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Steve Grimmett`s Grim Reaper - Walking in the Shadows
01/05/2017
( 1304 letture )
La lista degli Almost Famous che affolla il mondo dell’arte è sicuramente sterminata. Restando in ambito prettamente metal, tra i nomi che più avrebbero meritato miglior sorte, è certamente necessario inserire anche quello dei Grim Reaper. Dopo la fine della band, anche per motivi extra-musicali legati a dispute legali con case discografiche poco interessate alla musica, ma molto (e male) ai soldi, quello dei Grim Reaper sembrava un nome destinato solo ad essere classificato come un bel ricordo. Invece, rimesso in piedi il progetto nel 2006 con una nuova serie di compagni d’arme dopo averlo ribattezzato ufficialmente Steve Grimmett’s Grim Reaper sempre per questioni legali, il cantante riesce alfine a mettere sul mercato Walking in the Shadows, il tanto atteso album del ritorno già annunciato dal 2013.

Fin dal primo approccio con la scaletta del CD, quel che viene fuori con una certa chiarezza è forse la cosa più importante, considerando la storia che il moniker rappresenta. Walking in the Shadows è estremamente rispettoso del passato e punta su una registrazione coerente con quanto è lecito attendersi. L’album suona infatti come il quarto lavoro dei Grim Reaper e non come un prodotto posticcio, come qualcosa che è stato composto da una band che suona e compone senza presentare una relazione con i tre dischi degli anni 80. Zero samples, zero elettronica, qualche imperfezione qua e là, la caratteristica voce di Grimmett: il sapore dei tempi che furono sembra essere restituito quasi intatto. A questo proposito, però, se da un lato è indubbio che il timbro, il mestiere e persino il carisma del cantante sono rimasti, tutti questi anni non sono passati senza lasciare qualche traccia. Non che Steve lasci qui qualcosa di clamoroso per strada, ma non sembra più in grado di graffiare in profondità come un tempo quando si tratta di affondare con l’interpretazione. Inoltre, qualche momento di difficoltà risulta palese nei passaggi più tirati. Detto questo, Walking in the Shadows (riferimento alla serie Hammer House of Horror, uscita in Italia col titolo Racconti del Brivido) è un disco profondamente Grim Reaper, fatto dei tipici riff, dei classici arrangiamenti e soprattutto della ricerca dei famosi chorus firmati Grimmett, con testi che cercano sempre di raccontare episodi di vita. Che si tratti delle vicende dei piloti degli Spitfire durante il secondo conflitto mondiale o di quella personale del cantante, preso nella spirale della dipendenza da antidolorifici a causa dei suoi gravi problemi di schiena -sappiamo purtroppo che poco dopo l’uscita di questo disco gli accadrà di peggio- o ancora dei problemi privati di Call Me in the Morning, c’è sempre da ascoltare qualcosa. Dal punto di vista strettamente musicale, i frangenti più riusciti sono da identificare nel trittico d’apertura costituito dall’aggressiva opener Wings of Angel, classica canzone d’apertura molto performante e dal ritornello da coro col pubblico, dalla tellurica title-track e dalla vivace Reach Out, ma l’intera scaletta scorre affidabile e sicura. Espressamente da concerto l’anthemica Rock Will Never Die, costruita solo per cantare con la gente, mentre capitoli un po’ sottotono sono le anonime I’m Coming for You e Now You See Me. Piacevole e godibile il resto, sempre all’insegna di quell’impronta heavy che è trademark del gruppo.

Walking in the Shadows ci riconsegna dunque un gruppo che pur presentando il solo Grimmett della line-up di un tempo, suona esattamente come i Grim Reaper devono suonare; chiunque ci sia in formazione. La sua qualità migliore è la sicurezza nella scrittura, basata sulla semplicità delle progressioni, sull’inserimento di assoli sempre adeguati -buona la prova di Ian Nash- su ritornelli che durante i concerti valorizzeranno molto il loro effetto e, nemmeno a dirlo, sulla voce di Grimmett. Tuttavia, pur non mostrando difetti evidenti oltre alle diminuite capacità del singer connesse semplicemente allo scorrere del tempo, non riesce mai a decollare realmente. Tante buone cose a macchia di leopardo, il classico flavour del Mietitore che aleggia pieno su tutte le canzoni e l’impressione complessiva di un ritorno condotto con grande dignità, cogliendo un risultato finale positivo. Walking in the Shadows, però, resta piuttosto lontano dai lavori degli anni 80 e probabilmente c’era da aspettarselo. Album piacevole, divertente, a tratti coinvolgente tanto da indurre chi scrive a riconsiderare quel “discutibile” affibbiato all’operazione ritorno, ed addirittura struggente almeno per chi ha vissuto la nascita e la morte prematura del gruppo, ma non più che discreto. I Grim Reaper ci avevano abituato all’eccellenza, ma i lustri passano e questo è probabilmente il massimo ottenibile attualmente. Proprio per tale motivo merita una chance.



VOTO RECENSORE
71
VOTO LETTORI
83.14 su 7 voti [ VOTA]
Joe 69
Martedì 16 Agosto 2022, 18.21.24
3
Non un grandissimo album ma pur sempre apprezzabile per il nostro Steve che purtroppo oggi ci ha lasciato a soli 62 anni dopo aver avuto un sacco di sfighe varie tra cui un diabete pesantissimo. Aimè se ne va un altro pezzo che aveva contribuito non poco alla NWOBHM. Riposa in pace.
Steelminded
Giovedì 23 Agosto 2018, 22.22.36
2
Io l'ho ascoltato da poco e secondo me è un album tipico Grim Reaper, come se seguisse a stretto giro Rock You To Hell. Ovviamente la voce non è più la stessa e i pezzi non sono il top dell'originalità, con il già sentito che affiora e ritornelli che si ripetono a volte allo sfinimento Ma è il tipico marchio Grim Reaper tutto sommato. Il disco cresce con gli ascolti anche per la grandissima capacità di Steve di creare ritornelli e strofe che sono veri e prori inni al metal classico di quello più semplice ed efficace. Ottimo lavoro di chitarra. Bravo Steve, davvero non speravo in una uscita di tale livello. Spero che ti sia ripreso alla grande dalla sfortuna che ti è capitata. Se capiterai dalle mie parti starò sotto al palco a urlare Fera No Evil e See You in Hell!
Vitadathrasher
Venerdì 30 Giugno 2017, 12.33.17
1
Considerato il tempo passato dal capolavoro rock you... è un buon album. La voce è una delle pecche di questo lavoro e fa quel che può, considerata l'eta e a ciò che ci aveva abituati. La chitarra sembra suonata direttamente da bowcott, sia per sound che per qualità. Un album che non lascia l'amaro in bocca, molti ritornelli rimangono impressi e la chitarra fa gran parte del lavoro tra riff e ottimi assoli.
INFORMAZIONI
2016
Dissonance Productions
Heavy
Tracklist
1. Wings of Angels
2. Walking in the Shadows
3. Reach Out
4. I’m Coming for You
5. From Hell
6. Call Me in the Morning
7. Rock Will Never Die
8. Temptation
9. Thunder
10. Now You See Me
11. Blue Murder
12. Come Hell or High Water
Line Up
Steve Grimmett (Voce)
Ian Nash (Chitarra)
Martin Trail (Basso)
Paul White (Batteria)
 
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