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Shakra - Snakes & Ladders
23/01/2018
( 1498 letture )
Undicesimo album in studio per i prolifici Shakra, il secondo dopo il ritorno in formazione del robusto Mark Fox, singer rientrato nelle fila della band nell'ottobre 2015 a seguito di un breve periodo di stop. Ebbene il successore di High Noon (2016) in realtà non è altro che la continuazione di quella che appare una missione per la band svizzera: mantenere in vita un hard rock ottantiano sempre più tendente a svanire. Il problema è che i nostri lo fanno fin troppo bene realizzando prodotti che emulano in tutto e per tutto i connotati musicali di quegli anni, senza apportare la benché minima variazione sonora e soprattutto senza un briciolo di originalità. Intendiamoci, le tracks che compongono Snakes & Ladders nella maggior parte dei casi sono persino gradevoli, ma ciascuna potrebbe durare un minuto tant'è la poca inventiva insita in esse. L'album col passare dei minuti assume quindi una piattezza frustrante, issandosi soltanto sul finale grazie ad un trittico discreto, appunto inspiegabilmente posto in fase conclusiva.

Ciò che delude maggiormente sono proprio i due singoli di lancio, ovverosia Cassandra's Curse e la titletrack: insignificanti persino per l'attuale mercato discografico, gettano gli Shakra in un sostanziale anonimato. Sicuramente una scelta infelice quella di ergerli a brani di punta. Decisamente meglio, nonostante la loro struttura scolastica, i pezzi movimentati e potenti dell'album (Friday Nightmare, I Will Rise Again) rispetto a melodie stantie riecheggianti alcune ballate di Bryan Adams, racchiuse in Something You Don't Understand e Open Water, songs peraltro distanti anni luce dai picchi emotivi raggiunti dal cantautore canadese. In ogni caso è Rollin' ad aggiudicarsi il titolo di brano peggiore del lotto: stoppate di chitarra monotone poco sensate, ritornello debole anche a causa dell'interpretazione rivedibile del frontman ed un vano tentativo centrale di riesumare assolo del passato. In extremis gli Shakra, pur non inventandosi nulla di particolare, si riprendono con la moderna The Race of My Life; la dura cavalcata Fire in My Veins, brano atipico per il gruppo poiché non prevede un chorus strabordante. Incomprensibile la scelta di concludere la canzone con la ripresa e riesecuzione all'infinito del refrain. Infine The End of Days, grazie anche all'uso della chitarra acustica, dona finalmente un tocco per così dire "innovativo" a Snakes & Ladders portando una nota di colore e spensieratezza.

Esaminando l'album emerge la mancanza d'audacia di una band ostinata a perseguire strade conosciute e sicure, magari poco tortuose ma sicuramente con tanti solchi tracciati sul terreno da visitatori passati. Il fatto di non spingersi oltre, di proseguire su un corso già esplorato porta ad un risultato soddisfacente ma non vincente. Si crea una sorta di standby compositivo, una malcelata rigidità delle emozioni. Certo che una migliore accuratezza in fase di mastering, non tanto nel bilanciamento dei suoni bensì nella scelta della successione delle tracks, avrebbe portato ad un maggior coinvolgimento durante l'ascolto.



VOTO RECENSORE
60
VOTO LETTORI
74.5 su 6 voti [ VOTA]
Dado
Martedì 26 Settembre 2023, 11.38.41
4
Caro recensore, forse dovresti ascoltare meglio l\'album più di una volta senza pregiudizi.. Album spensierato e piacevole da ascoltare, realizzato molto bene tecnicamente che per me vale un 77
Maurizio
Martedì 23 Gennaio 2018, 18.23.50
3
merita almeno 70
sgrunf
Martedì 23 Gennaio 2018, 17.08.18
2
Cazzo...mi era preso un colpo,per un secondo avevo letto Shakira
InvictuSteele
Martedì 23 Gennaio 2018, 17.02.17
1
Direi che è in linea con le altre produzione, perciò è un buonissimo album di sano hard rock moderno, con bellissimi refrain e ottimi soli. Voto 75
INFORMAZIONI
2017
AFM Records
Hard Rock
Tracklist
1. Cassandra’s Curse
2. Friday Nightmare
3. Snakes & Ladders
4. Something You Don’t Understand
5. The Seeds
6. Rollin‘
7. Medicine Man
8. I Will Rise Again
9. Open Water
10. The Race Of My Life
11. Fire In My Veins
12. The End Of Days
Line Up
Mark Fox (Voce)
Thom Blunier (Chitarra)
Thomas Muster (Chitarra)
Dominik Pfister (Basso)
Roger Tanner (Batteria)
 
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