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Bad English - Backlash
20/05/2017
( 2588 letture )
Breve ma intenso, qualità da vendere e grandi composizioni, peccato che il tempo dei Bad English sia durato veramente poco, troppo poco. La superband pubblica Backlash, secondo e ultimo capitolo in studio, il 27 agosto 1991 per la Epic Records, e poi sparisce definitivamente dai radar del mondo del rock duro e sofisticato. Se il primo, eponimo, album aveva spaccato le classifiche nordamericane, guadagnandosi il platino negli Usa e l’oro in Canada, più altri obiettivi importanti raggiunti con grandi consensi, questo secondo lavoro non otterrà red carpet o dati di vendita leggendari. Perché tutto ciò? La ragione è semplice: poca coesione nella band, periodo storico che voltava le spalle al grande AOR/hard in favore del grunge, ma soprattutto tanti professionisti di comprovata fama che volgevano lo sguardo verso nuovi progetti; negli anni tutte le verità sono venute a galla, anche se onestamente ammetto che tra i due dischi, questo Backlash è certamente il mio favorito. Di poco, ma lo ritengo migliore del pluriosannato debutto. La line-up incominciò a vivere contrasti addirittura prima del mixaggio delle tracce: come ha ammesso il bassista e songwriter Ricky Phillips, lui e Neal Schon erano contrari alla deriva pop che la formazione aveva ormai imboccato, e basta osservare i contributi di compositori esterni per capire cosa si intende; parlo di grandissime penne nello stardom del rock ma con inclinazioni leggerine, una su tutte la meravigliosa Diane Warren, una vera e propria sforna hit che qui appone la sua firma su The Time Alone with You. Insomma, tensioni e malcontenti che sfoceranno in altri panorami, con Schon e Castronovo diretti alla navicella stratosferica degli Hardline con il loro magnifico ed epocale debutto, quello sì composto con hard incendiario e stratosferico, e Waite che tirava un’ennesima bordata all’integrità del gruppo, affermando che da sempre si sentiva un artista solista che a fatica si integrava in un lavoro d’equipe. Insomma frittata fatta e monicker in soffitta per sempre, un vero delitto purtroppo. Però questo CD è davvero fenomenale, sarebbe da pazzi negarlo, e si presenta ancora oggi fresco, saltellante, stupendo da origliare, con uno strepitoso mix di stilettate hard e sofficezze pop, con forti inflessioni di Adult Oriented Rock. Dieci song prodotte da un mago come Ron Nevison e registrate in ben 4 sale diverse (Conway Studios, Can-Am Recorders, Secret Sound L.A. e Zoo Studios), per quasi 49 minuti di musica da leccarsi pure i talloni. Appare anche Mark Spiro ai cori, lui che co-firma ben tre canzoni tra le quali il bel singolo Straight to Your Heart, poco fortunato nelle classifiche, e compare nei credit anche Russ Ballard, chitarrista degli Argent, già autore vicino ai Kiss, sua la celeberrima New York Groove portata al successo da Ace Frehley nel suo album solista del ‘78, che qui appone il suo marchio a due scampoli.

Il combo gira a velocità atomica e sfoggia perle eccezionali, a partire dall’apertura di So This Is Eden, dove un coro che si conficca istantaneamente in testa apre la song, ritornello stupendo, chitarre sfreccianti e indomabili, key a tappeto, batteria a sparo come andava di moda in quegli anni, insomma un pezzo di grande classe. Stesso discorso vale per Straight to Your Heart nella quale la voce di John Waite gioca con le tonalità facendo a braccio di ferro con Neal Schon e Jonathan Cain, mentre Castronovo sfracella il rullante, poi sono solo melodie circolari, ritmi up tempo e un intervento di chitarra che percuote di brividi ancora oggi; Schon è uno dei miei guitarman preferiti e anche qui mostra cose semplicemente divine, di un gusto e una tecnica di livello superiore. Time Stood Still è ballad galattica che alterna la sei corde acustica a quella elettrificata, le atmosfere sono fertili, la voce non eccezionale di Waite prende colorazioni efficacissime, il piano di Cain dà la scossa, insomma un ennesimo, grande, ritaglio musicale che fa coppia con The Time Alone with You, un lentone batteristico, sì assolutamente batteristico, ascoltate le mazzate sui tamburi che mena il drummer, preparando il campo ad una stesura cruda, snella, che geme in un solismo della chitarra da amare fino alla fine del mondo. Ma questi non potevano rimanere insieme almeno per altri 4-5 dischi? Mannaggia a loro. Bordata rock per Dancing Off the Edge of the World, Rebel Say a Prayer è super nella sua melodiosità mentre gli strumenti danno rocciosità e corpulenza alla composizione e i cori perforano l’aere. Poi arriva un capolavoro come Savage Blue, soffusa, equilibrata con picchi melodici da Oscar, un pezzo da tramandare ai posteri, assolutamente fantastico per vocalità, chitarre e un solo di Schon pazzesco. Pray for Rain vede il basso in evidenza di Ricky Phillips e una serie di arrangiamenti di classe suprema anche se nello sviluppo assomiglia parecchio a Forget Me Not contenuta nel esordio, Make Love Last bombarda che è un piacere, mentre Life at the Top chiude la release diamantifera.

Il singolo Straight to Your Heart fu una delusione, arrivando solo al numero 42 delle chart americane, il successo non fiorì come in precedenza, facendo implodere Backlash che vendette sensibilmente di meno. In pratica ogni elemento ritornò ai propri progetti o alla propria vita musicale: Waite solista, di Schon e Castronovo abbiamo già detto, Phillips riprese a fare il turnista per vari artisti come Coverdale/Page, Bobby Kimball, Eddie Money, prima di unirsi agli Styx nei primi anni 2000, insomma un gruppo esploso e ognuno su vari sentieri, senza dimenticare che poi sia Cain che Schon si riuniranno ai Journey in seguito e Castronovo presterà i suoi bicipiti a Ozzy e anche agli ex compagni nei Journey. Un disco favoloso questo, una band con un lignaggio difficile da trovare in giro, un coacervo strumentale di pregio mondiale, un grande act purtroppo persosi nei meandri del biz musicale, un peccato originale difficile da estirpare. E quella chitarra sublime di Schon non va silenziata, anzi. Riscoprite questo giacimento aurifero, un vero must per tutti.



VOTO RECENSORE
89
VOTO LETTORI
94 su 11 voti [ VOTA]
Aceshigh
Martedì 6 Ottobre 2020, 15.45.38
9
Due dischi = due capolavori. Il tutto in 3 anni, praticamente una meteora... che però ha fatto la storia dell’Aor (anche se i musicisti la storia l’hanno fatta poi con altre bands per ben più di 3 anni). Difficile per me scegliere il migliore tra i due. Forse al fotofinish anche per me la spunta l’omonimo, ma anche qui tanta tanta roba. Le mie preferite: le rockettare Dancing Off The Edge of The World e Life at The Top, e la splendida ballad The Time Alone With You, degno sequel di When I See You Smile del debut, sempre di Warren. Arrotondo tranquillamente a 90.
jaw
Martedì 23 Gennaio 2018, 16.22.00
8
Inferiore al primo, grande comunque, ma per me rimane sotto. Il primo e' piu aor in senso stretto, perlomeno quello chitarristico di matrice hard, questo vira gia' verso il rock piu' classico e schon pone alcune basi per trial by fire
blackinmind
Lunedì 22 Maggio 2017, 8.32.18
7
La doppietta iniziale è da paradiso del rock melodico, non smetterei mai di ascoltare quei due brani...in soli due dischi hanno fatto la storia del genere.
Hard & heavy
Domenica 21 Maggio 2017, 11.25.33
6
Bad English (1989) & Backlash (1991) sono due ''disconi'' capolavoro della musica AOR, da avere.
lux chaos
Domenica 21 Maggio 2017, 8.39.38
5
Quoto InvictuSteele, capolavoro assoluto dell'AOR, insieme al precedente, un must per chi ama il genere come dice Frankiss...per chi ama la voce di Waite consiglio anche la sua carriera solista (in particolare Rover's return) e gli album degli spettacolari The Babies
AdeL
Sabato 20 Maggio 2017, 22.54.23
4
Pur non amando il genere, ho trascorso mesi interi ad ascoltare questo capolavoro. STREPITOSO!!!!!
alifac
Sabato 20 Maggio 2017, 18.59.27
3
Album fantastico... 89 ci sta tutto! Peccato pensare che Waite, anni dopo, abbia "rinnegato" tutto...
HeroOfSand_14
Sabato 20 Maggio 2017, 14.25.23
2
Gran disco! Pur non amando alla follia il loro sound a metà tra aor e pop qui si trovano pezzi strepitosi, L opener su tutti con il suo coro meraviglioso. Io lo trovo un po' meno attraente rispetto al debut ma ė innegabile la qualità compositiva e strumentale di questi, la cosa che mi ha spesso lasciato indifferente però ė la voce: Waite possedeva un timbro che non riesco ad apprezzare totalmente. Purtroppo
InvictuSteele
Sabato 20 Maggio 2017, 12.11.13
1
Seconda opera magnifica per i Bad English, dello stesso livello stellare del primo album. Questi hanno sfornato due capolavori di AOR, entrambi da voti altissimi.
INFORMAZIONI
1991
Epic Records
AOR
Tracklist
1. So This Is Eden
2. Straight to Your Heart
3. Time Stood Still
4. The Time Alone with You
5. Dancing Off the Edge of the World
6. Rebel Say a Prayer
7. Savage Blue
8. Pray for Rain
9. Make Love Last
10. Life at the Top
Line Up
John Waite (Voce)
Neal Schon (Chitarra elettrica, Chitarra acustica, Cori)
Jonathan Cain (Tastiera, Cori)
Ricky Phillips (Basso, Cori)
Deen Castronovo (Batteria, Percussioni, Cori)
 
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