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ALAIN JOHANNES + THE DEVILS + ANANDA MIDA feat. CONNY OCHS
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TRAUMA hc
HEADBANGERS PUB, VIA TITO LIVIO 33A - MILANO

Neck of the Woods - The Passenger
13/11/2017
( 773 letture )
Seguii personalmente la primissima uscita ufficiale di questa interessante formazione Canadese, con la pubblicazione di quello che formalmente veniva presentato come un EP ma che in realtà per complessità e lunghezza, sembrava a tutti gli effetti un album. I Neck of the Woods, fino ad oggi, sono stati molto attivi, sia con una presenza su diversi palchi abbastanza costante, sia sulle varie piattaforme social, attraverso dimostrazioni pratiche (i così detti playthrough) mediante i quali la band avvalorò ulteriormente il proprio patrimonio tecnico e, allo stesso tempo, documentò i progressi fatti sulla gestazione di questo nuovo album, dal nome The Passenger.

Rispetto alla precedente pubblicazione, acerba sotto molti punti di vista, ma comunque buona, The Passenger ripropone la band in un’ottima forma e cresciuta nonostante siano passati pochi anni dalla prima uscita ufficiale; si vede, infatti, già con i primissimi ascolti di The Passenger, come i Neck of the Woods abbiano lavorato soprattutto per ricercare una propria identità artistica, amalgamando al meglio quei riferimenti artistici (Gojira e Between the Buried and Me su tutti), allora, sin troppo presenti e ingombranti per la band stessa. Entrando nello specifico, The Passenger non è un disco stilisticamente facilmente collocabile all’interno di una categoria musicale definita; la band ha un forte background del metal core della prima ondata, non disdegnando infiltrazioni nel death metal di matrice tecnica e con una buona dose di hardcore moderno, in grado di aggiungere una certa dose di dinamismo al tutto, pur non avvicinandosi minimamente all’estremo deathcore. Il tutto letto in una chiave e un contesto in cui tecnica e melodia vanno a braccetto l’uno con l’altro. The Passenger è una sorta di pallottola impazzita, un frammento scoppiettante imprevedibile per direzione e destinazione; un lavoro curato nei minimi particolari in cui si possono assaporare le varie sfaccettature del metal moderno. L’opener Bottom Feeder è già di per sé un pezzo estremamente interessante, con la chitarra solista che drappeggia un arpeggio che può ricordare le note dei primi Opeth per atmosfera ricreata, ma che successivamente esplode con ritmiche rapide, dinamiche e molto melodiche in pieno stile metal core. I pezzi successivi suoneranno l’uno diverso dall’altro, spazzando via le potenziali aspettative dell’ascoltatore; in White Coast si passa alle ritmiche dispari, accartocciate e spigolose, rivelandosi così un pezzo sincopato e difficile da assimilare per le innumerevoli varianti che gravitano attorno al riff portante. Nailbiter e You’ll Always Look the Same to Me sono ottimi pezzi, con una certa coerenza di fondo e che potrebbero non sfigurare in un disco metal core uscito almeno 10 anni fa, tanto che comunque la band ha voluto mettere il proprio impreziosendo il tutto con dei solos dall’inconfondibile gusto heavy metal, che lasciano stupiti per bellezza e musicalità. Con la descrizione dei pezzi di punta si vuole sottolineare proprio quell’imprevedibilità descritta all’inizio. La band comunque non ha smesso di apprendere dai propri mentori e ispiratori, ma si apprezza sicuramente l’abilità dei Neck of the Woods nell’elaborare le linee guida, proponendo alla fine qualcosa di personale.

The Passenger è un bel disco da ascoltatore tutto di un fiato; potente e violenta, ma allo stesso tempo melodico, ruvido e, da un certo punto di vista, raffinato per la tecnica e la ricercatezza nei suoni. La band canadese è una di quelle poche realtà del metal modero attuale, in grado di distaccarsi dalla massa inconsistente delle realtà “core” attuali. Un disco che sicuramente merita maggiore visibilità e che, potenzialmente, può catapultare i Neck of the Woods in palchi più importanti di quelli, sino ad ora, dignitosamente calcati.



VOTO RECENSORE
79
VOTO LETTORI
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L'adoratore del cespuglietto muliebre
Lunedì 20 Novembre 2017, 10.38.13
2
Questo è proprio un bel dischetto, molto godibile. Consigliato a chi ama il metal tipo Lamb of God con spruzzatine prog (il primo paragone che mi viene in mente).
gianmarco
Martedì 14 Novembre 2017, 1.15.43
1
ascolterò con attenzione .
INFORMAZIONI
2017
Basick Records
Metal Core
Tracklist
1. Bottom Feeder
2. Nailbiter
3. White Coats
4. Open Water
5. You’ll Always Look the Same to Me
6. Face of the Villain
7. Drift
8. Foothills
9. Before I Rest
Line Up
Jeff Radomsky (Voce)
Dave Carr (Chitarra)
Travis Hein (Chitarra)
Jeremy Gilmartin (Batteria)
Jordan Kemp (Basso)
 
RECENSIONI
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