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Mike Tramp - Maybe Tomorrow
04/03/2017
( 1614 letture )
Torna a ruggire, puntuale come pochi, quel vecchio leone di Mike Tramp. Il singer danese sembra veramente aver trovato una dimensione artistica nuova e fresca che gli permette di produrre dischi con una costanza invidiabile, dimostrando di essersi messo alle spalle un grandioso, ma alla fin fine scomodo passato. A meno di due anni di distanza dall’ottimo Nomad, Mike con Maybe Tomorrow riprende il discorso dove lo aveva lasciato, passato il periodo prettamente acustico, ritorna a produrre il suo rock con la stessa formazione che lo aveva supportato nel disco precedente. La formula non cambia per nulla con un songwriting che si attesta su coordinate non aggressive, ma incisive, in cui strumenti acustici ed elettrici concorrono a creare un’atmosfera spensierata, positiva e a tratti sognante. All’annuncio del disco Mike ha dichiarato che la musica che sta offrendo al suo pubblico in questa fase della sua traiettoria artistica è da considerarsi semplicemente un modo genuino di esprimere se stesso, di dare in modo autentico un pezzo di sé a chi ascolta le tracce di Maybe Tomorrow. Ogni tanto queste affermazioni lasciano il tempo che trovano, ma nel caso di questo disco sembrano essere assolutamente sincere: nulla di quanto si può ascoltare è indimenticabile, innovativo o storico, ma ha la splendida caratteristica di suonare autentico e spontaneo. Si capisce che non è pianificato a tavolino, ma frutto dell’istinto del momento.

Ad accompagnarlo sono gli stessi musicisti del platter precedente, tutti autori di una prova solida con una menzione speciale per l’ottimo lavoro di Søren Andersen alla sei corde, capace di impressionare sia con l’acustica sia nelle efficaci incursioni elettriche. Il tutto è supportato da un lavoro di produzione, svolto nella natia Danimarca dallo stesso Andersen, onesto e caldo: niente suoni patinati o sovraincisioni iperboliche, ma puro e semplice rock’n’roll suonato con strumenti “veri” da musicisti “veri”. L’apertura delle danze affidata a Coming Home chiarisce subito tutte le caratteristiche del disco: riff di acustica, raddoppiato da un caldo Hammond su cui l’elettrica costruisce una melodia semplice, ma estremamente efficace. Mike con grande carica espressiva accompagnata da una sopraffina delicatezza, lancia il suo messaggio di speranza e sostegno a chi deve tornare a casa, dove è nato. Stessa ricetta per la successiva It's Not How We Do It in cui aumenta il voltaggio delle chitarre che si fanno più incisive, aprendosi in modo solare solo nel ritornello. Spring, Would I Lie to You e Time And Place sono i momenti più intimi in cui le grandi capacità espressive del frontman si fanno sentire in modo prepotente, sostenute da un delicato pianoforte e dall'immancabile acustica. La gloria degli anni 80 fa un po’ capolino nei suoni e nell’atmosfera di Rust And Dust e di Why Even Worry At All, energiche e cromate, ma senza esagerare; Leaving One Day si sorregge su una languida chitarra a tinte southern e What More Can I Say sprizza buon umore e allegria da ogni nota, grazie alle tastiere frizzanti e alle ritmiche scanzonate. La Title track chiude il disco con grande potenza espressiva, portando al massimo delicatezza ed emozione.

Con questa uscita Mike Tramp conferma di aver trovato la sua strada, scansata l’ingombrante ombra dei White Lion, suona quello che gli piace e che soprattutto sente di voler dare ai suoi ascoltatori. Maybe Tomorrow non è assolutamente un capolavoro, ma un platter onesto e autentico di sano rock con un sound buon equilibrio tra l’acustico e l’elettrico a cui si aggiunge un grande interprete dietro al microfono. Un disco semplice, ma non banale che fa bene ascoltare per mantenere o ritrovare un po’ di serenità. Mike continua per la tua strada, noi ti seguiamo.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
72.25 su 4 voti [ VOTA]
lux chaos
Sabato 11 Marzo 2017, 9.14.24
3
Sottoscrivo il commento qui sotto di MS. Un grande cantante, sono felice che abbia trovato la sua "dimensione", ma non mi appassiona più tantissimo la musica. Ne riconosco senza problemi la validità, ma non riesco ad arrivare alla fine del disco senza annoiarmi un poco
Metal Shock
Martedì 7 Marzo 2017, 18.22.07
2
Mike e` un grande cantante e coi White Lion ha fatto dischi bellissimi ma i suoi album solisti non mi sono mai piaciuti. Anche questo lo trovo troppo leggero per i miei gusti. Peccato che Bratta si sia ritirato, avrebbero sicuramente fatto altri grandi dischi.
JC
Domenica 5 Marzo 2017, 0.33.07
1
Onesto. Prima traccia spettacolare, ascoltatela. Disco che merita rispetto.
INFORMAZIONI
2017
Target Records
Rock
Tracklist
1. Coming Home
2. It's Not How We Do It
3. Spring
4. Would I Lie To You
5. Rust And Dust
6. Leaving One Day
7. Time And Place
8. What More Can I Say
9. Why Even Worry At All
10. Maybe Tomorrow
Line Up
Mike Tramp (Voce, Chitarra)
Søren Andersen (Chitarra)
Morten Buchholz (Hammond)
Jesper Haugaard (Basso)
Morten Hellborn (Batteria)
 
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