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29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
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Cryonic Temple - Into the Glorious Battle
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07/07/2017
( 1421 letture )
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A volte ritornano; e quando meno te li aspetti. A distanza di oltre otto anni dal peraltro deludente Immortal, ecco nuovamente sotto le luci della ribalta gli scandinavi Cryonic Temple. Per chi non li dovesse conoscere, fatto non certo impossibile dopo un così lungo periodo di stasi -crionica, ovviamente- il gruppo di Borlänge (Svezia) è attivo dal 1996 e vanta in carriera un gran numero di demo, ma soprattutto cinque album ufficiali compreso questo, editi tra il 2002 ed oggi. Raggiunto probabilmente l’apice della loro attività con In Thy Power del 2005 e quello più basso con il successivo e già citato Immortal del 2008, Into the Glorious Battle è chiamato ad essere non solo il disco del ritorno, ma anche quello dell’affermazione in un settore come quello del power melodico, in cui la concorrenza è semplicemente abnorme.
Inserito alla voce Mattias Lilja in luogo di Magnus Thurin -un cambio che modifica nettamente il risultato finale- i Cryonic Temple affrontano per la prima volta lo scoglio del concept album, sul quale, però, non ci viene dato di sapere molto se non che si tratta di una storia fantascientifica, come da copertina. La voce di Lilja, come dicevamo, -tecnicamente migliore del suo predecessore, ma meno personale- apporta alcune modifiche alla trama musicale della band, dato che il suo modo di cantare molto pulito e misurato non consente quelle forzature di potenza mostrate dal gruppo in alcune occasioni precedenti, ma risulta molto adatto ad una scrittura più melodica con tendenze addirittura all’hard rock. Non a caso, risalta maggiormente nelle parti più leggere -come la ballad Heroes of the Day- e meno in quelle più metalliche. Messo definitivamente in soffitta il passato più organicamente aggressivo, i Cryonic Temple si adagiano oggi su un power molto curato e ben suonato, ma nel segno della prevedibilità. Non che Into the Glorious Battle sia brutto in senso stretto, ma al suo interno non può vantare un singolo brano od un semplice passaggio che possa far minimamente distinguere il gruppo rispetto alle altre migliaia di realtà analoghe che affollano la scena. Ciò anche per colpa di una produzione anche questa teoricamente inappuntabile, ma molto asettica, addirittura “plasticosa”. Tutto formalmente corretto: molte cose piacevoli e da ascoltare senza che sia necessario concentrarsi più di tanto (All the Kingsmen, Can’t StoptThe Heat) e nulla in particolare che lo faccia sfigurare al cospetto della media delle uscite di genere. Ma proprio questo è il limite dell’operazione Into the Glorious Battle: un CD intrinsecamente destinato per normalità della scrittura, per mancanza assoluta di soluzioni minimamente interessanti in assoluto e per eccessiva lunghezza che porta inevitabilmente alla presenza di almeno un paio di filler, ad essere classificato come ennesimo “album yogurt”. Da consumare alla svelta finché è fresco prima che scada.
Senza infamia e senza lode, senza demeriti e senza pregi, Into the Glorious Battle è sostanzialmente un’occasione sprecata per una band che torna dopo un silenzio prolungato ed una carriera molto dignitosa, ma sempre vissuta nella parte destra della classifica. Se l’intendimento era quello di allestire un prodotto capace di far sfondare i Cryonic Temple puntando tutto sulla cura e sulla professionalità, l’obiettivo è stato mancato. E non perché queste due qualità difettino a quest’opera -tutt’altro- ma perché da sole non garantiscono assolutamente nulla. Perché proprio come quelle squadre che acquistano un gruppo di giocatori esperti e navigati con la sicurezza di fare il salto di qualità, ma a fine anno si trovano invece a salvarsi per il rotto della cuffia perché la sola esperienza non serve senza la giusta grinta, cura e professionalità non portano a niente se non sono integrate dalla capacità di trovare spunti importanti. Anche soltanto qualche riff che si pianti in testa, qualche assolo che prenda alla gola ed almeno una manciata di chorus che facciano venir voglia di cantare continuamente senza sapere nemmeno il perché. Tutte cose che qui mancano sotto la bella confezione patinata che avvolge Into the Glorious Battle.
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6
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Premetto che non conosco il Gruppo in questione... Ma approfitto della Recensione per una Riflessione(fa pure rima): Dal Mio punto di vista se un Gruppo fa Power e suona Tecnicamente bene, è superfluo ripetere per l'ennesima volta che esegue il "Compitino".. Questo è il Genere... Un amante del Power probabilmente lo apprezzerà, altri passeranno oltre... |
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5
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A me non interessa la credibilità, la professionalità o altro. Non sapevo nemmeno chi fossero, che fossero svedesi e che fossero in giro da così tanto tempo. So solo che quando lo ascolto. Mi basta che quando parte "All the Kingsman" vorrei essere sul campo di battaglia anche io a urlare con la mia spada, abbracciare il mio compagno di armi durante "this war is useless" e guardare negli occhi il nemico mentre cantano "Now we'ew falling, just to rise, the enemy is gonna pay the price".
E così via. Quando provo queste sensazioni ascoltando musica il resto per me è solo contorno.
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4
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63??
Album capolavoro...
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3
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Non sono per nulla d'accordo con il recensore.. album sopra la media, melodico, epico, con dei ritornelli godibilissimi. E' gia' da un po' nella mia play-list. Consigliato. |
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2
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Non sono per nulla d'accordo con il recensore.. album sopra la media, melodico, epico, con dei ritornelli godibilissimi. E' gia' da un po' nella mia play-list. Consigliato. |
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1
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Non sono per nulla d'accordo con il recensore.. album sopra la media, melodico, epico, con dei ritornelli godibilissimi. E' gia' da un po' nella mia play-list. Consigliato. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Beginning of a New Era 2. Man of a Thousand Faces 3. All the Kingsmen 4. Prepare for War 5. Heroes of the Day 6. Mighty Eagle 7. Into the Glory Battle 8. The Speech 9. Mean Streak 10. Flying Over the Snowy Fields 11. Can’t Stop the Heat 12. This War Is Useless (Eulogy) 13. Heavy Burden 14. Freedom
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Line Up
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Mattias Lilja (Voce, Piano) Markus Grundström (Chitarre, Cori) Esa Ahonen (Chitarra, Tastiere, Piano) Roland Westbom (Basso, Cori) Micke “Rapid Fire” Dahlkvist (Batteria)
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RECENSIONI |
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