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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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Fil di Ferro - Fil di Ferro (Reissue)
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19/12/2016
( 2031 letture )
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Tra le band che più hanno segnato la storia del metal in Italia ed all’interno di una lista indubbiamente piuttosto lunga, vanno sicuramente annoverati i torinesi Fil di Ferro. Dopo esserci occupati di loro in occasione della recensione di Hurricanes, la ristampa rimasterizzata del successivo Fil di Ferro da parte della Jolly Roger Records, ci offre l’occasione di tornare ad occuparcene. Per dei sintetici cenni biografici sul gruppo, vi rimandiamo alla recensione prima linkata, ma per quanto riguarda l’introduzione all’argomento Fil di Ferro, va preliminarmente ricordato come il primo frutto ufficiale delle loro fatiche risultò soffrire di una produzione non all’altezza delle necessità -vedi ancora recensione di Hurricanes- che ne limitò fortemente la resa su vinile. Le incendiarie esibizioni dal vivo restituivano certamente un quadro più fedele delle qualità della band, ma è innegabile che il biglietto da visita del gruppo era l’album e questo, come appena evidenziato, non era il migliore possibile.
Il secondo step ufficiale della carriera dei Fil di Ferro, pertanto, necessitava di un professionista in possesso di uno specifico bagaglio di esperienza nella produzione di un disco metal. Questo venne individuato nella figura di Guy Bidmead, già al lavoro con Vanadium, Motorhead, Yes, Coroner ed Exciter, tra gli altri. Inserito in formazione Micky Fiorito in luogo di Claudio De Vecchi in qualità di chitarrista, col nuovo album i Fil di Ferro compirono un netto passo avanti. Non tanto come qualità delle composizioni, quanto come capacità/possibilità di trasmetterla al pubblico -qui ulteriormente evidenziate dall’oculata opera di rimasterizzazione dell’edizione in esame- e come arrangiamenti. Aperto non a caso da Hurricanes, un cavallo di battaglia decisamente troppo mortificato dall’incisione originale, Fil di Ferro proponeva un lotto di canzoni dalla resa finalmente in linea con le aspettative sulla band. Forse leggermente meno immediate, ma più curate. L’album si snodava poi con una certa sicurezza, tra momenti controllati (Crazy Horse; Street Boy) ed altri nei quali la natura più aggressiva del gruppo veniva maggiormente fuori (Nightmare; Licantropus; Wanted; Ambush; Dropping Down), oltre a situazioni “di mezzo”, come in I’m Free e Professional Meeting. In particolare, comunque, a segnalarsi per qualità erano e sono ancora la nuova versione di Hurricanes e soprattutto Ambush, vera hit dell’album.
Rispetto all’esordio i Fil di Ferro compirono un passo avanti abbastanza marcato e, come detto, l’opera di rimasterizzazione di questa edizione ne enfatizza i risultati. Questa, inoltre, risulta particolarmente utile per far venire fuori il lavoro di Bruno Gallo Balma al basso, vero collante della musica. Il torto fondamentale dell’opera, però, è in sostanza sempre lo stesso: la sua uscita abbastanza tarda rispetto ai dischi fondamentali del settore, causata probabilmente dall’appartenenza ad una scena in perenne ritardo su tutto ciò che è nuovo e sempre risicatissima nei numeri in senso assoluto. Questo non toglie che Fil di Ferro sia da classificare tra le opere da riscoprire, al fine di farsi un quadro esatto dello stato dell’arte del metal tricolore negli anni 80. Quanto sopra a prescindere da ogni considerazione accessoria. Il lavoro successivo mostrerà un gruppo meno heavy e più rock-oriented per questioni che non è il caso di approfondire in questo spazio, ma questa è un’altra storia. Quello che conta è che, per quanto fin qui evidenziato, Fil di Ferro è un prodotto storicamente importante che vale la pena riscoprire. Ben vengano, quindi, operazioni di questo tipo.
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3
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Si, Paola Goitre |
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2
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A chi lo dici, gli ho rivisti un paio di mesi fa al Taurus di Ciriè, pensa che ci sono andato con i miei figli, è stato molto emozionante. Della formazione storica è rimasto solo il batterista e adesso hanno una cantante donna. Essendo di Torino gli ho visti dal vivo almeno una decina di volte prima che incidessero il primo album. Bei ricordi si, specialmente i miei capelli lunghi.....poi la calvizie ha preso piede, ma il metallo fa sempre parte della mia vita. |
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1
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Questo e` stato il primo disco che comprai di una band italiana, un ottimo esempio di heavy metal ottantiano. Bei ricordi! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Hurricanes 2. Crazy Horse 3. Street Boy 4. Nightmare 5. I’m Free 6. Licantropus 7. Wanted 8. Ambush 9. Professional Meeting 10. Dropping Down
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Line Up
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Sergio Zara (Voce) Micky Fiorito (Chitarra) Bruno Gallo Balma (Basso) Michele De Rosa (Batteria)
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