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21/03/24
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Infernal Angels - Ars Goetia
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11/11/2017
( 1580 letture )
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A poco meno di tre anni dal convincente full-length Pestilentia, gli Infernal Angels fanno il proprio ritorno sulle scene con Ars Goetia, album nuovamente licenziato via My Kingdom Music, label con cui il gruppo tricolore già aveva collaborato in passato. Tale intervallo, seppur non particolarmente lungo, né inusuale per la band, ha portato con sé importanti cambiamenti nella line-up, i più radicali nel suo quindicennio di militanza: alla formazione è difatti rimasto saldamente al suo posto solamente il frontman e fondatore Xes, mentre nel comparto strumentale è stato un fiorire di nuovi innesti, tutti rigorosamente italiani. Un cambiamento così netto e profondo, con conseguente scossone non irrilevante alla stabilità del combo (che per altro ha recentemente dovuto dire addio anche al ‘nuovo’ batterista Venders, uno dei protagonisti di questa release), non appare comunque aver intaccato le fondamenta del progetto che, complice un leader tenace e con le idee chiare, porta alle stampe una produzione piuttosto valida ed appetibile, non priva di buoni spunti. Tale radicale rinnovamento, tuttavia, non passa del tutto inosservato.
Fin dai primi ascolti, coloro i quali abbiano seguito gli Infernal Angels nel loro percorso dal 2002 ad oggi noteranno infatti come i cinque abbiano optato per una virata più netta che in passato verso l’affollato lido del black/death, ricordando spesso e volentieri, pur non mancando di soluzioni originali e di un approccio proprio, lo stile proposto da nomi noti quali Belphegor o Dark Funeral, avvicinandosi ai primi anche per la ricercatezza dei satanici temi trattati: le dieci composizioni sono infatti titolate ciascuna ad un diverso demone, che vanno a rimandare il titolo dell’opera stessa, legato alla goezia, ovvero alla pratica esoterica riguardante l'invocazione e l'evocazione dei demoni stessi, nonché a quell’omonima Ars Goetia parte di celebri grimori di demonologia quali il Lemegeton o, ancor prima, in un certo senso, il De praestigiis daemonum, all’interno dei quali vennero proprio rigorosamente elencati i nomi di tali entità. La proposta della band appare dunque come essenziale e dritta al punto, priva di orpelli superflui o artefatti ridondanti, portatrice di quella furia tagliente che ci si aspetta da chi si fa plasmatore di questo così specifico genere, con ritmiche oscure e serrate, tremolo e riffing coerenti e di stampo tradizionale, una batteria furente ma precisa nel suo incedere marziale, ed il terrificante cantato di Xes che, nel suo sapersi continuamente contaminare tra i due generi, viene in questa sede coadiuvato ed arricchito da tre conterranei ospiti d’eccezione: in ordine di apparizione, Mancan degli Ecnephias, Lorenzo Sassi dei Frostmoon Eclipse e Snarl dei Black Faith. Per evitare tuttavia di rendere le tracce strutturalmente troppo simili tra loro, pur non allontanandosi dalla semplicità lineare del resto del lotto, gli Infernal Angels optano inoltre per l’inserimento di passaggi maggiormente melodici ed atmosferici (come in Asmoday: The Impure Archangel), a loro non nuovi, e rallentamenti calcolati (che culminano nella conclusiva Beleth: Lord of Chaos and Spirals, a tinte quasi doom), capaci di far riprendere fiato all’ascoltatore travolto dalla ferocia pressante del gruppo, nonché optando per l’introduzione di piccole soluzioni inaspettate, quali le percussioni tribali e suggestive nell’intro di Paimon: The Secret Of Mind. Il risultato riesce a limare in parte le sensazioni di ripetitività e di, a tratti, staticità, non inusuali per il black/death contemporaneo, che tuttavia vengono invece esacerbate da una produzione che, seppur curata e professionale, va ad appiattire e rendere meno aggressivo e grintoso del previsto il prodotto finale.
Un’uscita che certamente va a consolidare le capacità degli Infernal Angels di proporre soluzioni energetiche e bellicose anche nell’ambito -per loro in parte nuovo, e ancora non del tutto pienamente calibrato- del black/death, non tirandosi indietro nemmeno di fronte alle difficoltà causate da una vera e propria rivoluzione nella line-up. Con una solida componente ritmica e chiari spunti originali, tutti ancora da sviluppare, la band appare essere maturata ed è stata in grado di fare decisi passi avanti rispetto alle sue più recenti fatiche. Continuando con l’impegno dimostrato anche in questa ripartenza a nome Ars Goetia, non tarderanno con tutta probabilità quindi a consolidare e rifinire la propria proposta nel prossimo futuro, rendendola ancor più peculiare e competitiva.
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4
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Ma il nuovo album non lo recensite? Per me uno dei migliori album del 2020 usciti in Italia. |
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3
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Well, ci saranno degli strani meccanismi nella redazione di Metallized che ogni tanto, portano a recensioni alquanto tardive. Qui siamo su un album uscito a gennaio 2017... Mon Dieu, meglio che ci sia la recensione che non e soprattutto una recensione come questa che condivido in toto. Fanno questa musica e non mi sembra abbiano mai detto o fatto capire di voler essere sperimentali o cos'altro. A me, questa musica piace e questo Ars Goetia ha girato parecchio nei miei device, all'epoca. Meglio, sicuramente di Midwinter Blood anche se il io preferito resta Dominus Silenti. Un'altra interessante band Italiana. Au revoir. |
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2
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Disco davvero inutile che può servire solo a ricordare a qualcuno che non bisogna suonare a tutti i costi, incidere album ecc se sotto sotto non si ha nulla o ben poco da dire. Questi IA non mi sono mai piaciuti. Ctrl+C e Ctrl+V come se non ci fosse un domani... bò... |
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1
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Gran bel disco, violento quando c'è da pestare, ma anche con aperture melodiche davvero interesanti. Concordo con la recensione, forse la produzione troppo "perfettina" tende ad appiattire un po troppo il risultato finale. Per me un 80 ci sta tutto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Amdusias: The Sound of Hell 2. Vine: Destroyer of the World 3. Asmoday: The Impure Archangel 4. Purson: Matter and Spirit 5. Bael: The Fire Devour Their Flesh 6. Paimon: The Secret of Mind 7. Balam: Under Light and Torment 8. Zagan: The Alchemist 9. Belial: The Deceiver 10. Beleth: Lord of Chaos and Spirals
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Line Up
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Xes (Voce) Apsychos (Chitarra, Tastiera) Nekroshadow (Chitarra) Hagen (Basso) Venders (Batteria)
Musicisti Ospiti Mancan (Voce in traccia 3) Lorenzo Sassi (Voce in traccia 5) Snarl (Voce in traccia 6)
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