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 24/04/24
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Fudge Tunnel - Hate Songs in E Minor
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01/04/2017
( 2509 letture )
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Volendo provare a intraprendere una sorta di mappatura genetica della musica estrema a cavallo tra la fine degli Ottanta e i Novanta, spicca quasi immediatamente la presenza di un importante filamento di DNA comune a generi e scene molto diversi. Ora, non sto insinuando che King Buzzo abbia mai avuto a che fare con il concepimento dei membri di band come Crowbar, Helmet, Soundgarden, Neurosis e Eyehategod (e la lista potrebbe continuare), cosa che è anche cronologicamente impossibile, ma, tornando seri, è innegabile l'enorme influenza che i Melvins hanno avuto su un vastissimo spettro di correnti. Giusto per fare un paio di esempi riguardo al grunge, vi basti sapere che Dale Crover registrò una demo con i Nirvana, il bassista Matt Lukin fondò i Mudhoney e fu proprio Osborne a introdurre l'accordatura in Drop D a Kim Thayil dei Soundgarden, che la definisce come “il vero cuore pulsante del Seattle sound", per quanto poi il grunge abbia poco da spartire con l'estremismo sonoro dei Melvins. Estremismo che viene invece ereditato nella sua parte più noise/sperimentale da realtà esse stesse seminali come gli Helmet, fortemente influenzati da Gluey Porch Treatments ed Ozma nella creazione del proprio sound, i Boris, che prendono il nome da una canzone della band, ed ovviamente gli Earth, veri e propri pionieri del drone metal. Figlia diretta di King Buzzo e soci è poi ovviamente la scena sludge di New Orleans e qui basta dire che Kirk Windstein li cita come la propria massima influenza e che Jimmy Bower è stato probabilmente il primo fan ad avere un tatuaggio dei Melvins, che possono dunque essere a ragion veduta individuati come i veri padri dello sludge in generale. Per arrivare all'oggetto della recensione odierna bisogna però lasciare gli States e attraversare l'oceano: il DNA di King Buzzo arriva fino alla Gran Bretagna e trova terreno fertile in Alex Newport, che plasma la sua creatura dal nascente sludge e dal noise per poi ibridarla con suggestioni industrial tipicamente inglesi. Ecco che nel 1988, reclutati David Ryley e Adrian Parkin nascono a Nottingham i Fudge Tunnel
La carriera del trio inizia in maniera fulminante, grazie a due singoli subito acclamati dalla critica specializzata (il colosso New Musical Express indicò The Sweet Sound of Excess come il miglior singolo del 1990), la quale creò una certa aspettativa riguardo al loro debutto sulla lunga distanza. Hate Songs in E Minor viene pubblicato nell'agosto del '91, non casualmente sotto l'egida dell'Earache Recors, label che in quegli anni aveva sotto contratto pezzi da novanta della musica estrema come Entombed, Morbid Angel, Napalm Death e soprattutto Godflesh. La band di Justin Broadrick è, accanto ai Melvins, l'altra grande influenza nella musica dei Fudge Tunnel, percepibile nelle suggestioni industriali delle ritmiche e nella vocalità, meno gutturale ma altrettanto alienata. C'è da sottolineare che l'accostamento a questi due grandi nomi non vuole minimamente sminuire l'originalità e l'assoluta particolarità dell'album, ma semplicemente trovare delle linee guida all'interno di un sound decisamente difficile da inserire in qualsiasi categoria precisa e che trova proprio nella convergenza di stili uno dei suoi punti di forza. Anche la classificazione del disco come sludge è in realtà decisamente limitante e trova legittimazione soprattutto nell'incontro (tipicamente sludge) di metal e punk, sia a livello attitudinale che puramente musicale, e nel caratteristico wall of sound. Rispetto alle band d'oltreoceano e quindi alla forma canonica dello sludge, che, proprio nel 1991 vedeva la pubblicazione dello split-manifesto della scena di New Orleans New Orleans Scene: Allow No Downfall, i Fudge Tunnel manifestano meno confidenza con le radici blues/southern così marcate, anche per ragioni culturali e geografiche, in Crowbar e Eyehategod. Ciò che ne deriva è che Hate Song suona più freddamente ossessivo, meno muscolare e forte di un carattere tipicamente "inglese", dato che ibrida lo sludge con la tradizione industrial che nasce e prospera sotto l'etichetta londinese Industrial Records e con alcune caratteristiche del noise rock del seminale trio Skullflower, Ramleh e Broken Flag, che negli anni Ottanta si imposero come tra i nomi più rappresentativi dell'underground.
Hate Songs in E minor si apre in maniera prepotentemente industrial con la quasi-titletrack Hate Song, uno dei pezzi da novanta del disco e vero e proprio inno live durante tutta la carriera della band e prosegue con Bed Crumbs, che nel suo incedere hardcore chiarisce già l'assoluta varietà di soluzioni presente nel full-length. Nonostante ciò è mantenuta una fondamentale omogeneità di fondo nell'atmosfera opprimente e alienata, sia essa declinata nello sludge di Boston Baby o nel noise rock della scanzonatissima cover di Ted Nugent, Cat Scratch Fever, a cui è affidata la chiusura del platter. Comune denominatore è anche l'assoluta qualità di ogni singola canzone, che previene ogni possibile calo di tensione e rende i quarantacinque minuti di questo disco compatti e privi di filler, imprescindibili per chiunque ami le sonorità sludge e noise. Inoltre è da far notare che l'ottimo livello del lavoro realizzato da Newport e compagni non sfuggì né alla stampa specializzata, né ai semplici appassionati, cosa che li portò a poter andare in tour con band come Fugazi, Godlfesh e The Jesus Lizard, e fu poi confermato con il successivo Creep Diets che si rivelò poi il miglior successo commerciale della band, pur restando a livello qualitativo un pelo sotto al meraviglioso debutto. In coda è doveroso un appunto su una vicenda controversa che portò alla censura dell'iniziale copertina dell'album, che avrebbe dovuto essere l'immagine di un uomo decapitato presa dal libro How to Kill di John Minnery (è stata poi pubblicata nel libretto della compilation In Word) e che fu poi sostituita da uno scatto live. Sulla questione Alex Newport ha dichiarato che la responsabilità indiretta della censura fu di alcune foto di un uomo decapitato che dovevano servire come copertina del progetto Painkiller di John Zorn, allora sotto contratto con la Earache, che furono fermate alla frontiera allo sbarco del musicista in Inghilterra, episodio a cui rapidamente seguì un'irruzione nella sede della label e la conseguente censura ai danni dei Fudge Tunnel.
Prima di chiudere è doveroso tuttavia tornare alla musica di questo Hate Songs in E Minor e consigliarlo a chiunque mastichi il genere, sia per l'oggettiva qualità e potenza emotiva della musica proposta, sia per la specificità del sound dei Nostri, che nel filtrare i semi dell'ancora acerbo sludge attraverso le istanze della scena estrema inglese del tempo trova un equilibrio del tutto particolare e ancora inimitato.
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7
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Cycomiko sai che volpone, come chiedere a un fan dei rolling stone ti piacciono i beatles. Ziloto |
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6
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visti di supporto ai Sepultura , tour di Arise, a Milano. li ricordo bene perché personalmente non mi piacquero assolutamente,per non dire che mi fecero schifo , non solo a me , ma anche ai miei amici. Li trovai assurdi , ma forse vista la mia giovane eta' di allora , non ero ancora pronto per quel tipo di proposta. Sepu invece eccezzionali con un Rolling Stones murato e pogo da devastazione. |
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5
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Visti esattamente 25 anni fa, di supporto ai Sepultura, tour di Arise, a Milano. Era l'Aprile del 1992. Incredibile quanto tempo sia passato. Non li conoscevo. Il giorno dopo comprai il vinile. Di corsa. |
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4
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Mi manca....  Si, non è proprio sludge alla buzzov en o Eyehategod, ma le similitudini ci sono, soprattutto l'atmosfera generale. |
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3
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Sludge mi sembra n termine poco indicato ma nella recensione vi e` scritto. Grande disco che mischia metal industrial noise, una di quelle band geniali di inizio anni 90`, con un Newport assolutamente fantastico a tirare fuori un disco cosi`. Per me da 90, per la proposta abbastanza unica, comunque di non facile classificazione. |
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1
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bel disco e grande band. voto 80 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Hate Song
2. Bed Crumbs
3. Spanish Fly
4. Kitchen Belt
5. Hate Song (Version)
6. Boston Baby
7. Gut Rot
8. Soap and Water
9. Tweezers
10. Sunshine of Your Love
11. Cat Scratch Fever
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Line Up
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Alex Newport (Voce, Chitarra)
David Ryley (Basso)
Adrian Parkin (Batteria)
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RECENSIONI |
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