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01/04/2017
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I Dirty Rotten Imbeciles non hanno certo bisogno di presentazioni essendo una delle più importanti band nel panorama hardcore/metal/crossover. I primi tre album della band sono diventati dei classici: Dealing With It, Crossover e 4 of a Kind avevano aperto la strada a nuove frontiere in ambito metal/hardcore, con brani velocissimi nel primo, mentre con gli altri i D.R.I. avevano in qualche modo esplorato lande musicali fino ad allora abbastanza sconosciute coniando in pratica il nome stesso di un sottogenere che avrebbe regalato molte soddisfazioni. Il 1989 è un anno di passaggio e la band texana pubblica Thrash Zone, un manifesto d'intenti a partire dal titolo stesso, il sound è più ricercato pur mantenendo una certa crudezza sonora che da sempre li ha caratterizzati, ma con questo disco i D.R.I. riescono in qualche modo a mettere d'accordo un po' tutti, dai metallers ai punk/hardcore. Le ritmiche risultano decisamente più thrash pur senza alzare troppo il piede dall'acceleratore rendono Thrash Zone un vero e proprio masterpiece, la carta vincente che completa il poker d'assi della band. La line up subisce un cambiamento, esce il bassista Josh Pappè per lasciare spazio a John Menor e nello stesso tempo sarà l'ultimo disco con Felix Griffin alla batteria; i brani che compongono Thrash Zone sono molto eterogenei e edificano un album di altissimi livelli, mentre la voce di Kurt Brecht rimane votata all’hardcore, sia per tonalità che per lo stile del cantato creando un mix esaltante.
Il brano che apre l'album dimostra da subito il taglio più thrash della band con inserti più tipici dell'hardcore: Thrashard colpisce sin dalle prime note dove velocità e mid tempo si intersecano nel miglior modo possibile; i D.R.I. si esprimono su livelli molto alti mantenendo quel loro piglio tra lo scanzonato e il serio, nel quale il divertimento è assicurato offrendo testi comunque di gran spessore e di denuncia sociale. Altro esempio è Gun Control, la quale risulta più ''complessa'' sotto il livello strutturale pur riuscendo a creare l'atmosfera giusta in relazione all'argomento trattato ovvero la troppa libertà dell'uso di armi da fuoco nelle strade americane dove gang e poliziotti spesso si sfidano in pieno stile far west ma dove altrettanto spesso a rimetterci sono le persone comune. Il brano è sostenuto senza raggiungere velocità stratosferiche lavorando piuttosto su parti più ragionate e ben incastrate tra loro rendendolo un brano di pregevole fattura. Non mancano certamente gli episodi più ''ignoranti'' come You Say I'm Scum la quale dopo un bell'arpeggio di chitarra effettato a dovere si apre con un riff pesante per esplodere nell'hardcore/skate più efferato come anche nella velocissima Standing in Line; due esempi tipici del quartetto di Houston trapiantati a San Francisco. I nostri si esprimono su livelli ancora più alti con Beneath the Wheel, il brano parte con un riff decisamente thrash in mid tempo per rallentare bruscamente e ripartire con cambi repentini creando una sequenza davvero al cardiopalma, i cori sono perfetti e seguono gli stilemi più punk ma con una solida base metal come gli assolo che danno colore ad un ottimo brano supportato a dovere dal gran lavoro del nuovo arrivato e dalla batteria di Felix Griffin, un gran pezzo nel quale si sentono gli echi dei compari Suicidal Tendencies nel loro periodo più thrasheggiante. Thrash Zone è un turbine di emozioni, sia per chi l'ha vissuto allora e altrettanto per chi decide di scoprire un disco fondamentale, i D.R.I. con questo album probabilmente raggiungono l'apice a livello compositivo per come vengono strutturati i brani mantenendo quello spirito punk fatto di velocità e testi mai banali nonostante gli episodi più ''allegri'' e diciamo meno impegnati. Il disco si chiude con la bellissima Abduction, la quale porta con sé la consapevolezza dell'orrore nel testo della devastante piaga dei rapimenti e soprusi rivolti ai bambini sorretto da una solidità compositiva decisamente thrash che può ricordare i Sacred Reich di Ignorance; un brano tirato e composto egregiamente che pone la parola fine ad un disco incredibile.
I D.R.I. qui raggiungo la vetta della loro produzione discografica con brani che si spalleggiano velocità e compattezza rimarcando la loro provenienza ma sapendo donare ancor più potenza a ciò che avevano fatto in precedenza, dischi che possiedono una propria personalità e che hanno saputo tracciare un unione tra due generi, l'hardcore e il thrash metal, che in qualche modo sono sempre stati legati da un sottile file rosso ma che con loro hanno saputo unirsi e sfoggiare il meglio. Un disco imprescindibile in qualunque collezione che si rispetti, riascoltarlo o riscoprirlo cambia poco, bisogna averlo e assaporarne l'essenza definitiva.
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21
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Mi sono appena rituffato negli anni di piombo del Crossover riprendendo il cd capolavoro dei texani, tra le band culto del movimento, il titolo già dice tutto e non si può evitare l'headbanging durante il rito uditivo..... Lo considero il loro miglior album anche se si distacca leggermente dai loro lavori passati..... Questo è il più cazzuto ed il riff di Beneath the Wheel non ti esce più dalla testa.... Micidiale!
Voto 95. Ossequi! |
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19
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voto 95, in assoluto il miglior album dei D.R.I. e del Crossover tutto. |
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visti nell'Agosto del 1988 con i Kreator all'Amour's di Brooklyn, però devo dire non mi impressionarono particolarmente, cioè forse in quegli anni eravamo tutti più o meno assuefatti dal Thrash dei BIG 4 etc etc, ricordo uno skinhead nel pogo alla fine di un brano iniziò ad urlare a Kurt Brecht : " You Commie ! You' re a Commie !" Kurt la prese con un sorriso e disse : "ok... (...sono un comunista... ) " però in un certo senso l'Hardcore stava ormai lasciando il passo al Thrash, ai capelli lunghi e agli assoli ... |
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@Lambruscore: sì dai l'importante è che lasci qualche locale in cui noi possiamo entrare per mangiare |
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@d.r.i. Non so se ci arrivo.... |
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@Lambru: vedremo il 30 giugno |
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Masterpiece di innegabile fattura, i D.R.I. sono maestri nel loro genere di Crossover thrash. Voto 92/100. |
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A Lambruscore piacciono giggi d'alessio e rovazzi,mica i di erre i ah ah! |
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@lambruscore: su questo tipo di crossover non ho dubbi! è su quello che piace a me che nutro qualche dubbio in più... |
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Band che conosco poco. Questo comunque ce l'ho e mi piace parecchio. |
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@LAMBRU io mi vanto di conoscere i gusti musicale delle persone a naso e se tu dovresti decidere se buttare dalle torre del campanile di Brescello questo disco o uno dei Korn butti questo. Penso di non sbagliarmi ma non sono infallibile per cui l'errore ci può stare, sappimi dire se ho indovinato |
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9
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Secondo voi mi piace questo disco???? |
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8
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storici, uno schiaffo sonoro. 83 |
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7
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Discone! Il mio preferito assieme a Crossover. 90 |
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6
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Io sono di parte visto il nickname ma non posso votare un certo tipo di dischi perché per me erano, sono e saranno fondamentali nel mio percorso musicale. |
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Non la mia band preferita ma un nome da rispettare per il thrash/crossover che ha stabilito determinati limiti per il genere. Tra l'altro è forse, assieme a Four of a kind, il mio preferito dei D.R.I. Pogo assicurato! |
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4
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Fa piacere trovare estimatori di questo album. All'epoca della sua pubblicazione lessi delle review non proprio benevoli. Per l' ennesima volta viene da chiedersi : ma all'epoca chi faceva le recensioni capiva qualcosa di thrash/crossover? A parte questa disquisizione, qui siamo ancora a parlare di uno dei tanti validi dischi pubblicati nei fantastici anni 80. Anche i dri hanno contribuito a rendere grande il movimento heavy metal nonostante siano partiti da posizioni hard core e non propriamente metalliche. Ma tant'è album come questo sono degni di far parte di una bella collezione con vicino magari i cryptic slaughter, i crumbsucker i suicidal. |
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3
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Qui si entra nella leggenda, il pane quotidiano per il pogo piu' sfrenato. In macchina con lo stereo a palla e i caramba muti. Dirty rotten imbecilles motherfucker. |
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2
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Anche questo un classico, magari non al livello dei 3 precedenti...ma sempre un classico. Per me 8 va piu che bene. Anche qui pochi attimi di tregua |
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1
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Disco importantissimo sia per il filone thrash che quello hardcore. Thrashard è un vero e proprio manifesto di tale miscuglio. Credo che i RATM debbano molto a questo disco. |
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