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UFO - Strangers in the Night
06/05/2017
( 5303 letture )
Le grandi storie d’amore finiscono, a volte. E’ triste dirlo, perché si vorrebbe credere che l’amore fosse eterno. Forse è davvero così, ma l’amore da solo a volte non basta. Ci sono casi nei quali a volte è proprio l’amore a portare una storia a finire: per non soffrire troppo, per non vedere soffrire troppo. A volte, quell’amore che sembrava perfetto, semplicemente non regge alla prova della vita, alla prova del tempo, quando la passione cala e quello che resta diventa una convivenza sempre più scomoda, finché la consunzione non incontra un episodio, una scusa come un’altra e le strade, inevitabilmente, si separano. La grande storia d’amore tra Michael Schenker e gli UFO finì il 29 ottobre 1978, a Palo Alto, California. Era iniziata nel giugno del 1973, quando gli UFO, preso l’aereo per un tour in Germania, si ritrovarono senza chitarrista, dato che Bernie Marsden diede forfait senza neanche raggiungere i compagni e a loro non restò che ingaggiare un giovanissimo diciottenne che suonava nella band di supporto, dei ragazzi di Hannover chiamati Scorpions. Dopo la serata, Michael divenne un membro degli UFO e volò in Gran Bretagna, per realizzare una serie strepitosa di album da studio, iniziata con Phenomenon e terminata con Obsession. Nel mezzo, la vera svolta per gli inglesi, che grazie al biondo chitarrista trovarono il proprio assetto e la propria identità, divenendo finalmente abbastanza famosi per fare tour sempre più estesi negli States; all’inizio come terza band in cartellone, alla fine come headliner in arene da 7-8000 persone, intente a cantare Doctor Doctor e Lights Out e gli altri successi. Era arrivato il momento per la consacrazione, per entrare nella leggenda e fu così che, in vista di sei concerti consecutivi, aperti nella città amica di Chicago da una serata all’Amphitheatre, davanti a 15000 persone, il fidato produttore Ron Nevison raggiunse la band con uno studio mobile e il tecnico del suono Mike Clink, per catturare l’essenza del gruppo dal vivo e lanciarla su un doppio vinile. Tutto era praticamente perfetto: la band completata dal mai troppo lodato Paul Raymond era una vera macchina da guerra, carica e decisa a mangiare letteralmente il pubblico, senza fare prigionieri; un lotto di grandi canzoni frutto di cinque album in continuo crescendo; un pubblico ormai abbastanza grande e diffuso da sostenere costantemente il gruppo e il produttore giusto per esaltare il tutto nella resa su vinile. Nasce così uno dei più grandi live album di tutti i tempi, per qualcuno il più grande (vedi il superfan Slash), in una decade che del doppio disco dal vivo fece un evento spartiacque, il momento della verità, la vera consacrazione. Perché era sul palco che si dimostrava di essere i migliori, degni di entrare nella leggenda o di essere semplici comprimari dalle belle speranze.

Registrato nelle due date dell’Amphitheatre di Chicago e nella successiva data di Louisville, al The Gardens, Strangers in the Night è l’essenza dell’album hard rock dal vivo, la massima espressione degli UFO e l’esaltante testimonianza di una marcia trionfale che porta a sei il numero degli album classici di questa band, ma in certo senso fa storia a sé nella intera discografia, rimanendo di gran lunga il punto più alto e brillante raggiunto e forse raggiungibile. Nevison riuscì nel suo intento di fare pochissimi interventi da studio, lasciando che fosse la sola prestazione della band a parlare. L’unico trucco utilizzato fu la necessità, una volta deciso che si dovesse trattare di un doppio album, di aggiungere un paio di brani alla scaletta finale, con Mother Mary e This Kid’s inseriti a posteriori e suonati in studio dal gruppo, con il pubblico amalgamato nel mixaggio dal produttore e l’intera scaletta rimaneggiata in maniera da essere perfettamente divisibile nelle quattro facciate del doppio vinile e consentire così un mixaggio uniforme e al massimo volume. Il resto lo fa la magia di una band splendida alle prese col meglio del suo repertorio e con una grinta assolutamente palpabile e incontenibile, contagiosa, potentissima. Basta sentire l’intenzione nell’attacco di Schenker in Natural Thing, subito doppiato dall’impetuoso basso di Way e dalla voce di Mogg, per capire che quella sera non ce n’era per nessuno e Parker non resta davvero da parte, portando la band ancora più in palla, con Raymond a doppiare al piano il riff rock’n’roll semplice e contagioso che non concede possibilità di fuga, fino al pulitissimo e già perfetto assolo. Praticamente senza interruzione parte Out in the Street ed è un nuovo perfetto connubio tra melodia e potenza, arrangiamenti con piano e tastiera e assoli da brivido di uno Schenker semplicemente superiore. Only You Can Rock Me, come suggerito dal titolo è ancora rock trascinante, che con la voce di Mogg diventa avvolgente e canagliesco al tempo stesso, ma è già tempo per il primo immortale classico: Doctor Doctor trova in questa sede la sua versione definitiva, con l’intro di Raymond che aggiunge sostanza alla chitarra di Schenker e la fa volare rendendo irresistibile poi l’entrata del riff in un tripudio di atmosfera irrefrenabile sottolineato con trasporto dal pubblico. Brividi assicurati. Si può storcere il naso sapendo che le seguenti due canzoni non sono in realtà dal vivo, ma senza saperlo e semplicemente ascoltando, è davvero impossibile rendersene conto e Mother Mary col suo riffone spezzato e gli incredibili assolo di Schenker è un classico dimenticato che merita di essere assolutamente riscoperto, assieme alla strepitosa This Kid’s che col suo riff impetuoso e i cambi di atmosfera dati dal piano si rivela un altro brano semplicemente perfetto, dal break rock’n’roll irresistibile e uno Schenker stellare; ma è davvero tutta la band a rendere a livelli incredibili e la sezione ritmica non è davvero da meno nel sostenere le trame dei solisti. In mezzo all’eccellenza è difficile scegliere il meglio, ma per molti (compreso il superfan Steve Harris), Love to Love è semplicemente “LA” canzone di Strangers in the Night. Difficile negare che già la partenza, con l’intro di tastiera a creare tensione e l’esplosione del riff di chitarra, sia da Olimpo del Rock e da cardiopalma per l’ascoltatore, segue poi il brano vero e proprio, con la sua bellissima melodia rotta nuovamente dall’esplosione chitarristica e consegnata alla leggenda dall’accelerazione finale, impetuosa e dirompente dominata dal pulitissimo e indimenticabile tratto di Schenker. Otto minuti di meraviglia, seguiti da due brani che da soli varrebbero le discografie di fin troppe band: Lights Out è l’apoteosi, il suo riff pre-heavy metal, gli strepitosi assoli di Schenker, il tiro pauroso della ritmica, la voglia di urlare il refrain con tutto il cuore al cielo assieme a Mogg, fin troppe emozioni tutte in questi cinque minuti che letteralmente volano via e, poi, Rock Bottom, con i suoi undici minuti di spettacolo targato Michael Schenker, semplicemente da ascoltare in silenziosa ammirazione. Dopo un trittico del genere, non si sa davvero cosa chiedere, ma la band non ha esaurito le frecce al proprio arco e le restanti canzoni mantengono un livello stellare di tensione, qualità, calore e tiro, rappresentando la parte puramente hard rock del disco ed una delle sequenze migliori tra quelle proposte in un contesto magnifico come questo incredibile doppio live album, con Let It Roll ad esaltare l’animo più infuocato dell’ultima parte di set e Shoot Shoot quello più ruffiano e melodico.

Prima o poi le storie d’amore finiscono, lo abbiamo detto. Nel caso degli UFO e di Michael Schenker le cose andarono male per una serie di motivi: il tedesco col passare del tempo non si trovava a suo agio in mezzo ai compagni inglesi, oltretutto intenti ad uno stile di vita decisamente borderline e in pratica viveva da solitario, evitando ogni contatto con loro se non in studio o sul palco; in più, lo stress derivante da sei anni condotti costantemente all’arrembaggio e di continuo in tour aveva lasciato il segno. Eppure, per quanto possa sembrare incredibile, l’episodio che segnò la fine del sodalizio fu legato proprio a Strangers in the Night e alla versione di Rock Bottom che Nevison selezionò per l’album. La canzone era evidentemente il momento di gloria per il chitarrista e Schenker non riteneva che quella scelta fosse la miglior versione e fece di tutto perché non finisse nel master. Messo di fronte alla decisione irrevocabile del produttore, il tedesco considerò il tutto un affronto non tollerabile e la classica goccia che fece traboccare il vaso fu, infine, un alterco con il sempre irascibile e violento Mogg, che finì a cazzotti. Schenker aveva promesso che se mai fosse successo qualcosa del genere, se ne sarebbe andato e così fece, per poi rientrare altre due volte nel gruppo, molti anni dopo, quando il vero successo sia per la band che per lui stesso, erano svaniti da tempo. Strangers in the Night alla sua uscita, nel gennaio 1979, fece sfracelli in classifica, tanto in Gran Bretagna quanto negli USA, ma invece di rappresentare il trampolino di lancio per il definitivo successo degli UFO, ne decretò l’ultimo vero acuto, con l’inevitabile crisi rappresentata dall’uscita di Schenker a mettere un fermo alle ambizioni della band. Le recensioni, allora come adesso, furono entusiastiche e sin da subito fu evidente a tutti che avevamo per le mani un disco eccellente, raro, di quelli che escono una volta sola e restano per sempre. Strangers in the Night è uno dei più grandi live album in settant’anni di rock, testimone del momento magico di una band che non ha mai raccolto quanto seminato e dall’incredibile talento, nei singoli -su tutti Schenker, ma non solo- come nel collettivo e di un lotto di canzoni perfette, splendide, intoccabili dal tempo. Semplicemente inammissibile non avere questo album nella propria collezione, a prescindere dai gusti.
Da segnalare infine la ristampa in CD del 1999, alla quale segue la versione remaster del 2008, che restaura la scaletta originaria, con due brani in più presi sempre dalle registrazioni originali e la corretta sequenza di quel tour. Per chi è avvezzo alla versione in vinile sarà forse difficile affezionarsi a questa disposizione dei brani, come successo anche per la ristampa completa di altri due monumenti dal vivo come Live at Leeds degli Who e Made in Japan dei Deep Purple, ma resta una bella operazione di restauro, per tutti i fan degli UFO e per chi volesse avvicinarsi per la prima volta a questo capolavoro immortale.



VOTO RECENSORE
94
VOTO LETTORI
92.81 su 27 voti [ VOTA]
Rob Fleming
Martedì 3 Ottobre 2023, 10.01.23
41
Oggi avevo bisogno di elettricità, di gusto melodico e di vero hard rock. E poi...niente, quello che fa Michael Schenker in sto disco l\'han fatto veramente in pochi nella storia. E la cosa clamorosa è che il tutto è al servizio della canzone e non il contrario. Un loro disco (a scelta) dovrebbe essere presente in ogni casa.
domenico
Domenica 1 Novembre 2020, 17.10.08
40
Grande album,per me 100 meritatissimi.Io che ho superato abbondandemente i 50 anni .Sublimi,gli Ufo li seguo dagli esordi,visti in concerto a Londra 1980.senza Schenker ma con un'altro "Grande " Paul Chapman-Spettacolo puro.Una band in grande forma.Saluti a tutti
thrasher
Lunedì 22 Aprile 2019, 21.04.16
39
Elio che ne pensi di questo disco?
Philosopher3185
Lunedì 22 Aprile 2019, 20.28.12
38
I veri live di una volta! niente artifici,niente cazzate,solo rock diretto senza fronzoli,suonato con energia,sudore,passione,con errori,difetti ma calore e potenza.
rocklife
Domenica 14 Aprile 2019, 12.12.15
37
grazie paul per questo l.p. pietra miliare del rock...r.i.p.
Mirkorock
Venerdì 12 Ottobre 2018, 20.28.28
36
Un ' altro grande Live dei mitici anni 70
Renna
Giovedì 23 Agosto 2018, 22.05.59
35
quando i live segnavano una parte di produzione, band iconica davvero un best of
nonchalance
Venerdì 12 Maggio 2017, 20.12.17
34
Forse nel prossimo tour lo suoneranno tutto quanto..
Silvia
Mercoledì 10 Maggio 2017, 23.35.57
33
@Metal Shock la passione è un'altra cosa. Intendevo dire che quando ascolto qualcosa che non ho vissuto non riesco ad interiorizzarlo. Metal never dies senza ombra di dubbio
The_Guest
Mercoledì 10 Maggio 2017, 23.19.59
32
@Lizard, bellissima recensione per un album immortale. Tra i solchi di questo live sono intrappolate le emozioni, l'energia creativa e l'intesità di un'epoca irripetibile. Tanto, troppo sottovalutati come sono stati altri, grandi e veri musicisti.
Rob Fleming
Mercoledì 10 Maggio 2017, 14.53.31
31
@Metal Shock: 30 minuti di standing ovation
Metal Shock
Mercoledì 10 Maggio 2017, 12.52.19
30
@Silvia: per me ascoltare le band di un passato in cui non ero ancora neanch nato non e` esigenza storica ma vera e propria passione per la musica che amo e che mi piace riscoprire, ognuno giustamente la pensa come vuole. Anche il sottoscritto ha migliaia di dischi ed ho sempre trovato il tempo per ascoltarli ed ancora oggi appeno ho tempo lo faccio. Metal never die!!!!!!!
Max1
Mercoledì 10 Maggio 2017, 12.20.28
29
Band he non ho mai annoverato tra le mie preferite, però questo live è un must!
MartonMetal
Mercoledì 10 Maggio 2017, 11.53.09
28
Insieme a Made in Japan il "Doppio Live" per antonomasia. Li ho amati, li amo E li amerò per sempre. Stay UFO!
Silvia
Mercoledì 10 Maggio 2017, 10.14.09
27
@Metal Shock, esatto. Ma io non avevo bisogno di andare a ritroso perchè ho sempre avuto un approccio instintivo alla musica. E quando mi avvicino ai grandi classici come questo disco degli UFO (che fra l'altro mi sta piacendo molto) è più una esigenza storica, molto interessante da approfondire, quasi un ritrovare il bandolo della matassa, ma non soddisfa un bisogno emozionale come lo è l'ascolto dei "miei" gruppi, non so se mi spiego.... Se non contestualizzassi questi gruppi direi che non hanno nessuna attinenza con i Maiden
Metal Shock
Mercoledì 10 Maggio 2017, 5.42.31
26
Ognuno ovvio ascolta cosa vuole, come vuole, ma non ascoktare band del passato per contestualizazzione storica non lo capisco. Per me, 44 anni, per capire la musica del presente della mia adolescenza era necessario partire dal passato, ascoltando band degli anni 70, ma anche prima, ed ascoltare i miei contempiranei. Se ascolti gli Iron non puoi no ascoltare gli Ufo o i Thin Lizzy, che assieme ai Priest sono quelli che per primi adottavano le twin guitars. Ripeto, nessuna critica, ma il passato va` ascoltato, come il presente, focalizzarsi solo su di un periodo lo trovo limitante.
Silvia
Martedì 9 Maggio 2017, 23.43.38
25
@Rob Fleming, grazie x le precisazioni, molto carino e bello da leggere il tuo post. Io però intendevo non un inquadramento oggettivo ma soggettivo. Esempio, quando ho ascoltato i Wishbone Ash ho sentito qualcosa di totalmente avulso da ciò che è il mio background. Insomma, come se mancasse la bussola musicale.... Penserai, ma che c'entra, l'importante è che ti piaccia... Non ne sono così sicura.... Inoltre sai mi pare che la differenza fra hard rock e heavy metal sia da attribuire più alla contaminazione blues presente nell'hard rock, come dissero i Led Zeppelin. L'improvvisazione live e lo stravolgimento dei pezzi infatti era forse più una caratteristica tipica degli anni 70 perchè è presente anche in bands come i Dire Straits [ho visto che ti piacciono, erano i miei preferiti della primissima adolescenza, dai non ascolto solo gli Iron Maiden ]. @rik, è vero la copertina porta fuori strada....
Rob Fleming
Martedì 9 Maggio 2017, 20.01.49
24
@Silvia: le tue riflessioni ci stanno. Ma parti dal presupposto che UFO (e Golden Earring) sono stati più che mere ispirazioni per Steve Harris. Ascoltando loro (soprattutto, per entrambi i gruppi, gli album degli anni '70), potrai invece scoprire tesori inestimabili e capire certe soluzioni ed evoluzioni successive dei Maiden. Sia chiaro parlo di ispirazione; di influenze, di "basi di partenza". Questo album in particolare merita di essere ascoltato per comprendere - è una idea di Silvio Ricci che lessi nel suo Hard Rock Story 30 anni fa, ma che ritengo corretta - in cosa consista la vera differenza tra l'hard rock e l'heavy metal: l'improvvisazione. Saper prendere una canzone e stravolgerla in sede live. Qua puoi ascoltare Michael Schenker al suo meglio. Guardala sotto quest'ottica e "l'inquadramento del momento storico" ti sarà più chiaro.
Silvia
Martedì 9 Maggio 2017, 12.28.47
23
@Gabriele, guarda la mia difficoltà invece è proprio l'assimilazione e l'interiorizzazione dei dischi del passato che non ho vissuto. Mi sembrano appunto confinati nel tempo e soprattutto non li so contestualizzare, sento che mi manca l'inquadramento del "momento storico" x comprenderne appieno la grandezza, al di là del gusto. Detto questo, trovo che la recensione sia veramente grandiosa, complimenti! perchè spinge all'ascolto, (cosa che sto facendo infatti) senza dare x scontato che tutti conoscano il disco 😉... [Gabriele, breve OT x dire che siamo coetanei e anch'io ho le mie due "comfort songs" che a distanza di decenni di ascolto perpetuo mi emozionano ancora tanto da stupirmi, Phantom of the Opera dei Maiden e Nightfall dei Blind Guardian. PS: il Madman -anche se non lo seguo più - è stato il mio primissimo incontro con l'heavy classico, purtroppo prestai il disco e non mi venne mai restituito...]
Gabriele
Lunedì 8 Maggio 2017, 22.26.40
22
scusate l'ot, va di moda ultimamente.... disco ovviamente da avere, punto.
Gabriele
Lunedì 8 Maggio 2017, 22.22.20
21
@Silvia. il tuo non e' un limite... e' la vita che e' cosi'. Un mio amico "msicale" ha sessant'anni e per luiil mondo e' "finito" con gli steppenwolf, io ne ho 45 e considero il black album il disco "nuovo" dei metallica o fear of the dark la roba nuova dei maiden.. Credo che ognuno di noi abbia i dischi che ha vissuto, intendo nell'eta' dorata, quella dai 18 ai 30 anni, ai quali rimarra' legato come ad un amore intenso, come a quelle sensazioni che in quegli anni sono "assolute". Poi ci sono i dischi che uno impara dopo o che comunque assimila successivamente, i queli ovviamente difficilmente, se pur belli, raggiungeranno i picchi "ormonali" di quelli sopra. Il tutto, ovviamente con le dovte eccezioni, imho. Es. il mio primo disco metal e' del Madman e l'assolo di Mr Crowley di Randy, mi da delle emozioni cosi' forti anche se lo ascolto oggi, dopo quasi 30 anni, che mi stupisco da solo .
Mr.Darcy
Lunedì 8 Maggio 2017, 7.17.30
20
Capolavoro assoluto.
Silvia
Domenica 7 Maggio 2017, 22.48.50
19
Un gruppo che mi ripropongo di approfondire da sempre, come Deep Purple, Black Sabbath, Wishbone Ash, le prime cose di Gary Moore (uno dei miei chitarristi preferiti), Journey, Johnny Winter etc etc ma purtroppo tutto quello che viene prima della mia adolescenza (anni 80) e che quindi "non ho vissuto" non lo sento mio e non riesco ad apprezzarlo veramente. Lo so è un mio grosso limite
Fly 74
Domenica 7 Maggio 2017, 22.35.33
18
Non lo ascolto più da tempo, ormai lo conosco a memoria. Chi non ce l'ha se lo procuri subito, è un ordine!
Luke_666
Domenica 7 Maggio 2017, 22.23.00
17
Non conto nranche più gli ascolti che ho dedicato a questo capolavoro immortale della musica tutta!
5150 EVH
Domenica 7 Maggio 2017, 17.45.46
16
Disco fenomenale ... 100 ! Band stratosferica ! Musicisti eccezionali !
marmar
Sabato 6 Maggio 2017, 23.27.33
15
Disco epocale, immensi UFO.
phillives
Sabato 6 Maggio 2017, 19.10.56
14
Ma se non date 100 a questo, a chi lo date?
rik bay area thrash
Sabato 6 Maggio 2017, 17.52.58
13
Prima dell' avvento 'ufficiale' della n.w.o.b.h.m. (1980), quel poco o pochissimo che si riusciva ad ascoltare (per radio) e ad avere notizie, beh gli ufo era un gruppo che ebbi modo di conoscere ed apprezzare. Certo, il loro hard rock sebbene abbastanza irruento aveva una componente melodica non indifferente ma che fortunatamente non scadeva nel melenso. Certo ri-ascoltato ai giorni nostri sembra un po 'leggerino' considerato a quali livelli di 'elettricità' siamo giunti, ma se pensiamo all' epoca della sua realizzazione si può apprezzare l' essenza di una band hard rock nel pieno della loro maturità artistica in contesto 'live' che forse è la migliore situazione che si può desiderare. L'unica cosa che non ho mai capito è la cover, poco 'attrattiva' ...
Metal Maniac
Sabato 6 Maggio 2017, 15.12.43
12
uno dei migliori live della storia. tutte stupende ma "love to love" e "lights out" sono il massimo... voto: 95.
galilee
Sabato 6 Maggio 2017, 14.26.48
11
Un live da capogiro. Uno dei migliori che abbia mai sentito. Doctor Doctor please..
Rob Fleming
Sabato 6 Maggio 2017, 13.18.34
10
Capolavoro. Di meglio, in materia, ci sono solo Made in Japan e, forse, il Live '77 dei Golden Earring. E se si dovesse spiegare cosa significa saper improvvisare senza mai scadere nell'iper tecnicismo fine a se stesso, Rock Bottom sarebbe da insegnare ad ogni scuola di musica: una delle più grandi esibizioni solistiche di sempre. 90
lux chaos
Sabato 6 Maggio 2017, 12.56.26
9
Capolavoro
Jo-lunch
Sabato 6 Maggio 2017, 12.55.00
8
Anche per me uno dei migliori live album di sempre.
Mulo
Sabato 6 Maggio 2017, 12.45.49
7
Molto molto bello,contiene il meglio della produzione degli UFO. 90/100
imaurizio
Sabato 6 Maggio 2017, 12.28.37
6
sembra strano come mai gli UFO siano stati sempre così sottovalutati io gli ho amatida subito ...grandi album grandi musicisti grandissimo michael schenker uno dei miei chitarristi preferiti anche con i suoi album solisti che dire un album eccezzionale voto 100 è un peccato che i ragazzi oggi crescano sopratutto con il rap e musichette insulse io strangers in the night lo farei sentire nelle scuole elementari bisogna educare musicalmente questi giovani
LAMBRUSCORE
Sabato 6 Maggio 2017, 12.26.47
5
Buona band. Non li ho mai cagati troppo. Rock leggerino ma live veramente bello e prodotto benissimo, da ascoltare quando si ha voglia di roba soft, per me un 80 lo merita.
Jimi The Ghost
Sabato 6 Maggio 2017, 12.18.16
4
Da brividi.
Alex Cavani
Sabato 6 Maggio 2017, 11.43.09
3
Per me IL LIVE per eccellenza è e rimarrà sempre Space Ritual degli Hawkwind, ma questo ebbi la fortuna di ascoltarlo per intero in un negozio di dischi a Bologna da ragazzino e dato che amavo gli UFO space rock questo disco mi spiazzò non poco. Riascoltato poco tempo fa mi piacque invece, ma non lo riascolterei tutti i giorni.
Hard & heavy
Sabato 6 Maggio 2017, 11.32.28
2
da avere, da ascoltare in religioso silenzio. IL live per eccellenza 95/100.
Metal Shock
Sabato 6 Maggio 2017, 11.14.30
1
Non sò ma bisogna commentare???? Uno dei live album migliori di sempre, una band in stato di grazia e una serie di canzoni immortali. Voto 100!
INFORMAZIONI
1979
Chrysalis Records
Hard Rock
Tracklist
1. Natural Thing
2. Out in the Street
3. Only You Can Rock Me
4. Doctor Doctor
5. Mother Mary
6. This Kid’s
7. Love to Love
8. Lights Out
9. Rock Bottom
10. Too Hot to Handle
11. I’m a Loser
12. Let It Roll
13. Shoot Shoot

Ristampa in CD
1. Hot ‘n’ Ready
2. Cherry
3. Let It Roll
4. Love to Love
5. Natural Thing
6. Out in the Street
7. Only You Can Rock Me
8. Mother Mary
9. This Kid’s
10. Doctor Doctor
11. I’m a Loser
12. Lights Out
13. Rock Bottom
14. Too Hot to Handle
15. Shoot Shoot
Line Up
Phil Mogg (Voce)
Michael Schenker (Chitarra)
Paul Raymond (Tastiera, Chitarra, Voce)
Pete Way (Basso)
Andy Parker (Batteria)
 
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