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21/03/24
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Finntroll - Ur Jordens Djup
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14/01/2017
( 1774 letture )
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La storia dei Finntroll è di certo una delle più particolari e tristi che il mondo del folk metal abbia mai visto. La leggenda vuole che questa band nasca nel 1997 durante ad una serata molto alcolica in cui i due membri fondatori, Teemu "Somnium" Raimoranta e Jan "Katla" Jämsen, rispettivamente chitarra e voce, si misero a suonare black metal unito all’humppa -tipica danza finlandese- per poi dare alla band il nome “finntroll”, che deriva da una antica leggenda finlandese secondo cui un giorno arrivarono in Finlandia alcuni sacerdoti svedesi che vennero massacrati da una creatura dalle sembianze selvagge; i pochi che tornarono a casa raccontarono la storia di questo troll finlandese: da qui Finntroll. Nel 1998 i due pubblicano la loro prima demo, Rivfader e subito l’anno successivo, dopo il completamento della line-up che vide l’arrivo di Samuli "Skrymer" Ponsimaa alla chitarra, Henri "Trollhorn" Sorvali -già alla tastiera dei connazionali Moonsorrow-, Sami "Tundra" Uusitalo al basso e Samu "Beast Dominator" Ruotsalainen per quanto riguarda la batteria, venne alla luce il primo album, già licenziato dalla Spikefarm Records: Midnattens Widunder. Il prodotto presentato dai Finntroll risultò assolutamente innovativo in quanto nessuno fino a quel momento si era messo a suonare folk metal in quel modo e una fetta del pubblico ne rimase attratta ed estasiata, l’altra ben più che inorridita. Successivamente, con Jaktens Tid, la formazione si assicurò un’ottima posizione nel mondo di un folk metal che stava prendendo lentamente sempre più piede, rappresentando inoltre per i nostri un punto cruciale della loro carriera: esso difatti entrerà negli annali, ma il prezzo che la band dovrà pagare sarà a dir poco caro, in quanto Katla sarà costretto a lasciare la band dopo che gli venne diagnosticato un tumore alle corde vocali non operabile, lasciando un vuoto incolmabile nel panorama folk. Prima di abbandonare -solo in parte- le fila della band, Katla registra un EP acustico che lo vede affiancato da Tapio Wilska. L’EP, che prende il nome di Visor Om Slutet, pubblicato nel 2003, suona oscuro ed orrorifico e segna il gruppo con un altro evento, questa volta ben più tragico: il secondo fondatore, Somnium, a poche settimane dall’uscita dell’EP, muore cadendo da un ponte; non si verrà mai a sapere se la caduta sia stata accidentale o volontaria. Sta di fatto che il combo si ritrovò a dover andare avanti senza più alcuno dei suoi fondatori. I membri rimasti non si persero tuttavia d’animo e, dopo aver reclutato Mikael "Routa" Karbom alle sei corde, sempre sotto la Spikefarm Records, portarono alla luce nel 2004 Nattfodd, che vide Tapio Wilska come membro definitivo della formazione, al microfono. Con quest’ultima fatica questi ragazzi diventarono un importante pilastro del folk metal, che andava sempre più diffondendosi anche grazie all’aiuto dei media.
Analizziamo dunque un attimo la situazione in casa Finntroll nel 2006: i finlandesi, dopo aver licenziato Tapio WilskaMathias "Vreth" Lillmåns), si ritrovano alle spalle due degli album più significativi del folk metal, due platter con davvero esigui difetti, ma un futuro incerto: line-up cambiata, un nuovo cantante con cui non avevano mai lavorato prima, un nuovo contratto appena firmato con la Century Media. Diciamo pure che Ur Jordens Djup non venne partorito nella migliore delle situazioni. Chiaramente, esso rappresenta sicuramente un full-length di transizione, con quale la band cercherà di ripartire in seguito ai tragici avvenimenti di cui abbiamo parlato. Questo album suona per forza di cose dunque diverso dai precedenti, in quanto vi troviamo sonorità oscure e malevoli, quasi inquietanti, più appesantite, le quali mettono leggermente da parte la solita componente folk allegra che ha sempre caratterizzato la band. Non è solo il sound a cambiare però: i Finntroll infatti decidono di non scrivere più di troll occupati a dare la caccia ai cristiani, ma bensì “di streghe e sciamani di tempi così lontani che nessuno può ricordare”, giusto per seguire le parole di Katla, il quale rimarrà dietro le quinte della band per occuparsi dei testi. Questo full-length, appare inoltre anche molto vario. In esso troviamo, dopo una lunga intro, il brano Sång, che fa da perfetto biglietto da visita per il nuovo vocalist che, nonostante tutto, riesce a ritagliarsi il suo spazio con la sua voce più ruvida (ma certo meno singolare rispetto a quella di Katla), affiancata da grandi giri di basso e corposi riff di chitarra. Saltellando tra i brani più significativi, l’ascoltatore si imbatte in composizioni più folk come Korpens Saga, En Mäktig Här e Maktens Spira le quali, pur essendo lontani anni luce dai “classici” della band, sono in grado di stupire, anche grazie alla stabilità portata dai membri di più lunga data del combo, i quali riescono a dare a queste tracce il tipico stampo finntrollesco. Troviamo poi Nedgång, oscura e ritmata al tempo stesso, e Slagbröder che risulta un brano molto dinamico grazie al lavoro dietro le pelli, ma anche più particolare in seguito ad un utilizzo di voci pulite. Con la sua vena infettata di un black atmosferico accostato a voci pulite e qualche blast beat, Under Två Runor si aggiudica tuttavia il titolo di brano meglio riuscito e più trascinante di questa fatica, che si va poi a chiudere con la strumentale Kvällning, durante la quale si sentono solo la chitarra e rumori di varia natura. Dopo diversi minuti, quasi a sorpresa, ecco Trollvisan, “La canzone del Troll”, lungo la quale si sentirà l’ospite Petri Eskelinen narrare di un troll che brucia una chiesa dopo aver scoperto che dei cristiani hanno rubato la sua birra, i suoi funghi ed ucciso i suoi fratelli per poi far terminare l’album con le grandi risate dei troll.
Insomma, un album particolare questo Ur Jordens Djup, che tradotto in italiano significa “Dal Centro della Terra”, che deve essere ascoltato mettendo da parte tutte le opere presentate dalla band in precedenza, per fruirne al meglio, evitando di declassarlo solamente a causa di memorie passate. Al di là di questo, l’album non si aggiudica una votazione elevata, non tanto perché nasce in un contesto molto difficile o perché risulta in parte diverso dai suoi predecessori, ma perché, come detto in precedenza, questo è un album di transizione, difficile da fruire e sicuramente il più sottotono della band finlandese, dal quale essa riuscirà però a risorgere presentando sound ancora più solidi e personali già dal successivo Nifelvind . La votazione, se fosse avvenuta nell’anno di pubblicazione, sarebbe risultata un incoraggiamento -e forse leggermente più bassa- ma ora dopo ben dieci anni e a posteriori siamo in grado di dire che i Finntroll avevano forse bisogno di tante cose, ma non certo di incoraggiamenti o di idee.
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2
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Splendido come ogni altro disco firmato Finntroll. |
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1
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Concordo, Under Två Runor è il picco dell'album! Si avvicina un pochino alle sonorità dei Moonsorrow (l'ha composta Henri o chi altri?). Ho un buon ricordo anche di Ur Djupet, comunque nel resto niente di che e Vreth non mi è mai garbato più di tanto. 76 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Gryning 2. Sång 3. Korpens Saga 4. Nedgång 5. Ur Djupet 6. Slagbröder 7. En Mäktig Här 8. Ormhäxan 9. Maktens Spira 10. Under Två Runor 11. Kvällning / Trollvisan
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Line Up
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Vreth (Voce) Skrymer (Chitarra, Voce) Routa (Chitarra) Trollhorn (Tastiera, Chitarra Acustica, Armonica a Bocca, Banjo, Voce) Tundra (Basso, Voce) Beast Dominator (Batteria, Percussioni, Voce)
Musicisti Ospiti Petri Eskelinen (Voce) Antti "Perish" Eräkangas (Chitarra Nella Traccia 9)
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