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24/04/24
KARMA
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Queensryche - Hear in the Now Frontier
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10/06/2017
( 4133 letture )
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Il decennio degli anni Novanta è stato quello decisivo per i Queensr˙che: dopo aver consegnato al mondo un capolavoro senza tempo come Operation: Mindcrime (1988) ed aver raggiunto il top delle vendite col successivo Empire (1990), la band originaria di Bellevue intraprese per la prima volta un tour da headliner. Ben diciotto mesi in giro per il mondo, per un totale di quasi duecento concerti; la riproposizione dal vivo dellalbum Operation: Mindcrime, suonato per intero, nonché lo stesso Empire suonato quasi per intero; date in tutta Europa, nel Nord e Sud America ed in Asia (con ben cinque tappe consecutive in Giappone). Inevitabile che, dopo una prova di forza del genere, i Queensr˙che decidessero di staccare la spina per un po. Così accadde. Per tornare a parlare di loro dobbiamo arrivare al 1994, quando venne pubblicata la quinta prova in studio, Promised Land, unaltra perla di rara bellezza che però, in un primo momento, non venne accolta con lo stesso entusiasmo dei precedenti due dischi. I tempi stavano cambiando, la musica anche, e per molte band heavy metal non furono anni tanto felici. Fu così che il seguente capitolo di Tate e soci segnò per certi versi la fine di unera. Della loro era. Hear in the Now Frontier fu lultimo album con Chris DeGarmo in formazione (lo ritroveremo nel 2003 in occasione delle registrazioni di Tribe, ma il suo nome non sarà ulteriormente legato a quello dei Queensr˙che), e a livello sonoro il disco virò notevolmente dalla produzione precedente della band, mancando soprattutto in termini dincisività. Come definire un album come Hear in the Now Frontier? Heavy metal? Non del tutto. Prog? Solo in parte. Sperimentale? Sicuramente, ma anche controverso, apparentemente fruibile allascolto, ma in realtà più complesso del previsto da analizzare nel dettaglio e per poterlo comprendere fino in fondo. Una cosa è certa: i Queensr˙che stavano cambiando. Cambiando pelle, forma e sostanza, intaccando il proprio status quo per evolversi -o involversi?- in qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso.
Quasi a voler confermare le nostre impressioni, lalbum si apre con una canzone dal titolo Sign of the Times. I ritmi sono fin da subito blandi, le sfuriate di chitarra appena accennate, la voce di Tate si staglia pulita e leggiadra senza però lasciare più di tanto il segno del proprio passaggio. Cuckoos Nest è il naturale proseguimento dellopener e per iniziare a trovare qualcosa di davvero interessante dobbiamo attendere la terza traccia, Get a Life, che pure dimostra una certa pacatezza di fondo, ma perlomeno possiede un ritornello dalla maggior presa e degli stacchi abbastanza movimentati. Arrivati alla quarta traccia, sappiamo ormai già cosa aspettarci e difatti ci troveremo di fronte al più classico dei down-tempo, una semi-ballad leggera e innocente, che si rivelerà comunque più piacevole del previsto. I Queensr˙che non sono degli sprovveduti, non lo sono mai stati (anche se gli eventi degli ultimi anni ci dicono forse il contrario) e sanno come si compone una canzone. Il fatto che questi pezzi non siano allaltezza della produzione precedente non vuol dire che siano da disprezzare ad occhi chiusi o che vadano sottovalutati. Prendendo lalbum per quello che è, ovvero come un disco rock che spazia solo ogni tanto in territori prog e heavy, ci si potrà rendere conto del suo vero valore. In questottica, pezzi come Some People Fly e Saved si rivelano essere due tra gli estratti migliori del disco, con un Tate in splendida forma e una base strumentale a dir poco interessante in suo supporto. Allargandoci potremmo includere anche la successiva You, pezzo assai movimentato in grado di mantenere viva la nostra attenzione per tutta la sua durata. Di conseguenza, la lentissima Hero dovrebbe farci ritornare in uno stato cosiddetto di normalità, invece nel suo piccolo riesce a farsi apprezzare e a convincere. Altri brani significativi sono la frizzante Reach, ma soprattutto All I Want, un jazz-rock davvero di classe, impreziosito dal piano di Matt Rollings. La (pre)potenza delle seguenti Hit the Black e Anytime / Anywhere ci consegna i Queensr˙che nella loro versione più cattiva, con le distorsioni a farla da padrone e unatmosfera pesante sullo sfondo, così come la conclusiva sp00L ci accompagna al termine dellascolto lasciando da parte la serenità avvertita ad inizio disco, dallalto di una cupezza molto ben percepibile.
Dopo la pubblicazione di Hear in the Now Frontier, come sappiamo, la storia dei Queensr˙che virò significativamente. Larrivo del chitarrista e produttore discografico Kelly Gray (che già aveva suonato insieme a Geoff Tate nei Myth), in sostituzione del defezionario Chris DeGarmo, e il passaggio alla Atlantic Records furono il preambolo a Q2K, un nuovo album sulla falsariga di Hear in the Now Frontier e quindi incapace di reggere il confronto coi precedenti lavori. Fu un periodo complicato per la band statunitense, reso tale anche dalla bancarotta della EMI americana, che costrinse i Queensr˙che ad autofinanziare il tour in supporto al nuovo album, e dalle condizioni di salute di Tate, che causarono la cancellazione di molte date. A fronte di tutto ciò, Hear in the Now Frontier resta un disco di un certo rilievo, apprezzabile soprattutto se preso a sé stante, senza tener troppo conto delle infinite potenzialità che una band di questo calibro aveva dimostrato di possedere e che, per un motivo o per laltro, non sempre è riuscita a mettere in pratica. Ascoltato oggi, a distanza di ventanni esatti dalla sua uscita, qualche sensazione positiva la trasmette ancora. E alla fine è questo ciò che più conta.
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Ciofeca immonda, il problema non era lo stile..a quello ci saremmo adattati ma sono proprio le composizioni ad essere spente. A parte Sign of the Time e You il resto è senza ne arte e ne parte...il bello è che gli avete dato 1 punto in meno al leggendario EP e ben 12 punti in più rispetto a Q2K che almeno era ascoltabile (l\'ultimo targato Queensryche). Purtroppo la partenza di DeGarmo è stata fatale.... |
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Penso fossero 20anni che non lo sentivo. Se per un momento ci si dimentica dei Q antecedenti e della più che evidente rottura con il passato....devo un pò ricredermi e dire che è un album tutto sommato valido. |
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A me piacque.Non come altri,ma mi è piaciuto.Ma ci fu-può essere?...- un problema.Il periodo ........in quegli anni ,in cui prese piede il grunge,alcuni gruppi si misero alla ricerca di suoni vicini al Seattle Sound (mi viene in mente Mötley Crüe con Corabi,Carnival of souls dei Kiss,Waiting for the punchline degli Extreme(prima)e Van Halen III(dopo)....e questo.Morale:implosero TUTTI .E chi non cercò di emulare quelle sonorità restando sè stesso,vide comunque assottigliarsi parecchio il proprio target-parlo di vendite-,vedi Iron Maiden,ma pure gente come i Living Colour o David Lee Roth;da almeno un disco di platino precedente passavano all'oro(se andava bene)e tour ridotti o cancellati .Vale anche per loro .Qui,il songwriting,è valido.I suoni,spiazzano . |
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Se penso a tutti i dischi considerati flop o "tradimento" dai fans di vecchia data, questo è quello cha ha fatto più male, perchè partorito da una band che era in continua ascesa ed evoluzione dall'EP fino a PL. Pagine e pagine di musica sopraffina, di una band eccellente in ogni reparto, e ancora incapace (parole di Tate) di consacrarsi headliner nelle grandi arene. Quando l'obiettivo sembrava raggiunto, esce questo disco che spiazza più di un Turbo, più di Load, più di uno Strange and beautiful. L'elenco è lungo e tocca anche band legendarie. Ma mentre per molti si è trattato solo di un isolato passo falso, per i Ryche è stato un lento cadere verso un fondo chiamato Dedicated to Chaos. Quindi, col senno di poi, questo album si rivaluta (e non potrebbe essere altrimenti) perchè, invecchiando, ne abbiamo sentiti di anche di peggiori, ma da qui in poi è un altro gruppo. |
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Mi fa sempre ridere la gente che pensa che il tracollo dei Queensryche dopo Promised Land sia causato dall'abbandono di Degarmo. Hear In The Now Frontier è stato scritto all'80% da Degarmo, le influenze moderne dell'epoca sono state messe in questo disco da lui. Non è questione che i 'Ryche potessero scrivere ancora capolavori, non ne erano in grado perchè quella straordinaria vena compositiva che gli ha fatto scrivere ben 5 Capolavori della musica, si spense. Ed era inevitabile. Si spense per Tate, per Wilton, Jackson, Rockenfield e anche per Degarmo. Dov'è la differenza? Che quest'ultimo ha saputo riconoscere che nel campo musicale aveva dato tutto sè stesso e se ne è andato. Gli altri no. Poi che Tate abbia instaurato una sorta di regno del terrore fino a quando è stato licenziato è un altro discorso. |
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Mah a me sembra un discaccio |
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Era un po' che volevo riascoltarmelo. Quando uscì per me fu una mezza tragedia, come per tanti; ormai era praticamente un'altra band, che faceva un'altro tipo di musica (Fa pensare il fatto che 13 pezzi su 14 sono firmati DeGarmo, che poi avrebbe mollato la band). A distanza di anni - e preso atto che dal 1997 al 2011 i Queensryche sono questi qui, diciamo "alternativi" e stop - riesco ad essere un filo più razionale. Che la band fosse cambiata era già palese da Promised Land: solo che quello era un capolavoro, questo in esame (e pure i successivi) è molto lontano dall'esserlo. Alterna pezzi del tutto riusciti (The Voice Inside, Spool, All I Want) ad altri che non dicono molto (ma l'unico pezzo che veramente non sopporto è Get A Life). Col senno di poi, tenendo conto di quanto fatto in questa fase complessivamente lunga 15 anni, HITNF per me "ora" - a freddo - rimane un album discreto. Voto 73 |
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Area, per molti tutto quello che non è facilmente classificabile o incorpora elementi diversi è "prog". I Queensryche hanno anche elementi prog ma hanno avuto una lunga e diversificata carriera. Sono partiti da un classico Heavy americano come i Fates Warning e hanno sempre più incorporato elementi diversi. A partire da Promised Land (capolavoro) di Heavy sempre meno e sempre più elementi prog, alternative, ecc.
In questo disco ci può stare anche il grunge, l'epoca era quella.
Comunque una band che ha fatto la storia. Quando hai scritto Operation Mindcrime e Promised Land poi hai diritto a vivere di rendita per sempre. |
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@nonchalance, é proprio questo il punto, io di questo disco non ho ascoltato nemmeno una nota, perché oltre a non averlo mai comprato fisicamente, non l'ho nemmeno cercato sulle piattaforme LEGALI, semplicemente mi é tornato in mente poco prima di commentare sto fatto che avevo letto su una rivista Metal Italiana (mi pare fosse Metal Maniac) oggi scomparsa... ma parliamo del 2005 tipo |
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Una punta di grunge ci può essere..come anche nei "mai esistiti" Skunkworks! Ma, è stato più un tentativo di adeguarsi al momento. Lascia stare chi te li ha "descritti" così! Tu dove ce li senti i richiami al genere? Altrimenti, nella loro magniloquenza, ci possono entrare anche i Savatage.. |
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@nonchalance, mah alla fine mica avete risposto alla mia domanda. Io i Queensryche li conosco poco, giusto il loro album più famoso (Operation mindcrime) e tutti me li hanno sempre descritti Prog Metal.... ma non é questo il punto... |
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Per me loro non han mai fatto quel genere lì..ma, solo del buon heavy "americano"! Il prog è decisamente un'altra cosa. |
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Non mi é mai piaciuto il Prog Metal... ma é vero che in questo disco provarono ad ispirarsi agli Alice In Chains?
A me la copertina me li ricorda tantissimo. |
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Rimarrà sempre un mistero la svolta sonora di questo disco
Anche se anni dopo le cause saranno note a tutti quelli che seguivano in modo maniacale la band e poco hanno a che fare con la musica vera e propria.
Eravamo abituati male. Ad uanband infallibile e ad un approccio diverso per ogni album che aveva riscritto i canoni e le convenzioni dell'heavy metal. Ma che bisogno c'era nel 1997 di far suonare così il disco?
Al tempo pensai che come per Promisde Land sarebbe stata solo questione di "capire" la nuova direzione. Invece lasciò solo tanti punti interrogativi a dispetto della recensione a pieni voti di Metal Shock. Lasciò anche il genio Degarmo che quanto pare fu l'artefice di questo cambio di direzione.
Certo, oggi in parte l'ho rivalutato: Sp00l è un capoalvoro ( la milgiore del lotto e degna del loro passato), Sign of the Times ( profetica...) You, Hero, All i Want sono OTTIME. "Some People Fly" e Saved fanno gridare quasi al miracolo fino al ritorello.
Discrete/Buone The voice inside, Hit the Black.
Affrettate e frettolose Get a Life, Miles Away e Reach. Sembrano delle incompiute. Inascoltabile Cuckoos Nest. Anonima Anytime / Anywhere. La sensazione perene di un album incompiuto e non curato come ci si aspettava da una band del loro livello
Ci sono da dire un paio di cose:
1) Con 8/10 pezzi parleremmo di un altro disco. Non certo un capolavoro ma di una buona prova generale
2 ) I pezzi dal vivo hanno avuto una resa DIVERSA e prendendo ipoteticamente le migliori di questo full-legth e del successivo Q2K, verrebbe fuori un OTTIMO disco.
Up the Ryche sempre e comunque !!! |
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Sono d'accordo che anche "Spool" era un buon pezzo ma comunque non sufficiente a salvare un album così tanto di rottura rispetto allo stile precedente... Mi sono sempre chiesto come De Garmo abbia potuto essere ancora parte integrante di quel triste naufragio ! |
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Invogliato dalla recensione me lo sono riascoltato... e niente da fare, non mi va giù; meglio Q2k e, a mio parere, ancora meglio Tribe! |
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Q2K proseguiva lo stesso stile di "Hear in the Now Frontiers", ma con un approccio più mirato verso un rock/pop alla U2 (basti ascoltare il suono e le parti di alcune chitarre con arpeggi effettati da massicce dosi di delay). Alcune cose gradevoli gli sono uscite fuori (Leggasi "Secred Ground", "Liquid Sky") ma diversi colpi a vuoto (Specie la PESSIMA "Beside You"). Il colpo di coda finale con "The Right Side of My Mind", uno dei pezzi più belli mai scritti dai Queensryche (non penso di esagerare) alza di molto le quotazioni di un disco altrimenti basse. Anche le due bonus track editate nella ristampa ("Until There Was You", "Howl") non aiutano molto la valutazione di un disco non sempre messo a fuoco. |
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@InvictuSteele prima di scrivere il commento sono andato a riascoltarlo, proprio come ho fatto con HITNF...cosa devo dirti? Questi non sono i QR che ho idolatrato fino a PL. Non si tratta della reazione di un fan tradito, ho amato i cambi stilistici di tanti gruppi, purchè fatti a dovere. Dov'è la maestosità delle canzoni? La ricerca dei suoni? Le armonizzazioni delle chitarre? La dipartita di DeGarmo ha dato pieni poteri a Tate e alle sue idee, il gruppo ha mestamente seguito in silenzio per poi esplodere. Non parliamo poi di Kelly Gray, che avrebbe fatto meno danni stando solo dietro la console. American Soldier e OP II sono gli ultimi sussulti di una ex grande band (non male però il comeback con LaTorre) |
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@Diego ti consiglio di riascoltare Q2K... quale nettamente inferiore? Quello è un gran bel disco, questo qui no, assolutamente no. |
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Purtroppo il successivo Q2K è nettamente inferiore a questo, a tal punto da rivalutarlo... |
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Ieri, invogliato dalla recensione, ho provato a riascoltare il disco, e il mio giudizio con il passare degli anni non è cambiato. Disco con troppi filler ("Heroes", "Miles Away", "Some People Fly", "Cuckoos Nest", "All I Want"), qualche timida alzata di testa ("Get a Life", "Saved"). Buoni pezzi ce ne sono ("Sign of the times", "You", "Reach"), e proprio alla fine mettono un bel trittico con "Hit the Black" e "Anytime/Anywhere" che aprono la strada a quel capolavoro di "spOOl". La classe nelle vocals della band comunque emerge qua e la, e forse è questo che stona in un genere più grezzo. Oltre alla produzione dove la batteria di Scott suona secca e poco incisiva. Insomma l'intenzione c'era, ma poco focalizzata... |
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Non ho ancora trovato il coraggio di riascoltarlo. Dubito che ci riuscirò mai. |
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A parte l'unico pezzo decente "YOU", per me un album da dimenticare. Purtroppo l'inizio della fine di una gloriosa carriera ! |
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Un disastro su tutta la linea. |
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''Hear in the Now Frontier'' è un ottimo album ricordo che quando usci metal shock gli diete il massimo dei voti 5 teschi. A me è sempre piaciuto come album le mie preferite sono Sign of the Times, The Voice Inside, sp00L, Hit the Black. |
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solo sufficiente... ma nulla più |
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Una mazzata inaspettata!! Che delusione: lo presi ovviamente senza pensarci due volte ma mi lascio' letteralmente basito per quanto mi deluse! Dopo l'indegno DTC sicuramente il peggiore dei Q. (Thr Right Side of My Mind" è un capolavoro!!) |
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Si Ayreon, "The Right Side of my Mind" è una perla degna dei classici storici della band. Peccato che fu l'unico episodio a quel livello (il resto della tracklist si muoveva tra pochi episodi di buona fattura e altri mediocri) |
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in q2k "the other side of my mind" da sola valeva tutto il disco |
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Uhmmmmm.. ricordo che quando uscì questo disco ero reduce da ascolti ripetuti di "PROMISED LAND", l'album che reputo un'OPERA magistrale. Quindi le aspettative erano alle stelle. Questo non giocò a favore al giudizio di questo disco. Mettiamo pure che questo fu il primo album dove la band approcciò un suono "Alternative Rock", che spiazzò notevolmente i loro fan. Aggiungiamo che la tracklist era fin troppo generosa, dove almeno la metà dei brani suonava stanca (leggasi filler). Sommiamo qualche tensione interna (che porterà all'abbandono di Chris). Insomma 'sto disco nasceva con PESSIMI presupposti. E infatti risultò male. Certo ripetuti ascolti mi aiutarono a rivalutare molti brani, specie i tre in chiusura, con "spOOl" come splendido colpo di coda (splendido esempio dell'innata classe della band). Altri seminati qua e la ("Sign of the Times", "The Voice Inside", "Saved", "Get a Life", "You" e "Reach"). Non un disco riuscito pienamente ma alla fine qualche cosa di buono riusciì a trovarla... su questo genere il meglio lo raggiungeranno con "Tribe" ("Q2K' era ancor meno focalizzato). |
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@ nonchalance: si tratta della EMI americana infatti, non ho pensato di specificarlo subito, ma in effetti andava fatto. Grazie |
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Non lo trovo cosi disastroso. Alcuni pezzi come sign of the times, you e le ultime quattro le trovo riuscite, discreta la canzone hero. Tuttavia forse una delle migliori canzoni di questo periodo è stata messa come bonus track e nel best of cioè chasing blue sky che secondo me è davvero molto riuscita. I difetti sono nella produzione non all'altezza, nei tanti brani riempitivi. Non trovo questo album un segno di un tradimento poichè gia con promise land ci fu un distacco netto con il metal . 73 |
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a parte "spool" non si salva niente, ecatombe pura |
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Sistemerei la frase in cui si parla della "bancarotta" della EMI.. Non sono esattamente al corrente di come siano andate le cose ma, di sicuro, si tratta della EMI americana che, poi, passò nelle mani della Virgin. |
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Anche io mi sentii tradito. a parte la conclusiva spool non mi piacque per nulla, nonostante i numerosi tentativi. Certo non lo ascolto da tantissimo tempo, ma per me al massimo un 60 |
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L'inizio della fine. Voto 6 politico. |
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Quoto Metal Shock, stesso impatto traumatico da fan traditissimo, purtroppo mai superato con gli anni. E alla domanda cruciale di Flight ("si stavano evolvendo o involvendo in qualcosa di nuovo ?") mi schiero anche oggi con la seconda delle opzioni. Peccato, perchè il cambiamento poteva essere gestito moooolto diversamente (Promised Land docet... e con quali esiti !) e soprattutto con ben altro coraggio sul versante dell'ispirazione (se mi si passa il parallelo, prendiamo Chameleon, nella storia degli Helloween). |
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Ho sempre amato i Queensryche e sinceramente non ho mai capito le mille critiche post-Promised Land. Io adoro album come Tribe e Q2K, per me bellissimi, magari non dei capolavori, ma ottimi e coraggiosi, capaci di mettere in chiaro la voglia di sperimentare e di non fossilizzarsi mai (di cui mi piacerebbe leggere le recensioni). Poi i Queensryche sono tornati al classico con lo stupendo Operation II, dopodiché non li ho più seguiti, si sono spenti e vabbè, ma fino al 2006 sono stati impeccabili. L'unico che non sono mai riuscito ad apprezzare è stato proprio questo Hear in the now frontier, non per la virata grunge anzi, ma perché troppo moscio, troppo lungo, con poche canzoni memorabili. Un disco poco ispirato, ma di certo la band non ha mai fatto un disco uguale all'altro, è sempre stata avanti 10 anni. Voto 60 o forse anche 55. |
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3
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Per me questo il 76 lo vede con il telescopio, manco il binocolo. Noioso, inutile, di un gruppo che non sono i Queensryche ma di omonimi solo di nome. Per me max 50 |
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Una delle mie band preferite di sempre, fino a Promise land un monumento del metal. Quando invece ascoltai questo disco rimasi shockato: dove era finita la band di Operation mindcrime ed Empire?? Per la prima volta non erano loro ad imporre un sound ma subivano l`influsso del grunge, creando purtroppo un disco che, ahime`, definisco brutto, l`inizio della fine della band, ripresasi solo con l`ingresso di Todd La Torre alla voce. Chitarre simil grunge, un Tate spento ed un songwriting pessimo sono alla base di un disco venuto fuori male. Io neanche col tempo sono riuscito ad accettarlo, insufficiente......sigh sigh! |
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Per me che ho ascoltato OM alla sua uscita, e adoravo ogni nota dall' EP omonimo a PL, fu alto tradimento. Provai in tutti i modi a farmelo piacere, ma solo anni dopo e col senno delle uscite successive, ho potuto trovarne qualcosa di buono. I Ryche fino a PL erano una band monumentale e di riferimento, poi si è autoridimensionata fino al triste epilogo. Nel 1997 avrei votato 55, nel 2017, dopo averlo riascoltato per intero, voto 65. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Sign of the Times 2. Cuckoos Nest 3. Get a Life 4. The Voice Inside 5. Some People Fly 6. Saved 7. You 8. Hero 9. Miles Away 10. Reach 11. All I Want 12. Hit the Black 13. Anytime / Anywhere 14. sp00L
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Line Up
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Geoff Tate (Voce) Chris DeGarmo (Chitarra, Cori) Michael Wilton (Chitarra, Cori) Eddie Jackson (Basso, Cori) Scott Rockenfield (Batteria, Percussioni, Tastiere)
Musicisti Ospiti: David Ragsdale (Violino) Steve Nathan (Tastiere nella traccia 14) Matt Rollings (Piano nella traccia 11, Tastiere nella traccia 14)
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RECENSIONI |
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