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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Angry White Elephant - Vs. The Wooden Cobra
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26/05/2017
( 699 letture )
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Negli ultimissimi anni si è assistito ad una sorta di "nu metal revival" o "new nu metal" come si preferisce, ovvero un ripescaggio a piene mani da parte di band moderne in quell’enorme e discusso calderone che fu il nu metal. Alcuni hanno saputo distinguersi e hanno prodotto album di un certo spessore, ad esempio i Fire from the Gods con il loro debutto Narrative, altri hanno cambiato genere seguendo questa moda, come gli Of Mice & Men, con risultati altalenanti, e c’è chi è anche arrivato al successo planetario, come i Five Finger Death Punch. Certo, gli anni in cui il nu metal dominava le classifiche sono ricordati come un periodo di magra da ogni metallaro che si rispetti ma, con il senno di poi, molte band e relativi album si sono dimostrati dei veri capisaldi del genere e hanno superato indubbiamente la prova del tempo, basta pensare ai Deftones o ai primi album dei Korn e degli Incubus. Questi Angry White Elephant, band tedesca formata nel 2011 in quel di Dortmund che hanno esordito quest’anno con il qui presente Vs. The Wooden Cobra, sembrano prendere ispirazione maggiormente da quelle band che invece si sono dimostrate dei brevi fuochi di paglia e sono state presto dimenticate oppure sono ricordate da chi da adolescente si era fatto assuefare da quelle sonorità, parliamo di Powerman 5000, Adema, ovviamente Limp Bizkit, Saliva, Thousand Foot Crutch, P.O.D, Papa Roach, e così via.
Passando all’ascolto, si inizia con una intro di un minuto che trasuda primi anni 2000 in cui una calda voce maschile ci invita a rilassarci durante l’ascolto. Si passa finalmente a Gluttony, prima vera canzone dell’album, è già iniziano i primi dubbi: la canzone è inizialmente fin troppo simile allo stile dei Mudvayne di L.D 50, soprattutto a causa delle scream vocals di Christian Jesse, derivate dallo stile di Chad Gray. La band riesce comunque a portare a casa la canzone grazie ad un ritornello accattivante ed a un guitarwork ben articolato e fantasioso. Lo stesso dictat è proposto nella successiva Front Flip. Gli scratch di Frank Madler, che già erano presenti nella scorsa traccia, iniziano a farsi inutilmente invadenti e sembrano cercare invano di riproporre quanto fece DJ Lyfe nel capolavoro degli Incubus S.C.I.E.N.C.E. La cosa migliore risulta di nuovo essere il guitarwork di Michał Malinowski e Robert Sommer. Self Ignition segue ancora la stessa linea delle due precedenti ma, grazie ad una linea vocale del ritornello veramente accattivante, degna del miglior Brandon Boyd, si posiziona fra gli episodi migliori dell’album. Le successive Scarz e Deff People purtroppo non sono allo stesso livello di Self Ignition, si adagiano su riff in palm mute fin troppo banali e su strofe rappate che sembrano rubate ai peggiori Limp Bizkit e vengono ben presto a noia. Rebel Assault è un evitabilissimo intermezzo di un minuto e mezzo che risulta decisamente di troppo. The Hive e Spyrograph riescono a rialzare parzialmente le sorti dell’album, ma poi arriva A Nightmare on Wallstreet, decisamente la peggiore, i cui 5 minuti sembrano durare il doppio, anche a causa della sensazione di già sentito che provoca il cantato di Christian Jesse, veramente troppo simile a quello di Fred Durst. Dortumd Dropkick e la title track fortunatamente sono su un altro livello e mostrano tutta la tecnica del bassista Max Brücker, che fa ampio uso dello slap, e della voce di Jesse, di gran lunga più a suo agio con le parti aggressive che con in clean. Alla fine quello che si può dire è che gli Angry White Elephant sono un’ottima copia di qualcosa che di per sé non era niente di strabiliante. Per quel che vale, Vs. The Wooden Cobra è prodotto molto bene per essere un debutto (non a caso alla console siede Siggi Bemm, già al lavoro con The Gathering, Tiamat, Therion e Caliban) e spesso riesce a coinvolgere e a divertire. Rimangono comunque lampanti i difetti principali: un’eccessiva voglia di emulare i maestri, una lunghezza decisamente superiore al dovuto, un uso ridondante di rapping, clean vocals non sempre convincenti e di uno scratching spesso invadente e fuori luogo. Gli Angry White Elephant riescono quindi a portare a casa una sufficienza stringatissima, li aspettiamo al varco con il secondo album.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Gluttony 3. Front Flip 4. Self Ignition 5. Scarz 6. Deff People 7. Rebel Assault 8. The Hive 9. Spyrograph 10. A Nightmare on Wallstreet 11. Dortmund Dropkick 12. Vs The Wooden Cobra 13. Rainmaker
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Line Up
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Christian Jesse (Voce) Michał Malinowski (Chitarra) Robert Sommer (Chitarra) Frank Madler (DJ) Max Brücker (Basso) Philipp Dous (Batteria)
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RECENSIONI |
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