luogo ed opinabile, in fin dei conti se presa con la giusta prospettiva è una boccata di aria fresca: è l’incalzante giocosità di certi generi, realtà in grado di dare una botta di adrenalina nei momenti di annichilimento nonché un intrattenimento senza pensieri. E’ chiaro che in un mondo di perbenismo gli Attila sono uno schiaffo in faccia: possono trovare posto solo nel panorama del metal /hardcore estremo e già così si discostano abbastanza dalle scelte contenutistiche delle altre band del genere. Lontano da qualunque tipo di impegno se non l’esprimere il proprio sarcasmo e il proprio fastidio nei confronti delle forzature della società odierna -niente testi profondi o esistenziali, niente sentimentalismi- gli Attila sono dei ragazzacci e sono fieri di esserlo. Sono rozzi e villani: se band come i Breakdown of Sanity si preoccupavano di censurare le parolacce nelle loro canzoni, gli Attila non se ne prendono la briga e diciamocelo, se dovessero fare lo stesso ci sarebbero più beep che riff nei loro pezzi. Ciò si unisce alla mescolanza di influenze sulla base numetal/crossover e metalcore/groove, che fa un quasi impercettibile occhiolino al passato deathcore della band (ad esempio in Obsession) ma intanto si apre ancor di più alle sonorità digitali ed elettroniche, che sfiorano il dubstep. Momenti djent si profilano invece in Let’s get Abducted, pezzo davvero ben scritto anche se abbastanza avulso dal resto delle tracce.
Il titolo del lavoro già dice tutto, così come la copertina con il simbolo del caos e il colore verde acido: acido esattamente come loro, che non la mandano a dire a nessuno. Ma la genialità di questo album è stato il singolo di debutto Public Apologyze, che il cantante Chris Fronzak (non a caso ribattezzato “Fronzilla”) ha presentato sui social come una vera e propria forma di scuse per la ricorrente scurrilità sua e della sua band, quando in realtà il testo dice tutto il contrario ed anzi canzona e prende a male parole chiunque pretenda qualunque forma di scusa. ( I want every single one to know that I’m truly sorry, from the bottom of my heart.. i’m so sorry…. SORRY THAT YOU ARE A LITTLE BITCH! Altri pezzi spiegano come siano in molti ad apprezzare l’elementare e giovanile approccio di questa band: il brano Moshpit potrebbe essere considerato una vera e propria filosofia di vita per gli estimatori del genere, con il suo verso FUCK THIS SHIT YOU CAN FIND ME IN THE MOSHPIT: quanti di noi non hanno sognato di poterlo urlare in faccia a qualcuno almeno una volta?? Ciò non toglie che alcune scelte testuali cadano nella leggera banalità e immaturità, cosi come dal punto di vista musicale abbiamo alcune soluzioni già sentite, specialmente perché vi è un ritorno agli anni novanta con la forte componente alternative metal alla Rage Against the Machine e Limp Bizkit. In ogni caso nel complesso il songwriting è riuscito e gradevole, con scelte molto più ascoltabili e mainstream rispetto al passato remoto della band e che riprendono invece lo stile del precedente album Guilty Pleasure. I ritornelli in clean sono accattivanti (Ignite e Bulletproof si fanno immediatamente cantare grazie ad essi) e in generale le parti di voce pulita sono maggiori rispetto al passato, con una voce quasi adolescenziale ma non smielata, più che altro strafottente nei mirabolanti rap alternati allo screamin/growl. Tuttavia l’aggressività e l’impatto non vengono meno, sia a livello strumentale che vocale. Anche la produzione è estremamente curata ed amalgama il tutto al meglio anche se a causa dell’eccesso di suoni digitali ci dà a brevi tratti l’impressione di essere campionata.
Nel complesso, un lavoro da ascoltare a scopo di intrattenimento e divertimento: un realtà molto più orecchiabile rispetto ai primi album, sebbene i contenuti siano così sfacciati e suonati con tanta baldanza che non riescono a passare inosservati. Ascolto consigliato a chi non prende e non si prende troppo sul serio e a chi si vuole far trascinare dal mosh a cuor leggero.
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4
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Fronz è il Fred Durst degli anni 2010,un personaggio che sa come ottenere l'attenzione (negativa) del pubblico e che riesce a rimanere impresso nella memoria dei suoi detrattori. La musica degli Attila riflette questa attitudine,Chaos continua la sua marcia sul sentiero tracciato da About That Life ovvero un NuMetal con deathcore incorporato ed un pizzico di party hard rock a fare da contorno,non male ma niente di eclatante. |
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3
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Una piccola fiammella dell'ormai defunto fuoco del Nu Metal, non male, coraggiosi cmq, mi piace, mi ricordano i tempi d'oro..L'ignoranza dei pregiudizi manifestata nel voto lettori, peccato..80 mio voto |
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2
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ammetto che prima d'ora non li avevo mai sentiti nominare... ho provato ad ascoltare "public apologyze" e devo dire che secondo me non sono malissimo... ho ascoltato molto di peggio... |
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1
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io spesso mi diletto nell'ascolto di gruppi tamarri e cazzoni,ma gli Attila personalmente non li ho mai digeriti,non riescono neanche ad essere un Guilty Pleasure (giusto per rimanere in tema),mi diverto di più con Crazy Town e Methods Of Mayhem,che di certo non sono delle cime. Gli Attila fanno sembrare Fred Durst un genio della musica! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ignite 2. Bulletproof 3. Public Apology 4. Obsession 5. Moshpit (feat. Ookay) 6. Rise Up 7. Let's Get Abducted 8. Legend 9. Queen 10. All Hail Rock and Roll 11. King
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Line Up
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Chris "Fronz" Fronzak (Voce) Chris Linck (Chitarra) Kalan Blehm (Basso) Sean Heenan (Batteria)
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