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19/04/24
MARLENE KUNTZ
NEW AGE, VIA TINTORETTO 14 - RONCADE (TV)
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19/02/2017
( 775 letture )
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Il Canada, paese che ci ha consegnato gruppi di fama mondiale e valore indiscusso quali Rush, Annihilator, Voivod e Anvil, ci prova stavolta con gli Slyde (da non confondersi con l'omonima band tributo degli Slade), band giovane ma in attività sin dal 2009 e con già vari demo/promo in catalogo. La descrizione ufficiale di questo EP, intitolato Back Again, recita: "per fan di Haken, Coheed and Cambria, Rush, Dream Theater”. Si rimane tuttavia perplessi, dal momento che gli Slyde suonano alquanto differenti sia dai Rush che dai Dream Theater. Il gruppo stesso definisce la propria musica come un mix di "elementi di metal europeo, colonne sonore di videogiochi giapponesi e alternative-grunge rock occidentale", che a sentirla così sembra un po' un'accozzaglia indefinita di cose. Proviamo a fare chiarezza andando a descrivere l'EP in questione.
Gli Slyde aprono le danze con Fading, brano in up-tempo piuttosto lineare e dalle tinte hard-rock, costruito sulla classica struttura strofa-ritornello-strofa-ritornello e caratterizzato da cambi di tempo e accelerazioni strumentali sulla falsariga di gruppi metalcore come gli A Day To Remember. La voce, dal timbro acuto e quasi femminile, trae palesemente ispirazione da quella di Claudio Sanchez dei Coheed and Cambria, come pure la proposta musicale, anch'essa influenzata dal gruppo inglese. I quattro canadesi sono infatti artefici di un hard rock/metal molto saturo e orecchiabile che prende spunto dai brani più "pop" del gruppo di Sanchez, ma lo arricchiscono con le sonorità più moderne di sintetizzatori e sample. A tratti, come già accennato, si riscontrano somiglianze anche con il filone pop-punk-core, soprattutto negli arrangiamenti, che hanno un piglio molto diretto e quasi commerciale. Dei tecnicismi, delle sperimentazioni e della varietà di soluzioni che hanno reso famosi Haken e Rush, però, non c'è traccia. L'EP continua con Join The Parade e Divide, canzoni che non cambiano le carte in tavola. Si tratta sempre di brani veloci e canticchiabili, a tratti anche divertenti e tutto sommato godibili, guidati dalla voce e dalla chitarra di Nathan Da Silva e dalle tastiere di Sarah Westbrook. C'è da dire che i primi tre brani di questo Back Again tendono ad assomigliarsi (forse un po' troppo, a dire il vero) sia come sonorità che come impostazione; l'ultimo brano del lotto, però, la title-track, è una semi-ballad che amplia inizialmente il discorso melodico, finora un po' trascurato in favore di un approccio "in your face", concedendosi verso la metà delle aperture pseudo post-rock che danno più spazio alle doti strumentali dei quattro e che rendono più varia l'esperienza di ascolto.
La musica degli Slyde è formalmente ben curata: la produzione è buona, il sound è abbastanza personale e i ragazzi sanno certamente suonare. Vi è, però, un anello debole della catena, che è il songwriting, il quale non convince appieno, soprattutto per un gruppo che aspira a definirsi “progressive". Intendiamoci, rimanere legati alla forma canzone non è di per sé una cosa deprecabile, però se l'intenzione è rivolgersi al pubblico e ai fan dei gruppi succitati, bisognerebbe forse osare un po' di più.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fading 2. Join the Parade 3. Divide 4. Back Again
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Line Up
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Nathan Da Silva (Voce, Chitarra) Alberto Campuzano (Basso, Voce) Sarah Westbrook (Tastiere, Voce) Brendan Soares (Batteria, Voce)
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RECENSIONI |
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