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19/03/21
MAYHEM + MORTIIS + GUESTS TBA (POSTICIPATO!)
ORION - CIAMPINO (ROMA)
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Blasphemer - Ritual Theophagy
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23/12/2016
( 1951 letture )
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Son passati ben otto anni dall’ottimo On the Inexistence of God, debutto dei nostrani Blasphemer che con quel disco attirarono le attenzioni degli ascoltatori più estremi. Sfortunatamente, dopo l’EP del 2010 Devouring Deception, per il gruppo è iniziato un periodo in cui problemi di formazione ed impegni personali han preso il sopravvento, facendoli lentamente sparire dalla scena. Nonostante questo è interessante notare come tra gli appassionati, quel disco e i Blasphemer stessi vengano sempre citati e tirati in ballo quando si trattava di citare lavori di elevato spessore in ambito “brutal”.
Sempre sotto l’attentissima e ormai punto di riferimento per molti Comatose Music, esce Ritual Theophagy, album che rompe il silenzio durato fin troppo. Fin troppo, perché senza troppi giri di parole, si parla di un disco che non potrà mancare nelle collezioni degli amanti di certe sonorità. Tenente sempre a mente i Blasphemer del 2008, ma cambiate qualcosa; innanzitutto l’approccio vocale, che questa volta vira su di un growl vicino al Glen Benton degli anni migliori e, altro cambiamento che si nota da subito, l’approccio al songwriting. Siamo sempre davanti a riff tecnici ed intricati nati dalla mente di Simone Brigo (talento su cui hanno investito anche i Beheaded), vero e proprio mostro delle sei corde, ma questa volta ci si lancia su qualcosa di più diretto ed immediato. Con brani che superano soltanto una volta i tre minuti, il disco è una vera e propria sfuriata di death metal puro ed incontaminato, che pesca sia dai Deicide d’annata (torneremo su questo punto più avanti) che dal “brutal” dei primi Deeds of Flesh, Decrepit Birth, Beheaded e acts simili che han sempre dato grandissima importanza al riff. Zero virtuosismi quindi, ma death metal che arriva dritto al sodo. Da notare come ogni brano goda di un’identità propria, riuscendo a distinguersi l’uno dall’altro e offrendo sempre uno spunto caratteristico riuscendo ad essere tutte delle “hit”; è proprio questo che stupisce e convince maggiormente, perché i Blasphemer son riusciti a staccarsi da quel “suonare sempre uguali” che affligge tante, anche ottime, band del genere. C’è quindi un grande fattore di personalità, marcata anche dal lavoro al basso di Claudio De Rosa, sempre in primo piano e mai oscurato dagli altri strumenti. Aspettatevi insomma un disco pieno di blast beat, stop n’go e soprattutto tanti riff memorabili. Da segnalare inoltre la presenza alle pelli di Darren Cesca dei Deeds of Flesh (ed in passato di altre realtà come Incinerate, Vile, Arsis etc.) autore di una prova che definire ottima è poco.
Tornando all’ispirazione che viene dai Deicide, è innegabile che l’impressione generale sia quella di essere al cospetto di un “Legion pensato nel 2016”. Sia chiaro, nessuno sta mettendo sullo stesso piano i due lavori, ma la “filosofia” dei dischi è praticamente la stessa: il punto di riferimento principale è quel disco, appena trenta minuti per scagliarsi con violenza contro il sacro (dalla forma astratta a quella più materiale) e canzoni che offrono ritornelli memorabili che si stampano in testa dopo pochi ascolti (Suicide for Satan, You Are Nothing, I Deny). La voglia di suonare infernali, blasfemi e far male che tanti gruppi mettono da parte in generi come questo, è qui viva, pura e non può che far piacere a chi, nel 2016, cerca qualcosa di simile. Qualcuno potrebbe dire che trenta minuti appena sono pochi, ma perché? Chiediamoci invece perché tanti gruppi si siano dimenticati di come, a volte, per ottenere ottimi risultati, bastino anche solo trenta minuti, proprio come Legion.
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8
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La recensione mi ha fatto venire voglia di ascoltarli... |
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7
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Disco bomba. 80 pieno e una grande uscita per il maid on italy. Li ho scoperti grazie a questa recensione e mi hanno subito colpito. |
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6
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Disco bomba. 80 pieno e una grande uscita per il maid on italy. Li ho scoperti grazie a questa recensione e mi hanno subito colpito. |
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5
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Che bomba di album...ti annienta, in questo 2016 ormai al tramonto, uno dei dischi piu cattivi senz'altro. Per me 80. |
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4
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Ciao Undercover! I precedenti in effetti non mi erano dispiaciuti, li avevo anche visti dal vivo quattro anni fa e mi avevano fatto una buona impressione, ma questo mi pare decisamente più a fuoco. |
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3
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Questo me lo compro di sicuro, i precedenti non mi avevano interessato granché, buona band eh, ma trovavo molto di meglio in giro, ma questo "Ritual Theophagy" è una mattonata che fa benissimo. Sì Diego, meno brutal, molto più death e per me è meglio così. |
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2
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Concordo con Marco, disco diretto, potente ed ispirato. Forse meno brutal del precedente (se non sbaglio è sparito il pigsquel) e più death "classico" ma ugualmente pesante. Un'altra ottima uscita brutal/death italiana. |
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1
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non sono un intenditore di brutal, ma questo album mi ha fatto un'ottima impressione, davvero micidiale. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Suicide for Satan 2. You Are Nothing 3. Jesus Rapes 4. Worship in the Void 5. Antichristian Extremism 6. Annihilated Divinity 7. Obscuring the Holy Light 8. Crucifix of Shit (Stench of Prophet) 9. Fetishistic Idolatry of the Cross 10. I Deny 11. Ritual Theophagy
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Line Up
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Paolo Maniezzo (Voce) Simone Brigo (Chitarra) Claudio De Rosa (Basso) Darren Cesca (Batteria)
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