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Therion - Crowning of Atlantis
04/02/2017
( 2098 letture )
Quando si pensa alla storia di un genere come il symphonic metal, è difficile non pensare ai Therion. L'oscura creatura di Christofer Johnsson è infatti da sempre uno dei punti di riferimento per questo tipo di scena, complici sia un'innata capacità di anticipare i tempi musicalmente parlando che una produzione prolifica, la quale li ha portati a dare alle stampe ben quindici full-length ed una quantità spropositata di EP e live album.
Non c'è solo però da considerare la gran quantità di canzoni originali, quanto anche la passione di Christofer per le cover, da sempre distribuite in buona quantità attraverso tutti i dischi di casa Therion e che in tempi recenti li ha portati a produrre anche una release composta da sole reinterpretazioni (Les Fleurs du Mal). Reinterpretazioni è probabilmente la parola più adatta in effetti, perché se da un lato le cover stanno assumendo sempre di più una connotazione negativa (prevalentemente dovuta all'uso eccessivo che molte band minori ne fanno live) dall'altro quando il ri-arrangiamento è fatto con cognizione e con la sapiente sovrapposizione di uno stile “altro”, allora i risultati possono diventare assolutamente degni di nota.

Queste premesse sono fondamentali per inquadrare un disco di transizione come Crowning of Atlantis, uscito in un momento cruciale della carriera della band di Stoccolma, in quel 1999 temporalmente in mezzo al 1998 in cui uscì Vovin e al 2000 che invece ha portato alla luce Deggial. Senza conoscere infatti questo modo di fare di Johnsson, non parrebbe infatti giustificato un disco contenente tre soli inediti, un remix, tre cover e tre pezzi live. Verrebbe subito in mente di considerare la ragion di label, e in effetti la presenza delle canzoni live (To Mega Therion, Black Sun e The Wings of Hydra) potrebbe farlo supporre, vista anche la loro relativa utilità, ma gli inediti e le cover sono invece -a tutti gli effetti- degni di essere pubblicati, anche in questo tipo di veste.

La titletrack riprende da subito diversi caratteri fondamentali del sound degli svedesi, con un incedere cadenzato scandito dall'abbondante uso delle terzine nella parte ritmica, ritornelli in cui i cori femminili catturano subito la scena e momenti solisti sia degli archi che delle chitarre elettriche spezzati da possenti cori di voci maschili. Il tutto per un pezzo che non avrebbe sfigurato in nessuno dei loro album precedenti o successivi e che fortunatamente non è stato lasciato indietro.
A seguire, Mark of Cain si apre in maniera più heavy (fatto non casuale considerata anche la scelta di cover provenienti proprio dallo stesso genere), con un basso possente e arpeggi di chitarra che lasciano poi spazio ad una ritmica in power chord vigorosa intervallate da chitarre clean che ben si sposano con le voci femminili, da notare ovviamente come anche qui l'uso delle voci rimanga ancorato al tipico stile dei Therion di quel periodo, quasi sempre corale e con pochissimo spazio per i momenti solisti (a parte rari casi). La successiva From the Dionysian Days inizia invece in modo più dolce, con un pianoforte quasi ossessivo e con un intreccio molto piacevole di entrambi i cori. Il pezzo accelera poi fino ai limiti del mid-tempo verso la sua metà, senza che però archi e pianoforte smettano mai di svolgere un ruolo fondamentale. Piacevolissima la linea di basso di Jan Kazda, che accompagna la canzone per quasi tutta la sua breve durata.
Come accennato poco prima, le cover sono invece state selezionate in ambienti heavy metal: trattasi difatti di Crazy Nights (dei giapponesi Loudness), Thor (dei Manowar) e Seawinds (degli Accept). Le prime due sono caratterizzate dalla granitica prova vocale di Ralf Scheepers (Primal Fear), che aveva peraltro già lavorato con i Therion l'anno prima nella traccia The Wild Hunt (contenuta nel già citato Vovin). Tra le due ci sono alcune differenze nell'arrangiamento, sono entrambe molto fedeli nell'approccio ritmico, ma se Crazy Nights resta nel complesso davvero molto simile all'originale, in Thor troviamo già un uso più articolato dei cori, che in un certo senso mostrano di più quella capacità dei Therion di interpretare i pezzi e che continueranno a sviluppare sempre di più nei dischi successivi.
Seawinds degli Accept, invece, per sua conformazione si presta ancora di più al riadattamento degli svedesi, sia per il suo essere un lento e sia per una melodia molto ben delineata su cui ovviamente è facile ricamare per un coro femminile preparato, il mood dell'originale (cantata da un giovanissimo Udo) viene mantenuto ma in una veste se vogliamo più raffinata.

Gli altri brani sono -come già accennato- poco più che delle curiosità: tre pezzi live gradevoli da ascoltare, ma dalla registrazione purtroppo non perfetta, e un remix di Clavicula Nox (nuovamente, già presente in Vovin), dove viene esaltata la componente maschile del coro, scelta che a conti fatti fa un po' sfigurare questa versione rispetto alla bellissima originale.

Crowning of Atlantis è ovviamente un lavoro inferiore sia per importanza che per contenuti rispetto a moltissimi altri di casa Therion, ma non dev'essere per questo troppo sminuito dalla sua diversità. Contiene infatti dei pezzi assolutamente validi e mostra nel bene e nel male l'approccio di una band che è sempre rimasta fedele a sé stessa e ai propri caratteristici modi di fare, oltre a contenere diverse indicazioni di quello che sarà poi il modus operandi di Christofer per gli anni successivi.



VOTO RECENSORE
74
VOTO LETTORI
80 su 2 voti [ VOTA]
megna
Lunedì 22 Marzo 2021, 14.41.27
4
Un buon EP con alcuni inediti che fungono da anello di congiunzione tra Vovin e Deggial. Un po' sottotono le cover, almeno secondo me.
Bloody Karma
Lunedì 6 Febbraio 2017, 13.20.20
3
per completisti...ottima Thor e Seawinds, mentre passabili ma non eccezionali gli inediti.
Maurizio 76
Sabato 4 Febbraio 2017, 18.34.44
2
quoto rob, solo per fans sfegatati e completisti. Voto 75
Rob Fleming
Sabato 4 Febbraio 2017, 15.39.54
1
Gli inediti non sono male, soprattutto la maestosa Crowning of Atlantis. Tra le cover a mio avviso emerge Thor impreziosita dalle voci femminili. Come si dice in questi casi? Per completisti (e io son tra quelli). 75
INFORMAZIONI
1999
Nuclear Blast
Symphonic Metal
Tracklist
1. The Crowning of Atlantis
2. Mark of Cain
3. Clavicula Nox
4. Crazy Night (Loudness Cover)
5. From the Dionysian Days
6. Thor (Manowar Cover)
7. Seawinds (Accept Cover)
8. To Mega Therion (Live)
9. The Wings of the Hydra (Live)
10. Black Sun (Live)
Line Up
Christofer Johnsson (Voce, Chitarra, Tastiera)
Tommy Eriksson (Chitarra)
Jan Kazda (Basso, Chitarra acustica)
Wolf Simon (Batteria)
 
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