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19/04/24
GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
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13/12/2016
( 989 letture )
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The stuff nightmares are made of. The children still feared me, and their fear gave me the power to invade their dreams.
Così sghignazzava Freddy Krüger, iconica invenzione di Wes Craven, nel raccontare le ipocrisie e le paure delle sue vittime. Paure represse che solo nella dimensione onirica riescono a irrompere, prendendo forma e controllo. Bastano queste poche premesse per introdurre Schlaflieder, ultimo cd del trio tedesco Ewigheim, ascrivibile a quel gothic metal ben carico di sonorità sintetizzate e ritmi sincopati che conquistano i fan dell'EBM. Non serve sapere che Schlaflieder significhi "ninnenanne" per captare fin dai primi secondi come il motore del disco nasca proprio dallo stimolo della materia freudiana. La stessa copertina, non una delle più accattivanti che abbiate mai visto, gioca sull'ambiguità sonno-morte, a cui le stesse liriche alludono in più occasioni. I testi si servono inoltre, come nei sogni più autentici, di simbologie e immagini trovandosi a sfiorare la soglia tra racconto metaforico e favola fantastica. Ad assecondare il proposito narcotico è una composizione che predilige melodie dalle linee semplici e ripetitive, unitamente ad una dinamica vocale cantilenante che a volte arriva a farsi narratrice, come in Schlaflied o in Mondlied, fra le altre. Nonostante ciò, il full-length si presenta sì soporifero, instillando un certo torpore, ma non tedioso, dal momento che il duo si dimostra in grado di intrecciare un confortevole equilibrio tra passaggi sotto tono e ascese di spirito. A ciò occorrono nel corso della composizione una maggiore vivacità ritmica e l'inspessimento di un tappeto sonoro discretamente ballabile. In tutto questo si percepisce comunque la mancanza di un autentico basso a rinforzare la sezione ritmica, che nel complesso rimane piuttosto sacrificata con la batteria relegata alle solite linee piuttosto minimali. Tra i pezzi rilevanti mi sento di consigliare Wir, der Teufel und ich II: brano lento che tra accordi di piano e sussulti sintetizzati narra la surreale scoperta del male da parte di un bimbo, che incontra il diavolo per la prima volta. Piace che l'essenzialità della parte strumentale nei ritornelli si appesantisca in passaggi sintetizzati di più larga portata orchestrale.
Gli Ewigheim offrono un'ultima fatica che non fa il salto di qualità dalle precedenti. Neanche qui vi sono particolari slanci emozionali o colpi di testa indovinati. Ciò che però rende piacevole l'ascolto di Schlaflieder, in contrapposizione alla pesantezza dei precedenti, sembra essere proprio l'idea tematica, il filo concettuale che lega tutti i brani e li rende più interessanti. Non basterebbe questo però senza la presenza di melodie gradevoli e sonorità in linea con la natura del disco. E' da notare un miglioramento nella portata espressiva della voce, che rispetto al passato si serve di una tavolozza interpretativa più ampia, e del songwriting. Il disco distende e rilassa, portando effettivamente al torpore e all'abbandono delle palpebre. Ci si chiede però, esaurito questo piacevole viaggio nell'onirico, quale sarà il prossimo escamotage per raggiungere la sufficienza.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Schlaflied 2. Himmelsleiter 3. Mondlied 4. Ein Stück näher 5. Einmal noch 6. Dies ist der Preis 7. Besessen & entseelt 8. Wir, der Teufel und ich II 9. ... 10. Des Teufels schönstes Kind 11. Negativ
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Line Up
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Allen B. Konstanz (Voce, Batteria) Schwadorf (Chitarra) Yantit (Chitarra, Programmazioni)
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RECENSIONI |
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