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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Steel Panther - Lower the Bar
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29/06/2017
( 2865 letture )
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Con una band come gli Steel Panther si corre sempre il rischio di partire prevenuti e carichi di luoghi comuni. Sarà perché la loro proposta, così palesemente parodistica ed eccessiva, li rende al tempo stesso una band irresistibile e parimenti detestabile. Sarà perché ciò che li rende grandi, ovverosia la capacità straordinaria di incarnare tutti gli stereotipi tipici degli anni 80 e portarli al massimo dell’esagerazione, rende i loro album e ancora di più le loro performance dal vivo, un qualcosa di indimenticabile per chi amava quel tipo di sonorità, come per chi ne è un nostalgico senza averle mai vissute personalmente e, al tempo stesso, fa uscire di testa chiunque altro fino al ripudio e all’odio più inveterato. Sarà perché alla fine non si sa mai se prenderli sul serio, quali grandi musicisti e grandiosi performers o invece sfogare su di loro tutta la riprovazione possibile per la parata kitsch elevata alla massima potenza che offrono al pubblico. Come accade in generale a quasi tutte le band con evidenti intenti demenziali, c’è chi sta allo scherzo e alla fine si diverte davvero, scoprendo poi in realtà le qualità della band e chi invece non riesce ad andare oltre al fatto che sì, sono proprio deficienti al massimo livello e totalmente incapaci di prendere sul serio quello che fanno, pur divertendosi ad essere dei perfetti imbecilli in maniera tremendamente seria. Fatto sta che Lower the Bar, titolo che si presta a diverse interpretazioni tra le più maliziose, è ormai il quinto album di questa formazione (gustatevi la copertina in 3D) se si considera il debutto autoprodotto Hole Patrole del 2003 e che gli Steel Panther a breve festeggeranno i venti anni di carriera, senza accennare ad alcuna vera flessione ed anzi avendo guadagnato anche il rispetto dei colleghi e un più che discreto successo, che li rende ospiti fissi dei numerosi festival estivi.
Dando quindi per assodato che una volta ascoltato un loro album per intero sarà difficile che chiunque si intenda un minimo di hard rock ottantiano non arrivi a capire che la sostanza in questa band c’è eccome, non resta che concentrarci sulla musica. Perché appunto il problema non è determinare se questi ci sono o ci fanno, ma solo se il nuovo album è ancora una chicca per intenditori o se qualcosa stavolta non va per il verso giusto. Che i nostri nella migliore tradizione americana non siano altro che grandi interpreti di un ruolo, lo dovrebbero aver capito tutti, così come tutti dovrebbero aver capito che qua stiamo parlando di gente che sulla scena ci gira da quasi trent’anni e che il mestiere lo conosce e sa esattamente come rendere credibile la propria pantomima, donandole anche sostanza compositiva e strumentale. Certo nei loro album difficilmente troverà posto qualcosa di veramente innovativo o stupefacente: qua si parla di una seria parodia e, in questi termini, quello che c’è in Lower the Bar è hard rock americano all’ennesima potenza, nella tradizione eighties, che va dai Van Halen ai Motley Crue, dai Ratt agli Skid Row, niente più e niente di meno. Un hard rock americano fatto da musicisti di ottimo livello e con ottime qualità compositive, tali da rendere vivo e vivace un approccio che ormai comincia ad avere diversi anni sulle spalle, rinnovandone la tradizione in maniera rispettosa per le forme e oltraggiosa per chiunque non sia capace di farsi una bella e liberatoria risata, come si trovasse davanti uno sgargiante fumettone. Un po’ come andare a vedere il Rocky Horror Picture Show e poi lamentarsi che non sia Shakespeare. Sarà ad esempio davvero difficile non farsi travolgere da una opener come Goin’ in the Backdoor, a prescindere dal titolo e dal testo che ovviamente non può che grondare sesso e maschilismo al massimo livello, costante questa di tutto l’album, dall’inizio alla fine. Eppure qua siamo al cospetto di una grande canzone, n’est-ce-pas? E allora perché non godersela, sospendendo per qualche minuto il tremendo bisogno di giudicare che sta diventando una vera sindrome, alimentata dai social? Siamo ancora capaci di divertirci ascoltando musica? Anything Goes ribadisce il punto a pieno, con qualche appoggio di tastiera e il refrain giusto, mentre Michael Starr passa in rassegna tutto il repertorio del perfetto cantante hard rock -con una ovvia predilezione per David Lee Roth- e Russ Parrish, pardon, Satchel, ci conferma per l’ennesima volta di essere un gran chitarrista, pur a fronte di uno dei testi più scurrili mai letti, che passa in rassegna tutto il repertorio BDSM al peggio. Vediamo quanti indovinano da dove viene fuori un titolo come Poontang Boomerang? Il brano è uno dei migliori dell’album e difficilmente passerà inosservato a causa di un refrain perfetto. Perfino quella che sembra una ottima semiballad acustica come That’s When You Came In finisce per rivelarsi per l’ennesimo testo pieno di doppi sensi, a fronte del quale i quattro tirano fuori una canzone che negli anni 80 avrebbe fatto a pezzi le classifiche. Difficile comunque trovare una traccia che non sia più che valida, curata negli arrangiamenti quanto nella prestazione dei singoli, con Starr versatile e completo interprete, Satchel davvero ottimo in fase solista quanto dispensatore di gran bei riff e la sezione ritmica di Foxx e Zadinia puntuale e potente. Quando la band si prende una piccola pausa dal cazzeggio puro e decide di scrivere un gran bel pezzo, ecco che arriva Now the Fun Starts, che pur soffrendo per un refrain un po’ “telefonato”, mostra che anche alle prese con canzoni più articolate e dal mood più “oscuro” i nostri non perdono un colpo. Il disco ufficiale è chiuso dalla cover di She’s Tight dei Cheap Trick, che vede l’ospitata di Robin Zander. Da segnalare come anche le due bonus track poste in chiusura restino su ottimi livelli, con Momentary Epiphany unico esempio di testo “sensato” dell’album. Una epifania momentanea, a tutti gli effetti.
Il rischio insomma è quello di partire prevenuti nei loro confronti e dopo qualche ascolto dimenticarci che gli Steel Panther sono una splendida band di cazzari e finire per prenderli sul serio, passando anche sopra ai testi scurrili e palesemente esagerati, per concentrarsi unicamente sulle qualità strumentali e di scrittura. Perché alla fine qua parliamo di un gran bel disco, suonato divinamente, con refrain da antologia e assoli da urlo, messo insieme da un gruppo di grande spessore, che si nasconde dietro un’immagine esagerata, assolvendo ad un ruolo parodistico in maniera egregia. Un ruolo che sta riportando attenzione su una decade e su un genere giustamente accusato di essere fin troppo leggero e maschilista, perfino superficiale e stupido, edonista e frivolo, eppure così vitale, carico di ottimismo e belle speranze da essere merce rara oggi giorno e forse ancora una volta necessario. Lower the Bar è un brillante album di genere, perfetto da ascoltare a tutto volume in maniera arrogante e sfrontata, senza preoccuparsi del domani. Non arriva a rappresentare l’album da avere a qualunque costo perché nessuna delle canzoni qua contenute sembra destinata a restare nel tempo come pietra di paragone, rispetto ai classici del genere, ma sarebbe ingiusto non riconoscere agli Steel Panther che tra i tanti che aspirano a rinverdire certi fasti, loro sono diverse miglia avanti a tutti. Speriamo che anche loro se ne rendano conto e non vadano a incastrarsi troppo in un ruolo che non consente grandi varianti e rischia di essere limitante.
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Il fatto che per comporre una melodia definita ed afferrabile siano ricorsi allo scopiazzamento di Cherry Pie dei Warrant conferma che dal 2014 non esistono più. Album forse addirittura peggiore dell'inutilissimo All You Can Eat. |
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Band sempre discussa, odiata da molti, il che fa di loro una vera glam trash band. Per me comunque il primo e balls out sono ottimi, con ottimi brani. Quelli che contestano ovviamente odiano tutto il filone a partire dai Poison |
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Primo cd di questa band che al primo ascolto non mi ha entusiasmato, si sente che ormai non c'è più nulla da dire (non che fosse stato necessario aver detto il resto). Fossi in loro a questo punto punterei a fare dei cd di cover. |
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Io sono tra quelli che detestano questa ciurma di falliti che incredibilmente pero' piacciono...ma come fanno???...hanno tutte le prerogative per essere veramente odiosi e poco simpatici...anche questo album come i precedenti risulta poco riuscito con brani superficiali e banali....si salva solo il primo album che risulto' accattivante!!! |
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Il testo di Anything Goes è da antologia.... |
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E' una di quelle band che va presa per quello che è, cioè mai troppo sul serio. O li ami o li odi. A me non sono mai dispiaciuti musicalmente. Nei testi poi c'è tamarraggine, ironia, e goliardia e tutto quello che alle volte ci serve per cominciare un ascolto spensierato e poco impegnativo. Per l'album in questione direi che dopo averlo ascoltato "per dirla alla Steel Panther" lungo e largo.. Non posso che riscontrare una flessione rispetto ai lavori precedenti. Qui c'è meno aggressività rispetto al passato, ma per contro mi sono sembrati più maturi. Ottima come sempre la produzione. Voto: 74 |
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al di là del sottogenere diciamo che fan hard rock così mettiamo tt d'accordo. il disco è carino a differenza dei primi due che erano di altro spessore. gli dò un 65. i testi invece sono sempre geniali. |
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Sì: "but my cock is community property", "come on pretty baby, sick my balls all night" ahahaha |
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I testi delle canzoni di questa band sono molto più onesti e geniali di quelli di moltissime band leggendarie che tutti noi amiamo!!! |
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Ls band in questione non fa glam, nè hair metal a mon avis ma una parodia degli stessi... Si potrebbe coniare il termine parody metal, in cui rientrano probabilmente altri fenomeni attuali (Gwar, Lordi, Babymetal???, o forse no, non mi viene in mente altro), Musicalmente trovo Feel the Steel veramente grande, gli altri non mi hanno convinto... |
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trash........è la forza dell'abitudine. |
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Se si parla di parodia, il 90 percento delle band power tra cui hammerfall,sono la caricatura di loro stesse e di tutte le cazzate che mettono in mostra. Generalmente un video di una band power è più ridicolo, al quadrato, di uno degli steel phanter e quindi più divertente, quindi più thrash. Per il semplice fatto che fanno passare per una cosa "seria" una cazzata alla quale non ci credono nemmeno loro. Escludo da questa marmaglia power, band che non si prendono troppo sul serio ma fanno musica, ottima, tra i quali blind guardian e helloween. |
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Onestamente di band " parodia" come dice painkiller se ne potrebbero individuare tantissime. Io non capisco però perché inalberarsi! ( (mi vengono in.mente ad esempio band tipo i cradle che mettono su.uno spettacolo horror, ma non credo siano macellai, oltre a molto universo power e black). E magari anche i gruppi glam dell epoca in parte erano " parodie". Il punto è che secondo me un disco va valutato per quello che c'è dentro, e non con. Pregiuduzi che mi sembrano quasi moralisti. Detto questo gli steel panther non sono malvagi ma per quanto mi riguarda ora li trovo un po' ripetitivi. Per me 70 |
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Ok Mulo, non avevo dato importanza a quel Los Angeles. Svista. |
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No, infatti, gli Hanoi non c'entrano un fico secco con la scena di cui parla Mulo, si parla della scena di Los Angeles (ma non solo), di cui i Guns non si sentivano parte, leggendo le varie biografie dei componenti è spiegato più volte e chiaramente |
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Gli Hammerfall, a loro modo, ci credevano eccome.. E, soprattutto, non scimmiottavano i Manowar ma, bensì, erano ispirati più da un altro tipo di epic: quello più genuino. Non che i Manowar non lo fossero ma, è che erano appena più "appariscenti" degli altri meno conosciuti. Inoltre, gli Hammerfall (come altre band del revival power di fine anni '90) non erano affatto una parodia dichiarata come questi qua che, ripeto, possono anche piacere ma, non si prendono sul serio neanche loro. Quindi.. |
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Parodia parodia parodia......spero che nessuno si offenda se scrivo Hammerfall. In fondo sono stati un gruppo parodia del "true metal", dei Manowar, ed oggi anche di se stessi, o no? |
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Ho scritto che i Guns (escluso Adler)odiavano la scena glam di Los Angeles.... Gli Hanoi son finlandesi e musicalmente molto diversi da quelle band (gli Hanoi ne hanno influenzato il look ma nn la musica). Il bello che io scrivo " I Guns odiavano la scena glam di los angeles" e qualcuno tira in ballo gli Hanoi che stavano in Europa e nel 86/87 eran già sciolti. Comunque se nn ci credi a ciò che ho scritto vai in biblioteca della tua città e prendi la biografia ufficiale di Slash ( è facilmente reperibile). |
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X Mulo. Beh non è così visto che Axl è sempre stato un fan di Michael Monroe e degli Hanoi Rocks. |
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meglio rispolverare i vecchi vinili glam/hard rock degli anni 80 .....possono anche essere bravi ma preferisco le band ispiratrici.... |
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@Mulo: mai detto che i GNR abbian fatto glam...non so dove l'hai letto....Io sono cresciuto con i GNR ed ho vissuto in piena adolescenza l'età d'oro della band ed ero un fan scatenato e non mi permetterei mai di paragonarli agli Steel Panther, il mio riferimento era alle sonorità degli '80. I GNR sono lo sleaze metal per eccellenza! |
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@Mulo: infatti non ho parlato di genere, ho solo fatto riferimento alla "marcitudine" del suono e della produzione. |
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Slash nella sua biografia scrive che l'unico a cui piaceva quella scena era Adler mentre gli altri la odiavano,infatti avevano difficoltà a suonare avL.A. Comunque musicalmente a loro non piacevano nemmeno i Crüe,erano solo grati x l'enorme possibilità che eta stata data ai Guns nel supportate i Motley x il tour di Girls... |
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Concordo con Rada, escluse le menate di parodia/non parodia, i primi due a livello di canzoni spaccavano, e di brutto, poi si sa che questi dividono a metà, anche io all'inizio li odiavo...anche Mulo ha ragione, tranne i Motley Crue e qualche altro sparuto gruppo, i Guns erano sporchi e lerci e odiavano la scena glam di metà anni 80 tutta lustrini e rossetti (Poison in testa) |
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I Guns nn hai mai fatto glam metal e se Axl o Slash leggono che accosti la loro band a quel genere o ai Crüe (band da loro rispettata ma musicalmente mai piaciuti)ti inculano a freddo ah ah! Scherzi a parte questi steel Panther son troppo leggerini x i miei gusti,troppi pop... |
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I primi due dischi erano delle bombe assolute, parodie o no, se ascoltiamo semplicemente la musica salta fuori che sono una band che a) sa suonare b) non si prende troppo sul serio c) fa rivivere un pò l'hair metal per i nostalgici degli eighties d) fa canzoni spensierate e divertenti. Questo disco non è ai livelli degli altri due e, a mio avviso, il voto è anche un pò troppo alto (gli darei 70). Come dice giustamente InvictuSteele è una di quelle band che divide i giudizi. A me ogni tanto una boccata di spensieratezza e due risate piace anche. Certo non sono i Guns n' Roses o i Motley Crue ma neanche noi siam più negli anni 80 quindi... |
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Io ho il primo album della band, Feel the Steel, e all'epoca l'ho ascoltato molto, era piacevole e con belle canzoni. Ovvio che questa band va presa per quello che è, è una parodia, perciò va bene per divertirsi. La musica vera è altra cosa, così come i nostrani Prophilax o Atroci, che sono divertenti ma la musica vera è altro. Fosse per me non li degnerei di attenzione, però bisogna ammettere che quello che fanno lo fanno bene. Sono band che dividono. |
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È giusto che band così dividono il pubblico, loro stessi lo mettono in conto e anzi ci giocano su. Il fatto che tanti gruppi storici e musicisti come Robin Zander testimonino il loro apprezzamento secondo me è significativo. Con questo, piacciono o meno, ci mancherebbe. PS a livello di suono non sono poi così lontani dai Van Halen che anche all'epoca non erano così "marci" come i Crue o i Guns dell'epoca. |
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Direi di si. Ma con tutt'altro approccio. |
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Già il glam era una sorta di parodia, qui siamo alla parodia della parodia. Comunque le storiche band glam avevano qualcosa di marcio oltre ai capelli cotonati, a parte i poison...... chitarre più graffianti, un sound più stradaiolo. Loro fanno buona musica, ma anche nella caricatura non si sente quel qualcosa che ti affascina, tanti versi, culi, palle.......ma oggi di ste cose ce ne ancora bisogno? |
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Scusate gli errori. Volevo scrivere.. che due loro dischi li possiedo pure io, ma non hanno avuto una vita molto lunga sul mio stereo. |
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Pur non avendoli vissuti, concordo anch'io con quanto scritto da rik.. I gruppi cosiddetti "parodia" possono andar bene visti dal vivo..ma, sinceramente, il prender per il culo un genere pensando di far parte di quel movimento a me fa ribrezzo e basta! Poi, uno spende il proprio tempo e il proprio denaro come li pare.. Io preferisco di gran lunga ri-ascoltarmi per l'ennesima volta gli originali, piuttosto che le brutte copie o addirittura le "finte" copie. |
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Da fan del Glam questi steel panther non mi hanno mai preso. Troppo parodia. Quindi si divertenti perché comunque bravi. Ma non si va oltre. It's only e joke. Il bello delle band di quel periodo stava anche nei loro protagonisti. In questo caso proprio no. Sono ancora meno credibili dei teenacious d. Insomma ho dalla musica pretendo qualcosa di più. Ah che loro dischi li preso pure ma non hanno superato il terzo ascolto. |
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@Lizard, ho letto attentamente la tua review prima di scrivere il mio post. Come hai ben scritto all' inizio, tutto è giocato sulla parodia, sul fatto che non sai bene fino a che punto ti prendono o ti fanno. Se uno amasse veramente il glam difficilmente si metterebbe a prenderlo in giro, e come se io che ho una passione smodata anche per il thrash mettessi su un gruppo facendo la parodia del thrasher e di tutti gli steroitipi del movimento. Sai, mi farei schifo. Apprezzo la tua review perché hai scritto tutto (e in anticipo) ben sapendo che un gruppo del genere è più facile che divida piuttosto che unisca. Già il fatto che ci 'giocano' mi fa pensare che neanche gli piaccia suonare il glam ma che sia anche questo uno scherzo. Tu sei una persona di buon senso e intelligente e ti ringrazio perla tua risposta al mio precedente post. Ciao e alla prossima. |
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@Metal Shock, Ti ringrazio, comunque troppo gentile. Pensa che credevo di ressere l'unico a pensarla così .... Comunque no sai un monumento, perché non sono ne figo, ne giovane ne con l'immagine giusta. Però 'mentalmente' hair/glam, sì. Come dice vain : sono cresciuti tutti, tranne noi. Ciao e alla prossima. |
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@Rik: evidentemente non la pensiamo allo stesso modo. Per fare una parodia credibile occorre conoscere bene un genere e amarlo profondamente. Questi non sono ragazzini, guarda la foto. Comunque, al di là dell'immagine, prova ad ascoltare il disco se ti va. Sono piuttosto sicuro che come appassionato del genere, difficilmente ne sarai deluso. |
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@RikBay: ti farei un monumento per il tuo commento!! Sottoscrivo in pieno. Ciaooo!! |
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Non se ne abbia a male il recensore, ma questi non si possono ne prendere sul serio ne per finta. Il fatto che ci giochino oltre il buon senso o quello che ognuno preferisce, non li fa di certo apprezzare a chi il glam o l'hair metal lo ha seguito nella sua essenza assoluta e cioè edonistica, frivola, spensierata, metallizzata musicalmente e soprattutto in prima persona negli anni 80. ..... come dice VAIN : sono cresciuti tutti, tranne noi. Ma vain, quei mitici anni 80 li ha vissuti realmente oltre ogni limite e con dischi assoluti. Questo è solo uno 'scherzo' di pessimo gusto che butta cacca su un movimento (il glam) che ci ha regalato dischi splendidi.(Imho). |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Goin' in the Backdoor 2. Anything Goes 3. Poontang Boomerang 4. That's When You Came In 5. Wrong Side of the Tracks (Out in Beverly Hills) 6. Now the Fun Starts 7. Pussy Ain't Free 8. Wasted Too Much Time 9. I Got What You Want 10. Walk of Shame 11. She's Tight 12. Red Headed Step Child (Bonus Track) 13. Momentary Epiphany (Bonus Track)
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Line Up
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Michael Starr (Voce) Satchel (Chitarra) Lexxi Foxx (Basso) Stix Zadinia (Batteria)
Musicisti Ospiti Rudy Sarzo (Basso su traccia 5) Robin Zander (Voce su traccia 11) Michael Lord (Piano su traccia 13) Michael e Cris Catton (Cori su traccia 9)
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