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Royal Hunt - 2016
29/05/2017
( 2125 letture )
Seguendo l'ormai consolidata tradizione di rilasciare un live riguardante ogni anno che termini con il numero 6 (o si potrebbe più semplicemente dire ogni dieci anni), dopo 1996 e 2006 ecco che i danesi Royal Hunt tornano a pubblicare un live, che per l'occasione celebra anche un quarto di secolo di carriera. Gruppo particolare, quello fondato dal virtuoso tastierista André Andersen: formatisi come gruppo prog rock manifestamente ispirato agli Yes, hanno via via incorporato nel loro sound elementi AOR, prog metal e persino power, dando vita ad un caleidoscopio musicale sempre di buona qualità ed interessante.

Il live qui presente, che come detto celebra ben venticinque anni di carriera, è stato registrato in quel di Mosca durante il tour mondiale del 2016 con l'ausilio di tecnologie di alto livello: la qualità audio è infatti notevolissima e, per chi fosse interessato, è disponibile anche la versione con DVD/Blu-Ray incluso, nel quale è possibile ammirare in alta definizione le gesta del gruppo. Naturalmente, la scena è rubata tanto dal tastierista, sempre eccellente, ma anche dallo storico singer D.C. Cooper, tornato in sella nel 2011 e riconfermatosi valore aggiunto dei Royal Hunt. Le danze sono aperte subito da un classico, vale a dire River of Pain, tratta dall'eccellente Paradox del 1997: l'esecuzione è perfetta ed emozionante ed anche il pubblico se ne accorge, tributando i dovuti applausi alla band. Cooper è in forma tanto sulle note basse, tanto su quelle alte e, in sottofondo, Andersen tesse intricate trame sonore con nonchalance. Da rimarcare anche il bellissimo assolo del chitarrista Jonas Larsen. Inizio con i fiocchi o, se preferite, con il botto! Chitarre e tastiere si completano egregiamente a vicenda su One Minute Left to Live, dal più recente A Life to Die For; l'intreccio è magnifico ed eseguito con grande cura e classe, da sempre caratteristiche del
quintetto danese. Il cantante interagisce spesso e volentieri con il pubblico, che risponde convinto, se non proprio cosciente di ciò che Cooper dice; perdoniamoli, dai! Tinte AOR animano Army of Slaves, tratta da X: il coro iniziale si infila in testa per non andarsene più via e, anche se il brano non è probabilmente fra i migliori composti dal gruppo, fa comunque il suo degnissimo effetto dal vivo. Decisamente meglio, per i nostri gusti, bella Lies, tratta da Fear, dove chitarre e tastiere tornano a cantare all'unisono in maniera imperdibile, per poi lasciar spazio alla bella voce del cantante; intelligentemente, trattandosi di una celebrazione, la band ha scelto di non concentrarsi eccessivamente sull'ultimo album in studio, spaziando viceversa lungo tutta la propria carriera (anche se, come vedremo, l'esclusione di un album desta parecchie sorprese). Wasted Time è infatti tratta addirittura da Clown in the Mirror, risalente al 1993 e solamente alla sesta traccia troviamo Heart on a Platter, estratta da Devil's Dozen. Non male, che ne pensate? Le atmosfere più soffuse e quasi jazz della parte iniziale del brano lasciano presto spazio alla potenza esecutiva della band, che mostra di saper ancora scrivere brani degni di nota dopo tanti anni...e, soprattutto, di essere in grado di eseguirli dal vivo alla perfezione! Il primo CD si chiude con la valida Flight, estratta dall'esordio discografico del gruppo, quel Land of Broken Hearts così fortemente debitore del prog inglese.
Si torna all'ultimo album con il piano e le chitarre di May You Never (Walk Alone), uno dei momenti migliori dei Royal Hunt, incorniciato in questo live con una splendida performance di Cooper; si prosegue, per la verità, con Until the Day, anch'essa inclusa in Devil's Dozen ed altrettanto emozionante nella sua squisita pomposità. Esploriamo poi Show me How to Live (2011) con la bella Half Past Loneliness e, naturalmente, si torna alla gloria di Paradox con il celebre singolo Message to God: la partecipazione del pubblico, un po' freddino durante i brani immediatamente precedenti, torna notevole (e vorremmo ben vedere!) e la band ripaga il tutto con una delle migliori esecuzioni del live. A chiudere il tutto, infine, provvedono l'altrettanto risalente Stranded, originariamente rilasciata per il solo mercato giapponese ed infine la lunga, evocativa A Life to Die For. Tutto bello, ma...c'è un ma naturalmente. I fan della band lo avranno notato, i meno aficionados probabilmente no, ma manca anche una sola traccia da Moving Target, universalmente considerato l'apice creativo del gruppo assieme a Paradox. Evidentemente, il gruppo ha ritenuto di aver sufficientemente celebrato i propri classici nei live precedenti, ma la scelta lascia comunque ancora un po' di amaro in bocca.

Ferma restando questa “critica”, che nasce più che altro dal dispiacere di non ascoltare ancora una volta una Far Away, 2016 resta un gran bel prodotto: la scaletta presenta comunque scelte intriganti e l'esecuzione della band è perfetta e coinvolgente. Se potete, date fondo alle vostre finanze ed acquistate l'edizione comprensiva del DVD, perché davvero non ve ne pentirete.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
75 su 1 voti [ VOTA]
Maurizio
Venerdì 30 Marzo 2018, 16.57.01
3
Il live é carino. Ma i cori registrati e la chitarra bassa non si accettano. Molto meglio cargo per esempio. Ovviamente top 1996 e 2006
gabriele
Lunedì 29 Maggio 2017, 22.08.57
2
@JC hai proprio ragione, da fan della band, 1996, la perfezione... mamma che live, la band imho al suo apice.
JC
Lunedì 29 Maggio 2017, 15.53.03
1
Premessa: i Royal Hunt sono il mio gruppo preferito, per cui la mia valutazione é quella di un fan squilibrato Cosa mi piace: é ben fatto e completo. Cosa NON mi piace: la scaletta avrebbe potuto essere ancora più pingue, i Royal Hunt hanno troppi classici che non possono essere omessi (Clown in the Mirror...). Ma soprattutto...é la prima volta che li vedo senza coriste (e il mitico Kenny Lubke) ma bensì coi cori registrati. Pessima scelta.. Si perde tantissimo. I fans dei RH lo compreranno come me a scatola chiusa; per gli altri é invece obbligatorio andare su 1996 (la perfezione) e su Closing the Chapter, peraltro disponibili anche insieme in dvd in una edizione imperdibile.
INFORMAZIONI
2017
Frontiers Records
Heavy
Tracklist
CD1
1. Medley: So Right So Wrong / Martial Arts; River Of Pain
2. One Minute Left To Live
3. Army Of Slaves
4. Lies
5. Wasted Time
6. Heart On A Platter
7. Flight

CD2
8. May You Never (Walk Alone)
9. Until The Day
10. Half Past Loneliness
11. Message To God
12. Stranded
13. Medley: A Life To Die For / Epilogue
Line Up
D.C. Cooper (Voce)
Jonas Larsen (Chitarra)
André Andersen (Tastiere)
Andreas Passmark (Basso)
Andreas Johansson (Batteria)
 
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