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19/04/24
GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
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Thy Art is Murder - Dear Desolation
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01/09/2017
( 4415 letture )
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Thy Art is Murder, o forse dovremmo dire "Thy Art is Deathcore": infatti loro sono una delle band più apprezzate -e con giusto merito- dell’ attuale scena. Nonostante siano una realtà più giovane rispetto a molte altre band del genere, i nostri si sono stagliati luminosi e si sono ritagliati un posto d’onore, idolatrati dai fan e sempre sul pezzo non solo stilisticamente ma anche per ciò che concerne l’arguzia, la simpatia e anche la sfacciataggine dei loro membri. Soprattutto il cantante Chris "CJ" McMahon che andando e venendo dalla band con somma teatralità è ormai diventato un'icona. Tuttavia il loro monicker richiama tutta una serie di tematiche antireligiose/ politiche affrontate nei loro testi, che non sono assolutamente da prendere alla leggera. I nostri sono impegnati socialmente e vogliono trasmettere un determinato messaggio: in esso c’è qualcosa di catastrofico che si addice moltissimo all’oscurità e pesantezza della loro musica. E se The Adversary era un deathcore tagliato con l'accetta le cui schegge si propagavano tutt'intorno, Hate e Holy War, considerati i fiori all'occhiello della band, andavano ad affinare e definire il loro deathcore schiacciante, facendo comunque l'occhiolino al death metal old school. Pochissime tracce di screaming, i toni gravissimi, i breakdown lenti e pesanti e una certa epicità data dalle basi sinfoniche e dalle parti di piano hanno creato il loro marchio di fabbrica. Ovviamente l'abbandono di CJ aveva creato un certo scompiglio e disperazione fra i fan, ma l'annuncio del suo ritorno nonché della pubblicazione di un nuovo album ha creato invece tutta una serie di speranze e aspettative nel fandom, che non sono state assolutamente deluse: quest'album è una bomba al fulmicotone.
Atmosfere oscure, artwork dai tratti simbolici ed evocativi ripresi nei testi, una produzione perfetta che regge un muro del suono devastante: Dear Desolation è davvero un ottimo lavoro, caratterizzato sopratutto da una pesantezza pressante che viene però alleggerita da un ottimo dinamismo. Il songwriting è infatti definito e variegato al punto giusto, in un genere che è davvero difficile rinfrescare e nel quale cadere nei cliché o nel banale è facilissimo. I pezzi assumono una loro identità e immediatezza, dove l'impronta non è solo data dalla riconoscibilissima voce di CJ, ma anche dai riff di chitarra, dai pattern chirurgici di batteria, dalle eco epiche e fosche e gli arpeggi semidistorti che contribuiscono a creare le sembianze tetre di questo lavoro. La dissonanza abbraccia ogni traccia così come il groove e le ritmiche geometriche di chitarra che mandano in loop il cervello, insieme con le distorsioni pastose e il growl cavernoso di CJ. Si alternano poi momenti più cadenzati a parti tiratissime, (Fire in the Sky, Man is the Enemy) mentre non si abusa dei breakdown: essi piuttosto sono ben collocati, a creare l'esito perfetto e immancabile per lo stile compositivo dei pezzi. Esempio lampante di ciò è proprio la title track , che non a caso porta il nome dell'album essendo davvero rappresentativa, insieme alla devastanti Death Dealer e The Skin of the Serpent. Le tematiche di questo lavoro si palesano già nei titoli delle canzoni e vengono ampiamente espresse nei testi, sia ermeticamente che direttamente, confermando l'antireligiosità e la denuncia politico-sociale già affrontate dalla band in passato. In conclusione, un lavoro ad hoc che arricchisce il portfolio della band nonché in generale la scena modern death metal/ deathcore. Dear Desolation può entusiasmare anche gli ascoltatori old fashioned, ma i fan del deathcore propriamente detto ne andranno assolutamente matti!
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20
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Altro ottimo disco, un pelino inferiore a the adversary che è il loro migliore in mia onesta opinione, ed è di circa 9 punti superiore a holy war, opera eccelsa, 84/100 . |
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19
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Il deathcore generalmente non mi va proprio giù però questo disco è veramente fatto bene. Non avrà un sound originale però si sente l'impegno che ci hanno messo questi ragazzi. È l'album deathcore più coinvolgente che abbia mai sentito. Per me ci sta anche un 85 |
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18
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Certo che la copertina avrebbe tutto un altro senso se invece di Thy Art is Murder ci fosse il logo Brazzers. |
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17
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bel disco, non ascolto molto Deathcore, ma quando un disco è piacevole, almeno per me, va detto. Voto 78 |
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Se nonvti piace il deathcore allora perche commenti ? |
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Slok, mi conosci di persona, per dire che ti sono simpatico? O che mi calo la maschera, non so che cosa voglia dire, ahaha |
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Lambru te lo dico in tutta simpatia ma è dura insultarti se dopo nemmeno un insulto sei già a calarti la maschera ahah. Cerca di rimanere un po' più serio e attaccato alle tue idee, vedrai che allora le offese non tarderanno ad arrivare. |
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13
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Volevo dire insultare, lo sapete che mi sta sul casso il Death core e simili, offendetemi... |
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Dai ragas, ero in vena di scazzo, stavolta non sono ancora riuscito a farmi insulare da qualche deathcorer, ahah.... |
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Disco fantastico dopo il mezzo passo falso di holy war i . Tornano più carchi che mai. |
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10
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Buon disco, più o meno sul livello del precedente. Concordo con Pippus, in molti frangenti suona come una versione modernizzata/core dei Behemoth. In ogni caso, il disco deathcore dell'anno rimane quello dei Fit for an Autopsy. |
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9
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Non so voi, ma qua ci sento poco Core e molta influenza Behemoth, insomma decisamente più dalle parti Death che Core. Comunque fila liscio e si ascolta con piacere, con qualche sussulto qua e là (tipo Fire in The Sky, pezzone), per me un 75, disco solido e ben costruito |
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8
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Ciao Sicktadone, certo, sentiti libero di nominare questi gruppi in modo tale da avere un confronto In ogni caso la recensione è sempre da considerarsi non solo relativamente alla scena attuale ma anche alla carriera/discografia della band . @lisablack Tranquilla cara, è giusto per non cadere in ulteriori OT |
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7
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Sui livelli di Holy War, le uscite migliori di quest'anno, a mio modesto parere, le hanno fatte altri gruppi molto più validi. |
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6
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Nel 2017 c'è ancora chi rompe con la storia del fake e del true metal LOL. A rega ripigliatevi dai |
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5
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Il rispetto per voi recensori ce l'ho sempre avuto ci mancherebbe..non credo di aver insultato nessuno, rispondevo a Lambru riguardo Blessed, anche se mi scuso con questo OT . Dicendo che Blessed merita 90 non volevo sminuire affatto la band sopra citata..di nuovo scusa. |
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4
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Ciao Ragazzi, capisco il vostro disappunto, ma non mi sono occupata io personalmente di quella recensione. Vi prego di rispettare chi parla di generi per i quali voi non avete interesse e di conseguenza conoscenza/competenza. i Thy art is Murder sono un gruppo rispettabilissimo , e l'81, nel contesto della scena deathcore attuale ma anche in generale, è più che meritato. |
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3
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Ma cosa c'entrano i Morbid, qua stiamo parlando d'altro. |
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2
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Per Blessed almeno 90.. |
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1
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Mi chiedo solo come si possa dare 80 a un qualsiasi disco Death core o roba simile, quando un capolavoro come Blessed are the sick è fermo a 73...bleaah... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Slaves Beyond Death 2.The Son of Misery 3. Puppet Master 4. Dear Desolation 5. Death Dealer 6. Man is the Enemy 7. The Skin of the Serpent 8. Fire in the Sky 9. Into Chaos We Climb 10. The Final Curtain
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Line Up
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Chris "CJ" McMahon (Voce) Sean Delander (Chitarra) Andy Marsh (Chitarra) Kevin Butler (Basso) Lee Stanton (Batteria, Percussioni)
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RECENSIONI |
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