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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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15/11/2017
( 1126 letture )
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Johannes Luley è un chitarrista e polistrumentistista tedesco, naturalizzato statunitense, ex membro del gruppo progressive MothVellum, con il quale ha inciso l’unico album della band, uscito esattamente dieci anni fa. Qitaraè il secondo lavoro solista a seguito del debutto Tales From Sheepfather's Grove, pubblicato nel 2013. Questo disco nasce dalla storica passione verso i grandi chitarristi che hanno segnato l’evoluzione musicale di Johannes e si può leggere proprio come una sorta di omaggio nei loro confronti. Il risultato di questo tributo viene presentato al pubblico con l’etichetta di progressive rock, ma ascoltandolo si nota che il tratto prog è ridotto a minime sfumature su una enorme tela di jazz rock e fusion. Anche solo leggendo i nomi dei musicisti ospiti e le loro collaborazioni precedenti (Stanley Clarke, Herbie Hancock, Gino Vannelli, Joe Zawinul) ben evidenziate nel booklet del disco, si capisce che l’intento di Johannes è quello di fare un prodotto pienamente jazz rock condito, però, di qualche stravagante evoluzione tipica del progressive. I brani girano in modo preponderante intorno alla chitarra, mentre gli altri strumenti forniscono un supporto di grande livello. Le incursioni solistiche si limitano a piccoli ritagli ma ben definiti. Il suo stile chitarristico si colloca in un limbo tra prog e fusion , traendo chiaramente inspirazione (le influenze sono interamente citate nel booklet) da David Gilmour, Adrian Belew, Steve Hackett, Steve Hillagee Steve Howeper quanto riguarda il progressive e Mike Stern, PatMethenye Jeff Beckper il lato jazz. Le influenze sono quasi tutte ben identificabili, ma quella probabilmente più evidente, specialmente sul fraseggio solistico, è quella di Metheny.
A differenza del primo disco solista questo presenta un artwork piuttosto essenziale e poco curato. Non si tratta di un punto di forza dell’album. Inserendo il disco nel lettore veniamo subito colpiti dalla produzione essenziale ma ben bilanciata: ogni strumento è ben equalizzato e mantiene un suono pulito e fedele. Per quanto la chitarra sia lo strumento principe non prende troppo spazio e quello che esce è un sound compatto , dove si percepisce chiaramente un’idea musicale che va ben oltre la semplice esibizione personale. L’arrangiamento è molto elegante, ogni parte è ben studiata e strutturata in funzione del brano e non del musicista. Il rischio che spesso si corre quando si tenta di tributare musicisti di quel mondo è quello di costruire la composizione sulla complessità tecnica, ponendo in secondo piano il concetto musicale che c’è dietro, e andando a ridurre il tutto ad una inutile gara tra virtuosi. Per fortuna Johannes Luley ha capito a fondo quei musicisti e ha pubblicato un prodotto che risulta assolutamente piacevole e genuinamente ispirato alla musica dei colossi.
Fondamentalmente parliamo di un album che non aggiunge niente alla storia della musica: non c’è innovazione in nessun campo , e le idee compositive non sono particolarmente brillanti. Tuttavia, il prodotto ha anche un livello qualitativo elevato. Johannes Luley non ha voluto fare un capolavoro, ma ha semplicemente scritto e interpretato la musica che gli piaceva , con grandi musicisti al seguito e ha pubblicato un album in grado di far passare del tempo piacevole all’ascoltatore. Per usare una similitudine enologica potremmo assimilarlo ad un buon vino da pronta beva, quella bottiglia abbastanza economica che si può assaporare senza grosso impegno, ma che ci lascia pienamente soddisfatti.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Doer 2. Upness 3. Seconds 4. Sister Six 5. Soliloquist 6. Moonlight Mesa 7. Red and Orange 8. Faces in Reflection 9. Hot Sands 10. The White City 11. Agni Rahasya
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Line Up
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Robin Hathaway (Voce) Ryan Downe (Voce) MortenKier (Voce, Pianoforte) Scott Kinsey (Organo, Synt) OtmaroRuiz (Tastiere) Christian Hammer (Strumenti elettronici) Katisse Buckingham (Sax soprano) Michael Hunter (Flicorno) Jason Lobell (Basso) DickiFliszar (Batteria) Edoardo Talenti (Batteria)
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RECENSIONI |
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