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The Wild! - Wild at Heart
11/02/2017
( 1886 letture )
Energia a manetta dal Canada! Un mix di boogie, blues e hard rock con striature street e un look a metà tra il biker e gli ZZTop con tatuaggi sparati a pioggia. Ecco, questi sono i The Wild!. Una bella scoperta, un lavoro che appena mettete su vi inchioderà con le sue trame e freschezza, oddio nulla di nuovo sia chiaro, ma tutto appare tremendamente acchiappante, con quel flavour alla Ac/Dc che ogni tanto traspare e non fa mai male. Il quartetto nasce a Kelowna, nello stato della British Columbia e comincia a darsi da fare senza nessun contratto, con esibizioni live incendiarie che destano l’attenzione dei media, nel 2014 editano il loro primo singolo in video, Road House, che diviene virale su YouTube e li spinge fino al gradino numero 30 delle chart radiofoniche del paese dalla foglia d’acero. Suonano di spalla a calibri quali Korn, Rise Against, Monster Truck, poi nell'anno seguente ottengono un contratto e debuttano con l’acronimo GxDxWxB, che sta per God Damn Wild Boys, l’EP viene prodotto nientepopodimeno che da Mike Fraser (AC/DC, Aerosmith, Jimmy Page, Van Halen) registrando negli studi leggendari (Warehouse/Armoury) locati in Vancouver. Il responso è confortante e crescente, tanto che la band suona in maniera estensiva con i Buckcherry e poi in compagnia dei Godsmack, e con il singolo Slow Burn che giunge al gradino numero 5 delle classifiche via etere, ottenendo anche una candidatura come Best New Rock Band at The 2015 Canadian Radio Music Awards.

Insomma il quartetto svolta definitivamente e giunge, in questo inizio anno, al vero e proprio debutto sulla lunga distanza. 10 pezzi infestati di fiammate, groove, voglia di spaccare il mondo e ispirazioni diffuse, il tutto legato da potenza bruciante, capacità e vibrioni rock blues pronti a contagiare chiunque si avvicini. Il loro management sta programmando un lungo tour europeo, quindi presto li vedremo sui palchi del nostro Vecchio Continente; cosa buona e giusta. Allora pronti, si parte sul ottovolante targato The Wild!, diktat assoluto: custodire bene le bottiglie di birra e bourbon prima che le vibrazioni le facciano andare in frantumi. Ready To Roll, primo singolo lanciato, è un gran bel hard boogie con un basso sferragliante, campanaccio tra le rullate, voce alcolica di notevole spessore, cori incastrati al fulmicotone senza ruffianeria, melodie indovinate e scuotenti, un biglietto d’ingresso nel parco dei divertimenti targato Canada, davvero uno scampolo eruttivo e trascinante; ohibò che botta. Livin‘ Free è un po’ The Cult un po’ kangaroo alla AC/DC con un bel ritornello e un riff terroso, chorus che mi rimembra le gesta dei Jetboy, ensemble misconosciuto appartenente all’invasione street metal della ottantiana L.A., tutto molto efficace, mentre White Devil solca il blues con destrezza e gronda di feeling e sensazioni: l’ensemble qui non pesta particolarmente, appare quasi soffuso, ma sa come colpire gli speaker e gli ascoltatori famelici di buona musica, pollice alto anche qui. La voce di Dylan Villain, poi, ve la raccomandiamo, urlo disumano, roco, cattivo e un solismo della sei corde da camera imbottita. Traccia numero 4, e Another Bottle plana plasticamente anche se manca qualcosina rispetto al lotto di pezzi citato in precedenza, il tiro c’è ma un po’ di incisività vola via, Best In The West è una forconata sulle mani, song zeppa, pesante, spedita, con ritmi adrenalici, solo furioso dell’ascia, e trova spazio anche la consistenza spietata della sezione ritmica, invero parecchio muscolosa, poi è tempo di numeri che sbocciano con Six Hundred Sixty Six, ennesima traccia che non delude per soluzioni melodiche e andamento ritmato. Ballano i serpenti e con loro i The Wild! con questa Rattlesnake Shake, tutta improntata su tessiture metalliche alla Judas Priest;Run Home spruzza blues e boogie sul muro partendo tranquillamente, l’ispirazione di Angus Young e soci è evidentissima, ne esce fuori una song d’atmosfera con lapilli di coralità maestose e qualità di songwriting elevata, la voce assume accenti alla Ron Young grandissimo singer dei mai troppo soppesati Little Caesar, autori di un album di debutto nel 1990 autointitolato, a dir poco grandioso. Si va a finire con Down At The Bottom, inno sudista che si impenna grazie ai botti sparati dalla band, ovviamente mai a salve, e con pesantezza metal, poi Kansas City Shuffle si veste da ritaglio frenetico con la batteria a mille, i riff che si incuneano ad una voce sempre alla grande come espressività ed estensione, insomma tutto assai convincente.

Se cercate originalità a tutti i costi non avvicinatevi nemmeno a questo prodotto, se amate il genere qui troverete un insieme di caratteristiche di grande livello, prestanza, attributi fumiganti, voce al vetriolo, strumentisti ottimi e quella sfacciataggine necessaria per fare grandi cose, I The Wild sono una gran bella sorpresa di questo inizio 2017. Album perfetto come colonna sonora di queste giornate grigie d’inverno, scalderà arti, testa e parti intime, ah, non dimenticate alcolici e una bella signorina con hot paints, stivali texani e scollatura prominente. Hard/street rock, fatto con le palle, un debutto notevole, impossibile ignorarlo.



VOTO RECENSORE
83
VOTO LETTORI
81.33 su 3 voti [ VOTA]
Metal Shock
Mercoledì 5 Aprile 2017, 15.08.42
8
Mi ero dimenticato della recensione del disco,; anche il sottoscritto lo ha ascoltato in questo mese e confermo l`ottima impressione avuta all`inizio. All`interno del disco si alteenano brani piu` hard ad altri piu` blues, ottimamente supportati dal cantante. Ma per me manca ancora quel qualcosa per elevarli dalla media, e` solo l`inizio, vediamo come vanno avanti.
Giaxomo
Mercoledì 5 Aprile 2017, 13.53.15
7
Frankiss eccomi qua dopo quasi due mesi! Nulla da dire sul lavoro in questione, ascoltato e assimilato, l'ho ascoltato spesso qui a marzo. L'album sembra quasi diviso in due parti, dalla traccia 1 alle 4 abbiamo un rock più baldanzoso, allegro e "tamarro" se così vogliamo definirlo. Questa parte non mi è piaciuta proprio per gusti personali, ma oggettivamente è molto buona. Da "Best in the West" inizia la seconda parte: più massiccia, più compatta, più (hard 'n) heavy con una ottima "Run Home" nel mezzo che spezza l'atmosfera rovente! Il cantante è un vero trascinatore, a volte negli scream mi ricorda il buon vecchio Phil Anselmo. Voto 80 e teniamo in considerazione questa band tutto rock, whisky e sudore!
Metal Shock
Lunedì 13 Febbraio 2017, 19.03.42
6
Sentito qualche brano su Youtube, veramente ottimi pezzi. Quando lo avrò ascoltato meglio, quando lo trovo, commenterò meglio, ma promette molto bene.
Frankiss
Lunedì 13 Febbraio 2017, 14.02.23
5
Thanks a lot alifac
alifac
Domenica 12 Febbraio 2017, 11.46.22
4
L'attitudine, e la voce, i ricordano i Gene The Werewolf che personalmente adoro ma di cui ho perso le tracce... mi rifarò con questi! Ottima scoperta! Grande Frankiss, al solito...
Giaxomo
Sabato 11 Febbraio 2017, 19.38.49
3
Attendi un mio responso entro la fine del mese! Un saluto pure a te!
Frankiss
Sabato 11 Febbraio 2017, 19.35.42
2
Grazie Giaxomo per le tue parole e la tua stima...Si la mia passione per questa musica...Nonostante l'età galoppante rimane bruciante, ciao
Giaxomo
Sabato 11 Febbraio 2017, 16.43.29
1
Frankiss, mi fido ciecamente delle tue recensioni perché si vede che sono scritte con passione e conosci a fondo il genere. Non conoscevo la suddetta band e mi sono ascoltato in streaming l'EP "GxDxWxBx"..beh, mi è bastato un ascolto e ho sentito quella genuità ed autenticità che ultimamente va scomparendo, di cui però sono costantemente alla ricerca. Acquisterò l'album non appena esce, presso il mio negozio di fiducia. Lunga vita al Rock!
INFORMAZIONI
2017
SPV/Steamhammer
Hard Rock
Tracklist
1. Ready To Roll
2. Livin‘ Free
3. White Devil
4. Another Bottle
5. Best In The West
6. Six Hundred Sixty Six
7. Rattlesnake Shake
8. Run Home
9. Down At The Bottom
10. Kansas City Shuffle
Line Up
Dylan Villain (Voce, Chitarra)
The Kid (Chitarra, Cori)
Boozus (Basso, Cori)
Reese Lightning (Batteria)
 
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