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19/04/24
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Transatlantic - Bridge Across Forever
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21/10/2017
( 2422 letture )
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Probabilmente i Transatlantic non hanno bisogno di presentazioni, trattandosi di uno dei più quotati supergruppi della scena progressive. Noi però, per onore di cronaca, ricordiamo che al progetto ideato da Neal Morse (ex Spock's Beard) prendono parte nomi del calibro di Roine Stolt, fondatore e mastermind dei The Flower Kings, Pete Trewavas, tuttora in forza ai Marillion e Mike Portnoy, storico ex batterista dei Dream Theater. Dopo il debutto intitolato SMPTe, acronimo delle iniziali dei cognomi dei membri, i quattro musicisti danno alle stampe il qui presente Bridge Across Forever. Uscito a breve distanza dal precedente, non vi si discosta grandemente in termini di sonorità, proponendo quella miscela di progressive e AOR tanto cara a Neal Morse, sebbene i brani (quattro, per ben 76 minuti di durata) portino la firma di tutto il gruppo.
Si inizia alla grande con la suite Duel with the Devil, divisa in cinque movimenti e introdotta dagli archi suonati da Chris Carmichael. Motherless Children dà subito modo ai quattro di manifestare le proprie intenzioni: melodia e tecnicismi a non finire, prendere o lasciare. La voce di Morse è suadente come non mai, degnamente supportata dai cori dei comprimari. Le influenze delle band madri (Flower Kings su tutti) sono evidenti, soprattutto per quanto riguarda la scelta dei suoni, ma non si tratta di un mero "more of the same", perché il brano è sufficientemente coinvolgente e personale. Non dissimile è la seconda traccia, Suite Charlotte Pike. Neanche a dirlo, indovinate un po’, si tratta di un’altra suite, stavolta però più breve e meno articolata della precedente. Il brano scorre tra richiami alla fusion e anche a gruppi come i Toto e Mike Portnoy presta la sua voce in più occasioni, come talvolta era solito fare nei Dream Theater. Dopo il quinto movimento, reprise di Motherless Children, la suite finisce con un fade-out, salvo poi essere ripresa dopo la fine dell’ultimo brano Stranger in your Soul. Si passa così alla traccia più breve del lotto, ovvero la title-track Bridge Across Forever, piacevole interruzione dai tecnicismi delle due suite precedenti. Voce e piano sono anima e corpo di una ballad in puro stile Morse. Nonostante la semplicità del brano, il tutto rimane estremamente godibile e orecchiabile, senza risultare stucchevole. Finita la parentesi ballata, si ricomincia con un altro lungo brano, paragonabile all’incipit Duel with the Devil, in quanto similare per struttura e sonorità. Stranger in your Soul è infatti la “summa” di tutto quanto abbiamo ascoltato nel resto del disco. Ne sono la prova le numerose peripezie strumentali dei quattro musicisti, ma nonostante qualche sprazzo di novità come il break heavy al minuto sei, il brano pecca leggermente di solidità, proponendo molte buone idee ma non raggiungendo i livelli della traccia di apertura.
Giunti al termine del viaggio all’interno del disco in cui il dirigibile dei Transatlantic ci ha condotti, è possibile affermare che si tratta di un lavoro decisamente riuscito. Un disco che può appassionare sia chi è già fan dei gruppi di provenienza dei singoli membri, sia chi non ne ama particolarmente le gesta, ma è in grado comunque di apprezzare musica ben scritta e ben suonata.
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4
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Sicuramente non è un album dall'ascolto facile, ma lungo i suoi 77 minuti sono innumerevoli i momenti di gioia per le orecchie. Da applausi l'ultima suite, Stranger in Your Soul. Voto 88 |
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3
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L'ho riascoltato a distanza di molto tempo,lo acquistai appena uscito e fu una delusione.Purtroppo devo ribadire le mie perplessità di fronte a questo disco di "progressive"assai edulcorato,con moltissimo pop,brani alla beatles e melodie sin troppo facili.Alcuni sprazzi di autentico prog non lo salvano e credo meriti un voto basso,un 60 stiracchiato.Vista la fama dei musicisti mi aspettavo ben altro.Prog-pop prevedibile e senza acuti degni di nota.Una volta dischi simili venivano definiti "semplici operazioni commerciali" |
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2
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1
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la super band per eccellenza,senza se e senza ma. quando 2 geni come stolt e morse uniscono il loro modo di fare prog ( all'europea e all'americana) e vengono affiancati da altrettanti geni ( tra cui non dmentichiamo gildenlow ) i risultati si vedono e dal vivo si gode per più di 3 ore. il tour del disco in questione passò al palaacquatica nella sera che anticipò la strage di linate per nebbia , e già in pieno pomeriggio non si vedeva niente,non o neanche come arrivai a casa san e salvo ,ricordo che il tendone non era strapieno ,un medley di cover tra cui joe cocker e i beatles ,l'incontro nel pomeriggio con stolt e gildenlow.il disco forse è il meno bello dei 4 ,ma da sola "stranger in your soul " vale tutto il resto . |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Duel with the Devil 2. Suite Charlotte Pike 3. Bridge Across Forever 4. Stranger in your Soul
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Line Up
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Neal Morse (Voce, Chitarra Acustica, Tastiera) Roine Stolt (Chitarra, Voce, Percussioni) Pete Trewavas (Basso, Voce) Mike Portnoy (Batteria, Voce)
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RECENSIONI |
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