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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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10/09/2017
( 2133 letture )
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Un altro disco targato Prong a poco più di un anno dal precedente lavoro? La prolificità di Tommy Victor ha decisamente dell'incredibile, tanto più se si pensa che oltre a sfornare platter a raffica della propria creatura il nostro è stato impegnato nella collaborazione con i Danzig, e quindi a maggior ragione fa specie constatare che Zero Days sia il quinto full length nel giro di cinque anni; una cosa a cui si era sicuramente più abituati negli anni 60/70 e che oggi è una vera e propria rarità. Ma non sempre, si sa, quantità fa rima con qualità -anzi- e spesso bisogna fare i conti con una certa mancanza di ispirazione, specialmente se si è sulla scena da molto tempo anziché essere una band agli inizi e quindi presumibilmente più affamata e con idee fresche. Come valutare quindi Zero Days, si tratta di un album riuscito nel complesso oppure no? La risposta è nì.
Dopo l'ottimo Carved Into Stone si sono alternate cose buone ad altre meno convincenti per cui il pericolo di ritrovarsi di fronte a un lavoro deludente non era così remoto, ma questo per fortuna non è il caso. Il sound che scaturisce dai solchi del platter è una Babele metallica, una mistura grooveggiante di thrash e melodic che però non rinuncia a quegli stop n'go a cui Victor ci ha abituati, con un drumming a seconda dei casi talvolta vorticoso e in altri frangenti invece maggiormente cadenzato. Si punta molto sulla melodia e di conseguenza i chorus sono quanto più possibile catchy, si stampano in mente già dal primo ascolto (vedi la fin troppo leggera Divide and Conquer) e in questo senso compiono appieno il loro dovere. Ma alle volte il buon Tommy esagera ed ecco che si rischia di ritrovarsi di fronte ai Linkin Prong, come verrebbe da pensare ascoltando una Blood Out Of Stone o una The Whispers, forse esageratamente ruffiana col suo orecchiabile refrain. Ne consegue che i brani più convincenti sono anche quelli più duri: se da un lato Rulers of the Collective non rinuncia a un ritornello harsh alternato a un cantato pulito e a un pizzico di elettronica peraltro affatto invasiva, è comunque apprezzabile l'idea di durezza generale che ne scaturisce, mentre Self Righteous Indignation presenta addirittura un incipit con sonorità à la Meshuggah, risultando il brano più cupo del lotto. However It May End ha quello che ci si aspetta dall'opener di un album targato Prong -ritmo, potenza e rabbia- e pure Off the Grid non delude in questo senso, mentre la title track risulta maggiormente composita e sfaccettata, a differenza della più diretta e thrash-oriented Operation of the Moral Law; comunque la palma di brano più violento va assegnata all'ottima Forced into Tolerance, una vera furia sonora. Il songwriting è curato sotto tutti gli aspetti e sia Longworth che Cruz sanno il fatto loro, quindi nulla da ridire sotto questo punto di vista, ma è chiaro che il mastermind ha voluto dare un'impronta fortemente melodica al suo nuovo lavoro snaturando in parte il proprio sound.
I riff ci sono, il groove pure e la voce di Tommy sembra migliorare con gli anni, ma al di là di qualche comprensibile filler alternato a buoni pezzi Zero Days non convince completamente, costruito com'è per accontentare un po' tutti e apparendo talvolta troppo "facilotto", insomma verrebbe da dire commerciale (parola orribile, me ne rendo conto): non merita di certo una bocciatura, i brani validi ci sono, ma alla fine dell'ascolto non lascia molto di sé, rivelandosi nel suo insieme un album discontinuo.
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7
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si merita un 75 . Sempre mitico Tommy Victor . |
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6
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...ho paura che stiano facendo uscire troppa roba, a discapito della qualità... Ruining Lives e Carved Into Stone mi erano piaciuti molto, perché mantenevano la giusta dose di aggressività unita al classico sound della band... l'ultimo non mi aveva convinto, pezzi un po' troppo molli e un'eccessiva ricerca della melodia di facile presa.. se questo Zero Days prosegue su quella linea ne farò a meno. |
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5
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Dioffà, correttore di sto cazzo. Nati da quando hanno smesso di fare HC. Sorry.. |
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4
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Nati da quando hanno smesso di fare TV.. |
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3
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Deceduti dopo aver smesso di fare hc. |
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2
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Per me è un 75. Band che non brilla praticamente mai (forse in passato a momenti) ma che riesce a sfornare dischi solidissimi e pure parecchio orecchiabili. Bravi. |
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1
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li preferivo ai tempi di beg to differ e prove you wrong...troppo poco apprezzati....per me fondamentali! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. However It May End 2. Zero Days 3. Off the Grid 4. Divide and Conquer 5. Forced into Tolerance 6. Interbeing 7. Blood Out of Stone 8. Operation of the Moral Law 9. The Whispers 10. Self Righteous Indignation 11. Rulers of the Collective 12. Compulsive Future Projection 13. Wasting of the Dawn 14. Reasons to Be Fearful [bonus track]
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Line Up
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Tommy Victor (Voce, Chitarra) Mike Longworth (Basso) Art Cruz (Batteria)
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