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Panikk - Discarded Existence
20/03/2017
( 978 letture )
A tre anni dall'ottimo debutto discografico ritornano gli sloveni Panikk con il nuovo disco, Discared Existence; il thrash metal del quartetto è di stampo Bay Area: band come Forbidden e Testament, senza disdegnare gruppi europei come gli inglesi Xentrix sono la base delle influenze del quartetto. L'innesto di Jaka Črešnar proveniente dai connazionali BattleX è sicuramente un valore aggiunto, la band con questo nuovo album conferma quanto fatto di buono nel precedente Unbearable Conditions ma con più consapevolezza dei propri mezzi ed una evidente maturazione a livello compositivo. I riff sono sempre contundenti e ben concepiti, il lavoro di Gašper ''Gapa'' Flere e del già citato Jaka Črešnar è di indubbio valore, il suono espresso è rigorosamente old school ma con quel tocco moderno che innegabilmente fa la differenza; la sezione ritmica a sua volta è precisa e supporta a dovere i brani rendendoli ancor più potenti. Gašper ''Gapa'' Flere nelle sue parti vocali riesce nell'intento di trasportare l'ascoltatore nei magnifici anni 80 con le influenze che ne caratterizzano la prova, echi di John Connelly dei Nuclear Assault risaltano la proposta musicale degli sloveni che senza copiare riescono nell'intento di dare nuova linfa vitale al thrash metal old school con la concezione degli anni 2000.

L'apertura è ad appannaggio di Instigator of War che sin dalle prime note ci fa capire di che pasta sono fatti i Panikk: il brano parte veloce con una buona dose di adrenalina che ci riporta immediatamente agli anni d'oro del thrash, il cantato di Gašper ''Gapa'' Flere ha la giusta dose di aggressività senza tralasciare una certa linea melodica che ne risalta le qualità; la parte centrale a sua volta rallenta e crea una buona atmosfera che sfocia nel semplice ma efficace solo, mentre la sezione ritmica composta da Rok Vrčkovnk al basso e Črt Valentič dietro alle pelli sostin il tutto con la giusta dose di potenza. I Panikk non nascondono l'enorme influenza delle grandi band del passato ma riescono ad essere personali grazie all'ottima capacità compositiva, la produzione è buona senza quella pomposità insita in certe uscite recenti, facendo la furia tipica del genere. Il disco è variegato, con brani più diretti e contundenti ed altri con soluzioni decisamente più tecniche come nel caso di Individual Right: il brano si apre con un mid tempo dispari mentre le chitarre ricamano delle linee con accordi aperti decisamente efficaci, il break che porta nella parte veloce è tecnico per poi partire a tutta velocità con passaggi anche in blast beat; il riff che introduce la parte centrale è veramente bello per poi continuare a velocità sostenuta virando con degli stop & go di assoluto pregio, l'ingresso del solo con la sua melodia dona spazialità al pezzo, un'ottima prova. Gli sloveni continuano sulla loro strada con quel thrash metal senza compromessi che finalmente negli ultimi anni ha riconquistato nel panorama musicale il posto che gli compete, brani comunque sempre veloci ma con soluzioni compositive di ottimo valore: nulla di nuovo, sia ben chiaro, ma non è questo il problema di molte band, piuttosto l'attitudine e l'amore incondizionato verso un genere adrenalinico; Rotten Cells e la title track sono manifesti di quel thrash old school senza compromessi con riff in stoppato carichi di rabbia, la voce che esprime tutto l'odio verso un sistema sociale che affligge e annichilisce la gente, la Madre Terra, il regno animale; i testi dei Panikk in questo disco raggiungono un buon livello di stesura dove la denuncia e la rabbia sono ben espresse. Eyes Don't Lie è l'ennesimo brano carico di violenza con le parti di batteria sugli scudi senza ammorbidirsi ma piuttosto marcando ancor di più la furia che la band riesce ad esprimere, gli accenti dei cori sulle strofe siglano ulteriormente l'impeto che la band riesce ed offrire, il solo è molto veloce e ben eseguito; Reconstruction a sua volta prosegue in nome della velocità con i riff elargiti dalla coppia d'asce ma che nella parte centrale con il cambio di tempo si esprimono al meglio grazie alla metrica lineare ma indubbiamente potente per sostenere il bel solo che conferma le capacità della band. Il disco si conclude con un Outro di chitarre arpeggiate di pregevole fattura, leggermente dissonanti dando l'impressione di voler lasciar andare l'ascoltatore dopo la furia profusa per tutta la durata dell'album creando una bella atmosfera.

I Panikk tornano alla carica con un disco più cattivo rispetto al precedente, non hanno il ben che minimo timore di essere additati come l'ennesimo clone delle band del passato perché in realtà non lo sono affatto, vanno dritti per la loro strada con sicurezza ed attitudine in nome del thrash metal più genuino e sincero. Indubbie sono le influenze, non potrebbe essere altrimenti, ma riescono nell'intento di essere il più personali possibili all'interno di un genere nel quale gli stilemi sono ferrei; ottima band che consiglio di vedere anche in sede live dove riescono a dare ancora più corpo alle loro composizioni.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
99 su 1 voti [ VOTA]
Hermann 60
Sabato 25 Marzo 2017, 10.51.37
3
un bel gruppo, li ho visti a Torino esono molto convincenti anche dal vivo. Il primo album mi era piaciuto molto e dalla recensione presumo sia biono anche questo.
rik bay area thrash
Martedì 21 Marzo 2017, 20.35.44
2
Qua siamo in ambito thrash bay area ....eh eh ho ascoltato qualcosa e non sono affatto male, anzi ... bene così. Wishing list ....
jek
Martedì 21 Marzo 2017, 20.09.41
1
Gran bel disco e gran bella recensione. In lista anche questo.
INFORMAZIONI
2017
Xtreem Music
Thrash
Tracklist
1. Instigator of War
2. Sedated in Utopia
3. Under Pretence
4. Individual Right
5. Rotten Cells
6. Discarded Existence
7. Eyes Don't Lie
8. Reconstruction
9. Outro
Line Up
Gašper ''Gapa'' Flere (Voce, Chitarra)
Jaka Črešnar (Chitarra)
Rok Vrčkovnik (Basso)
Črt Valentić (Batteria)
 
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