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Gov`t Mule - Dose
08/05/2017
( 2125 letture )
I Gov’t Mule sono una delle “entità” (definirlo “gruppo è riduttivo, come si vedrà a breve) più particolari della musica rock degli ultimi 30 anni. In primo luogo per la composizione: da buona e validissima erede della stirpe delle “jam band” americane, ossia gruppi nati e dedicati principalmente alle esibizioni live ad alto tasso di improvvisazione, non ha mai rinunciato ad aprirsi a numerose collaborazioni: gli unici punti fermi sono sempre stati il cantante e chitarrista Warren Haynes e il batterista Matt Abts, affiancati sino al 2000 (anno della sua prematura scomparsa) dal bassista Allen Woody. Tutti gli altri membri sono stati, o sono, parte di un collettivo multiforme e variabile a seconda del momento e del luogo. Secondariamente, dal punto di vista dello stile. Se si vuol trovare un’influenza dominante, questa è sicuramente individuabile nel southern rock degli Allman Brothers Band (di cui i Gov’t Mule sono una sorta di “progetto parallelo”, data la presenza di Haynes e Woody in entrambe le band durante gli anni’90) e dei Lynyrd Skynyrd; ma, esattamente come nel caso delle due band principali del genere, è fortissima la presenza di blues, jazz, funky e country nei loro “impasti” musicali. La vocazione alla resa live, con annesse improvvisazioni e interazioni solistiche fra i vari musicisti sul palco, enfatizza e amplifica ancora di più la varietà e l’eterogeneità delle loro proposte, rendendoli uno dei gruppi più vari ed interessanti che si possano avere il piacere di ammirare su un palco.

Proprio la loro totale dedizione alla resa live rende abbastanza difficoltoso l’esame delle loro prove da studio, di cui il qui presente Dose, datato 1998, costituisce la seconda brillante release, dopo l’omonimo debutto del 1995. Se brani come l’opener Blind Man in the Dark o la ritmata Game Face possono essere ricondotte ad un “canonico” southern rock d’annata, dominato dalla calda voce di Haynes, abile a sdoppiarsi e a proporsi anche come dotato chitarrista, sia ritmico sia solista, già le variegate Thorazine Shuffle e Thelonius Beck, ricche di assoli e parti strumentali psichedeliche e ipnotiche, sono molto più difficili da decifrare e assimilare al primo ascolto. E ancora più spiazzante, per l’ascoltatore metal-rock tipico, può essere la lenta, sofferta e intensissima Towering Fool, cantata come solo un Joe Cocker d’annata avrebbe potuto.
Se questo non bastasse ancora (per inciso, dopo i primi cinque brani è già passata mezz’ora abbondante di ottima musica; le durate medie superano ampiamente i cinque minuti), ecco che a scompaginare le carte nuovamente arrivano due cover: la prima è una versione rock-soul di un tipico canto gospel delle chiese d’America, John The Revelator, mentre l’altra è una rivisitazione assolutamente riuscita e sorprendente, in chiave Lynyrd Skynyrd, di un vecchio classico nientemeno che dei Beatles, She Said, She Said. Il resto del disco termina fra potenti pezzi rock, lenti blues da assaporare piano piano, e gli immancabili pezzi acustici, che non mancheranno mai in un disco di una rock band americana.

Dopo questo album, i Mule continueranno la loro carriera su disco, pubblicando album di inediti con cadenza quasi sempre biennali, e sempre di un livello più che discreto. Ma, soprattutto, non cesseranno mai di girare l’America, e a volte anche il resto del mondo, proponendo sempre spettacoli ad altissimo tasso di coinvolgimento, dove i brani su disco costituiscono solo i canovacci di partenza per lanciarsi in lunghissime divagazioni strumentali. E, visto che proprio quest’estate i nostri faranno tappa in Europa, Italia compresa, il consiglio migliore che posso darvi è di non mancare l’appuntamento con la loro esibizione live: se su disco le loro vere potenzialità non sono facili da cogliere appieno, solo vederli dal vivo mostra quanto la passione e l’amore per la musica possa trasformare questi grandi musicisti e renderli autentici alfieri del rock più vero e passionale.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
85.66 su 3 voti [ VOTA]
Rob Fleming
Sabato 13 Maggio 2017, 16.28.51
1
Per come la vedo io, i Gov't Mule sono la più grande hard rock band degli ultimi 20 anni. Hard Rock inteso come saper improvvisare e mutare pelle a seconda del momento. Chi c'è al mondo che rimanendo credibile passa dal blues (I Shall Return), all'hard rock (Thorazine Shuffle), dal jazz (Thelonius Beck ) al folk (Raven Black Night) alla super ballata notturna di Towering Fool come il "Mulo del Governo"? Nessuno! Senza contare che in altri dischi hanno dato dimostrazione di saperci fare con reggae, prog; Pink Floyd, Deep Purple senza sbagliare un colpo. 83
INFORMAZIONI
1994
Volcano Entertainment
Southern Rock
Tracklist
1. Blind Man in the Dark
2. Thorazine Shuffle
3. Thelonius Beck
4. Game Face
5. Towering Fool
6. Birth of the Mule
7. John the Revelator
8. She Said, She Said
9. Larger Than Life
10. Raven Black Night
11. I Shall Return
Line Up
Warren Haynes (Voce, Chitarra, Percussioni)
Allen Woody (Basso, Mandolino)
Matt Abts (Batteria, Percussioni)

Ospiti
Michael Barbiero (Produzione, Tamburello basco su traccia 7)
 
RECENSIONI
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