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19/04/24
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Mean Streak - Blind Faith
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01/09/2017
( 846 letture )
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Nonostante sia probabilmente più conosciuto nell'immaginario collettivo per suoni ed ambientazioni più tetre, il Nord Europa presenta anche una certa tradizione nell'ambito del metal melodico. Ed a rappresentare il settore con grande padronanza dei propri mezzi, sono da tempo anche gli svedesi Mean Streak. Giunti con Blind Faith al loro quarto album sempre nel segno di un heavy metal di stampo statunitense -ma non mancano chiari riferimenti europei- i quattro mettono insieme un lavoro gradevole e curatissimo che, pur muovendosi esclusivamente e per scelta nel solco della più consolidata tradizione, risulta comunque piacevole. Questo principalmente a causa della loro grande padronanza dei fondamentali della scrittura e degli arrangiamenti.
Suoni ben bilanciati tra aggressività e melodia, con produzione affidata a Peter Andersson e Max Norman, mixaggio dello stesso Norman (Ozzy Osbourne, Lynch Mob, Armored Saint, Lizzy Borden, Megadeth, Y&T) e master firmato dal chitarrista Thomas “Plec” Johansson (Soilwork, Onslaught, Armageddon, Degradead, Dynazty ed altri) e una serie di canzoni quasi tutte riuscite in rapporto al risultato che si voleva ottenere. Questo il menù offerto da Blind Faith, un lavoro che mira essenzialmente a divertire divertendosi e cerca di farlo utilizzando schemi più che consolidati. Heavy metal ora più aggressivo e tirato, ora più amichevole ed ammiccante fino ad arrivare a tratti non lontano dall'AOR, ed ottima capacità di comunicare la voglia di suonarlo. Blind Faith vive ad ogni modo i suoi momenti migliori proprio quando spinge di più sull'acceleratore. Come in Tear Down the Wall; Love Is a Killer; Fire at Will e Gunnerside, ma colpisce in modo abbastanza efficace con le soluzioni "di mezzo" quali Blood Red Sky; Animal in Me; Retaliation Call; Settle the Score -praticamente tutta la prima parte del disco- e Caught In the Crossfire. Un paio di fillers, roba concepita per la radio o semplicemente inferiore alla media dell'album come Tears of the Blind e Come Undone, abbassano un po' la valutazione finale. In ogni caso, a risaltare in ogni pezzo sono principalmente la voce estremamente rock di Andy LaGuerin e gli assoli di chitarra, sempre adeguati al mood dell'album ed eseguiti come ci si attende in un contesto simile. Buoni, in aggiunta, i cori.
Ancora una volta, quindi, un prodotto basato volutamente sul citazionismo e sull'amore per una decade come gli anni 80. Un periodo che è ormai lontano molto più di quanto saremmo disposti ad ammettere, ma che continua ad influenzare pesantemente una gran parte delle uscite odierne. Sulla conseguenze di una simile situazione sulla scena molto sarebbe da dire, ma non è questa la sede per farlo. Limitando il giudizio al disco in oggetto, quindi, Blind Faith è un CD divertente, scorrevole ed organizzato in maniera oculata in ogni sua parte. Se dalla musica cercate novità e/o sperimentazioni, statene accuratamente alla larga. Se invece non riuscite a "staccare la spina" dalla verve della vostra gioventù o volete avere l'idea di come poteva essere e può essere ancora un disco basato sull'heavy, sul divertimento a base di pezzi coinvolgenti e non vi aspettate un capolavoro, Blind Faith può tenervi validamente compagnia ed i Mean Streak possono essere inquadrati come una band valida.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Blood Red Sky 2. Animal In Me 3. Retaliation Call 4. Settle The Score 5. Tear Down The Walls 6. Tears Of The Blind 7. Love Is A Killer 8. Come Undone 9. Fire At Will 10. Caught In The Crossfire 11. Gunnerside 12. Smile Of A Clown (Japan Bonus Only)
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Line Up
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Andy LaGuerin (Voce, Chitarra) Thomas “PLEC” Johansson (Chitarra) Peter Andersson (Basso, Cori) Jonas Källsbäck (Batteria, Cori)
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RECENSIONI |
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