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19/04/24
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Ural - Party with the Wolves
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24/12/2016
( 984 letture )
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Party with the Wolves, e il titolo dice tutto. Il disco in questione, primo full length dei torinesi Ural, in fondo non pretende di essere molto più di questo: una festa a ritmo di sfuriate metalliche a tutto spiano. Formatisi nel 2010 in quel di Tavagnasco, i ragazzi, tra una pausa e l’altra a causa di una line up instabile, rilasciano un demo omonimo e l’EP Wasteland, fino al presente album suonato dai superstiti Stefano Cipriano Moliner e Filippo Torno (a cui si aggregherà infine il chitarrista Alex Gervasoni a lavoro ultimato).
Il genere è un crossover thrash “ignorante” il giusto, tutto velocità, attitudine e riff sparati su un tappeto di tupa-tupa senza soluzione di continuità: le tracce sono molto brevi (la più lunga, Black Out, dura 3’28”) e il platter vola via in un attimo, rivelando anche una certa anima punk imbastardita con una forte vena hardcore, il tutto improntato come accennato al metal. Va senz’altro apprezzato lo sforzo dei due ragazzi nell’aver voluto produrre questo debut album, impegnandosi a riportare il più possibile quanto hanno appreso dalla “vecchia scuola”, quella degli anni ’80, che sembra far capolino da ogni solco del disco. Certo, qualche difettuccio c’è: la voce di Ste non cambia di una virgola in nessuno dei brani presenti in scaletta, e se è vero che la composizione dei medesimi segue una sua linearità, è innegabile che si può riscontrare una sorta di “effetto doppione” amplificato pure dal riffering delle stesse tracce, cosa che le rende poco distinguibili tra loro e può andare a discapito della longevità del prodotto. Va detto che il risultato è comunque efficace, chi si pone all’ascolto di questo Party with the Wolves scuoterà la testa a ritmo e sebbene magari qualche soluzione strappi un sorriso (il finale della title track e ululato annesso) si può dire che gli Ural riescono a raggiungere il loro obiettivo, pur senza stravolgere i canoni o aver sfornato un capolavoro che possa essere usato come termine di paragone nel genere -né immaginiamo questo fosse il loro intento. La copertina è vintage quanto basta, non sarà professionale né artisticamente ineccepibile, ma funge da carta d’identità per un lavoro che vuole dichiaratamente rifarsi al passato: da questo punto di vista si può dire che l’artwork rispecchia fedelmente quello che troveremo inciso nell’album; una produzione buona e ricca, che dà il giusto risalto alla basilare sezione ritmica, completa il quadro decretando la piena sufficienza a quanto prodotto dalla band.
Non siamo di fronte a un disco imprescindibile, ma chi ama il crossover può senz’altro dare una possibiltà al gruppo piemontese e scapocciare con il giusto piglio sulle note di una Cranial Trauma o su Wrong Execution; gli Ural sapranno regalare una ventina di minuti di sano divertimento senza troppe pretese.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Elettroshock 2. Party with the Wolves 3. Wrong Execution 4. Cranial Trauma 5. The Day After 6. Circle Pit 7. Amen 8. Black Out 9. The Endless Story of Outer Spaces Attack
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Line Up
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Ste (Voce, Chitarra, Basso) Phil (Batteria, Cori)
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RECENSIONI |
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