|
29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
|
|
|
03/08/2017
( 1467 letture )
|
Ascoltare gli Aevum è come fare i cento metri piani: ci vuole un certo allenamento per non arrivare estenuati al termine. La critica che viene mossa più spesso all'ottetto torinese -sì, sono proprio otto- è infatti quella di voler strafare e, anche in virtù della famiglia allargata, di comporre del symphonic metal così saturo e barocco da causare qualche problema di digestione. Il precedente full-length Impressions: Il Palcoscenico Della Mente non mi aveva convinta per questo e altri motivi. Tuttavia Dischronia è stata una bella sorpresa. Le idee continuano a scorrere come un fiume in piena, senza che il gruppo rinunci a stiparle l'una sull'altra nel costruire un sali-scendi di emozioni, ambienti e fusione di stili, lasciando qualche perplessità. È però da tenere in considerazione, prima di esprimere qualsiasi giudizio, come la band costruisca su questa scelta poco easy listening, ma del tutto intenzionale la propria identità musicale. Possiamo forse confonderli con qualche altra formazione underground? Difficilmente. Mascheramento e finzione giocano un ruolo fondamentale nella concezione che gli Aevum hanno della loro musica e di se stessi. Lo si nota dal largo uso di recitativi, dalle liriche, dalle riprese melodrammatiche, ma soprattutto e curiosamente dalla costruzione di otto personalità. Se è pur vero che nell'ambito comunicativo siamo prima visti che ascoltati, gli Aevum si conformano trasformandosi in altrettante variopinte e bizzarre figure, ognuna col proprio nome di battaglia e il proprio outfit.
Nel 2016 il gruppo ha affrontato un importante riassetto, accogliendo sul suo pazzo carrozzone l'affascinante Paul Grey Hunter col suo basso, il misterioso Emanuel La Croix alla chitarra e la rossa Lucille Nightshade, giovane soprano. Dal momento che in Impressions (2014) la prestazione vocale di Evelyn Moon era lontana dal lasciar soddisfatti, la mia curiosità si è rivolta sin da subitoalla nuova entrata. Anche quest'ultima sembra avere alcuni problemi con la gestione del fiato, una dizione migliorabile e qualche imprecisione, ma la differenza nel risultato è abissale. Lucille porta con sé una tavolozza di abilità preziosa per l'interpretazione di una partitura che nasconde qualche difficoltà tecnica, ma soprattutto espressiva. I recitativi sono taglienti e limpidi, mentre il range acuto è sempre brillante e squillante, sia nel registro leggero che in quello classico. Piuttosto, è nelle note più gravi e nei relativi vibrati che si percepisce una minore attenzione. La migliore qualità di Lucille è quindi la versatilità che le consente di rendere un discreto ventaglio di emozioni. La seconda voce si dipana invece tra lo scream e il growl di Hydra, più dura e aspra controparte sotto gli influssi, anche lui, di qualche disturbo di personalità multipla. Lo stesso mimetismo è rivolto alla sezione strumentale, sempre pronta a sfiorare qualche improbabile contaminazione. Qualcuno ha detto tarantella? Ciascuno dei restanti sei artisti risulta infatti perfettamente adeguato a questa bizzarra fiera di fasti e contrasti, reggendo i momenti lenti e dando carica ed energia a quelli più spinti, senza privarsi di passaggi più elaborati. Le melodie inoltre sono, soprattutto nella prima metà del cd, efficaci e piacevoli.
La domanda se forse il tutto non sarebbe stato più avvicinabile, rinunciando a qualche orpello, sorge spontanea. Per cui tenetevene lontani se non sopportate sbrilluccichii ed effetti speciali, in tal caso potrebbe sembrarvi solo una prolissa sceneggiata. Dischronia è un buon risultato, e senza dubbio il migliore della band fino ad ora. Ciononostante, quello che apprezzo maggiormente sono l'inventiva e la ricerca messi nel processo di creazione che fanno ben sperare in una svolta futura ancora più convincente.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
2
|
Recensione un po' tardiva (il disco è di febbraio, se non erro) che come in altre situazioni, comprendo ma non condivido. Per me, rispetto ai due precedenti, questo mi piace molto meno. Intanto il songwriting è più banale e un po' patetico (la tarantella? ma per favore....) poi manca quel pezzo che per esempio era stato To Be or ...To Be su Impressions ma anche su Nova Vita, parecchi brani erano veramente belli, pur con i vari difetti. Non trovo poi, la voce della nuova cantante così originale o particolare. Non voglio disquisire di "impostazioni" e altri tecnicismi canori ma non mi dice niente di speciale. Diciamo che i cambi di formazione, non hanno giovato. Vediamo il prossimo (se lo faranno...). Au revoir. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Inascoltabile. Un'accozzaglia di stili e sonorità messe a caso senza un senso. Va bene volersi rendere originali ed innovativi, ma qua non c'è nulla di tutto ciò ma solo elementi su elementi messi a caso nel vero senso della parola. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Sturm Und Drang 2. Death Of The Virgin 3. The Vitruvian Condition 4. Winterreise 5. Beltade 6. Inner Fire 7. The Elements 8. Memento Mori 9. Lord Of Dreams 10. Inferno Blu 11. Sleeping Venus Tarantella
|
|
Line Up
|
Lucille Nightshade (Voce) Hydra (Voce) Lord Of Destruction (Chitarra) Emanuel La Croix (Chitarra) Ian (Tastiera) Richard (Piano, Voce) Paul Grey Hunter (Basso) Matt (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|