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Death Penalty - Death Penalty
16/12/2016
( 692 letture )
Storia fresca e recente quella dei Death Penalty, combo attivo da fine 2013, dislocato tra Belgio e Inghilterra, composto da ex membri di Serpentcult e Leech e capitanato da Gaz Jennings, storico chitarrista dei thrashers inglesi Acid Reign ma soprattuto leader dei leggendari e seminali doom/stoner Cathedral. Terminata l’avventura della storica band di Coventry, Jennings recluta Raf Meukens al basso e Frederik “Cozy” Cosemans alla batteria, ma soprattutto dietro il microfono Michelle Nocon, la sorprendente cantante dei misconosciuti doomster Bathsheba, la cui performance per carisma e intensità sembra essere uscita dai tempi d’oro dell’heavy più puro e incontaminato di inizio anni 80.

Con questa formazione tutta da scoprire Jennings da alle stampe, sotto Rise Above Records, il primo album omonimo, il cui intento è quello di far risorgere dalle ceneri dei Cathedral una nuova realtà culto che possa lasciare il segno. Dopo una brevissima intro denominata Grotesque Horizon si parte subito alla grande con Howling At The Throne Of Decadence, un pezzone di preziosissimo heavy metal classico leggermente sporcato da soluzioni stoner quasi impercettibili ma che nulla tolgono all’intensità e alla genuinità di un brano davvero coinvolgente, ottimamente arrangiato soprattutto sui riff di chitarra nei bridge e valorizzato da una prova vocale di Michelle davvero da applausi per carisma e intensità. Si prosegue a rotta di collo con Eyes Of The Heretic, una cavalcata heavy e primo highlight dellalbum, dove oltre alla stupenda prova vocale carica di pathos ci troviamo anche un Jennings in forma smagliante con assoli carismatici e richiami ai suoi Cathedral ma anche a Lucifer e Black Moth. Se Golden Tides fa perdere i sensi all’ascoltatore in un occultismo doom quasi anacronistico, grazie anche a una prova spaziale della sezione ritmica, e Into The Ivory Frost ne rimarca il cammino quasi a segnare il passaggio vero e proprio tra i defunti Cathedral e la fenice Death Penalty, allora Children Of The Night è l’emblema totale della perfetta fusione tra doom e metal classico, con uno slow tempo sognante grazie alla suadente voce di Michelle che racchiude a metà brano una piccola perla heavy grazie a un solo davvero rock ‘n roll di Jennings. The One That Dwells si candida a essere uno dei migliori brani dell’album, con la sua fusione malefica e metallica tra Candlemass e Mercyful Fate e con l’ennesima prova compatta di tutta la band al completo, e sullo stile della band capitanata da Sua Maestà King Diamond si assesta anche la lunghissima She Is A Witch, una suite degna di quel capolavoro che fu Don’t Break The Oath che a metà brano si scatena in una sfuriata heavy thrash davvero ben congeniata grazie alla classe cristallina di Jennings ma anche e soprattuto al supporto ritmico totale dell’accoppiata Raf/Cozy, davvero di prima scelta senza sbavature alcune. Immortal By Your Hand tira fuori l’anima più rock ‘n roll e motorheadiana, tipicamente inglese, dei Death Penalty, con riff armonizzati davvero energici e un banalissimo 4/4 che però è in grado di farti scapocciare per casa come se fosse il tempo più bello del mondo, per non parlare dell’ennesima ineccepibile prova vocale di Michelle, vero jolly inaspettato e cavallo di razza in una line up di vecchi volponi: è proprio lei che nella conclusiva e sabbathiana metal rock song Written By The Insane, una composizone di quasi otto minuti e mezzo che incredibilmente non stanca mai, ci regala l’ennesima conferma di quanto la classe non sia necessariamente mainstream, pailette e lustrini ma sia assolutamente da ricercare nell’underground più di culto, dove si nascondono a volte le perle migliori come la sua voce e tutto il debut album omonimo dei Death Penalty.

Il viaggio della nuova creatura di Gaz Jennings è solo agli inizi ma si presenta già con un tassello fondamentale di una prima prova da urlo, con una veracità e una sincerità di mezzi e intenti da spiazzare letteralmente l’ascoltatore: qui non ci si trova certo di fronte al sound che cambierà il futuro del metal odierno ma per fortuna si ha la sensazione di aver trovato subito gli eredi naturali di quei Cathedral che tanto mancano alla scena odierna, farcita a tappo di presunti fenomeni privi del bagaglio culturale musicale che questa band, al primo colpo in assoluto, può vantare e mostrare con orgoglio e consapevolezza dei propri mezzi. La fiamma del metal più incontaminato è tornata a brillare.



VOTO RECENSORE
82
VOTO LETTORI
0 su 0 voti [ VOTA]
jek
Martedì 3 Gennaio 2017, 18.10.12
1
Ho sentito alcuni pezzi sul tubo, musicalmente sono ottimi purtroppo tranne qualche rarissimo esempio non digerisco la voce femminile nel metal.
INFORMAZIONI
2014
Rise Above Records
Heavy
Tracklist
1. Grotesque Horizon
2. Howling At The Throne Of Decadence
3. Eyes Of The Heretic
4. Golden Tides
5. Into The Ivory Frost
6. Children Of The Night
7. The One That Dwells
8. She Is A Witch
9. Immortal By Your Hand
10. Written By The Insane
Line Up
Michelle Nocon (Voce)
Gaz Jennings (Chitarra)
Raf Meukens (Basso)
Frederik “Cozy” Cosemans (Batteria)
 
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