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21/03/24
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08/10/2017
( 1221 letture )
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Mørke, in danese, significa “oscurità“, “buio“, o “tenebra“. Contrariamente al titolo, il terzo album degli Psy:code presenta un suono piuttosto cangiante e stratificato. A quattro anni da Cause and Neglect, La band di Copenaghen si riaffaccia sul mercato discografico con un nuovo lavoro, che pur mantenendo un forte legame con i precedenti è portatore di una buona dose di novità.
L’album in questione si compone di una quindicina di brani medio-lunghi dalla velocità contenuta. Il suono dei Cinque potrebbe essere largamente definito come un cyber metal sporcato da varie influenze, basato su di un robusto riffing perennemente sincopato e spezzettato. Questo rende Mørke una sorta breakdown continuo, ma a differenza di altri gruppi breakdown-centrici (vedi Emmure), il ritmo è sempre serrato e articolato, anche se non scevro di un certo eco deathcore. In questo approccio si riflette, di molto irrobustita, la lezione dei Fear Factory, oltre che l’influenza di gruppi come Meshuggah e Mnemic. Il suono, molto compresso e pesante, sfrutta al meglio le possibilità offerte dalle chitarre ribassate a sette e otto corde, ma risulta fondamentalmente monocorde e ripetitivo. Al contrario, spicca la notevole prestazione del batterista Gøtsche, che aggiunge al lavoro una buona dose di dinamismo. Diversamente dagli album precedenti, gli Psy:code impreziosiscono la loro proposta con una massiccia dose di melodia, nella forma d’inserti di musica elettronica dal carattere atmosferico e riflessivo. L’iniziale Leech ne è un fulgido esempio, ripetuto diverse volte all’interno di Mørke. Il brano è aperto da una corta introduzione elettronica, che si integra con il lato prettamente metal della canzone, accompagnandola sino alla fine. La sovrapposizione di due stili così particolari di metal ed elettronica crea degli effetti talvolta singolari. In certi passaggi di Riven ad esempio, la band si avvicina a territori shoegaze, probabilmente inconsciamente. La sintesi di questi elementi è più o meno riuscita, come nel caso di Loosen the Tight, in cui l’atmosfera è preponderante, le chitarre sono ridotte ad accompagnamento e il singer Schou si esprime al meglio. Il cantato contribuisce molto alla varietà del contenuto, alternando grow, voce sporcata e clean, per risultati espressivi interessanti, come ad esempio in Iskolde Øjne (Cold Dead Eyes). La chicca dell’album è però Paralyzed, brano cantato interamente in pulito e che, se si esclude la ritmica sincopata, è praticamente synthpop. Mountains e The Monument (quest’ultima la canzone più “core“ del lavoro), si distinguono invece come particolarmente irruente.
Insomma, Mørke è un lavoro stratificato e interessante. Gli Psy:code riescono ad evolvere rispetto agli album passati, grazie ad una proposta coerente e codificata. L’unione tra cyber metal ultra compresso ed elettronica atmosferica è riuscita, ma non esente da difetti. Innanzitutto un certo livellamento dei brani, che partendo allo stesso modo, si somigliano parecchio. Un altro fattore che nuoce all’immediatezza del prodotto è la produzione, che rende il suono un monolite estremamente compresso e saturo, ostico da assimilare. Al di là di questi difetti strutturali, Mørke potrebbe interessare gli appassionati del metal più cibernetico e sincopato, ma riserva qualche sorpresa per ogni ascoltatore aperto di spirito.
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ahah eccolo...il cyber metal sta per nascere ahah diventeremo tutti delle macchine |
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Che figata e' la prima volta che sento il termine cyber metal!sara' na tamarrata cybernetico futuristica alla blade runner?non vedo l'ora di ascoltarlo! |
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INFORMAZIONI |
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Pavement Entertainment Records
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Tracklist
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1. Leech 2. Ghost of You 3. Loosen the Tight 4. Riven 5. Iskolde Øjne (Cold Dead Eyes) 6. Paralyzed 7. The Sky is Broken 8. Introspective 9. Mountains 10. In the Sound I Dwell 11. Stay Disappeared 12. The Strain
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Line Up
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Schou (Voce) SteiN (Guitar) JezpR (Guitar) Dag (Bass) Gøtsche (Batteria)
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RECENSIONI |
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