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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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( 1761 letture )
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Quello che risponde al nome di Demo(n)cracy si presenta come un disco dall’artwork curato, con un booklet ben costruito e suoni di una qualità tale da poter fare invidia alla maggior parte dei gruppi emergenti dello stivale. Stiamo parlando di una band ai propri inizi, ma è palese dal primo ascolto che si tratta di qualcosa che va oltre all’incisione di una manciata di pezzi con il solo scopo di ottenere visibilità ed un migliore contratto. Si tratta di un disco a tutti gli effetti, e lo si capisce dalla maniera in cui le canzoni si susseguono e sviluppano durante i cinquanta minuti, costruendo un prodotto musicale omogeneo e continuo nelle atmosfere quanto nelle tematiche (tendenzialmente “contro il sistema”). Sono toscani i Kiju, eppure abili nel mimetizzarsi dietro ad un suono che è allo stesso tempo molto USA e anti-USA oriented. Descrivere ciò che Demo(n)cracy farà uscire dalle casse del vostro stereo non è semplice, anzitutto perchè non nutro grande simpatia nei confronti delle definizioni di ultima generazione, e poi perchè a questo sound moderno i Kiju aggiungono un tocco particolare, qualcosa di folle ed ironico che lascia una firma inconfondibile su ogni brano dell’album. Il riffing è potente, spesso autore di atmosfere oscure ed oppressive che ricordano i Sepultura dei tempi migliori, ed è innegabile anche l’ispirazione che il vocalist Vitto trae da sua maestà Cavalera. Alcuni episodi (“Bean”, “Disappear”) sono segnati dall’utilizzo di refrain melodici in stile S.O.A.D. che spezzano la ripetitività di una proposta che rischierebbe altrimenti, a lungo andare, di risultare ossessivamente fastidiosa nella sua monotonia. Una leggera virata di tendenza si coglie negli ultimi brani del lavoro: qui influenze di diversa provenienza si fondono in un calderone che racchiude sfuriate al limite del grind, inserti industrial sullo stile dei primi Slipknot e assoli “alla Necrophobic”, il tutto con risultati meno soddisfacenti rispetto a quanto ascoltato in precedenza. Tra le dodici canzoni, una particolare nota di merito va concessa al trio d’apertura “Tag Your Bones”, “Inside” e “I Don’t Tolerate” che con la loro furia sapranno sicuramente scatenare le vostre teste sin dai primi ascolti. Il risultato finale è molto buono e se consideriamo che questi ragazzi hanno una discreta esperienza live anche fuori dall’Italia, c’è davvero da fare i migliori auguri per il futuro che meritano.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. TAG YOUR BONES 2. INSIDE 3. I DON'T TOLERATE WHO'S NOT TOLERANT 4. DESERVE THE TRUTH 5. DISAPPEAR 6. SEIZED BY THE NECK 7. BEAN 8. SURF DIESEL 9. BULLSHIT HANDBOOK 10. BORN ABORTED 11. VI 12. DOG
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Line Up
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Cafa - bass Cance - guitar Robe - guitar Ghizzo - drums Vitto - vocal
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