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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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24/02/2018
( 1350 letture )
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Fra le perle del 1993 dimenticate nel fondo di un cassetto, non possiamo non citare questo Iniquitous degli americani Rottrevore. Di cosa stiamo parlando, innanzitutto? Dell’unico full-lenght di questa band semi-sconosciuta e quasi dimenticata, scioltasi un paio d’anni dopo la pubblicazione del suddetto lavoro e riapparsa sulle scene death nel 2011 e nuovamente in attività. Vista la scarsissima notorietà del gruppo, non è lecito parlare di reunion, quanto piuttosto di una nuova ripartenza. Da zero, e alla vecchia maniera: un demo nel 2012 seguito da un EP l’anno seguente, poi di nuovo il silenzio. Forse per sempre.
Rispolverare un album come Iniquitous significa riportare alla luce un lavoro che sarebbe già dovuto essere noto ai più, ma che per un beffardo scherzo del destino non ha mai incontrato fama e gloria lungo il suo cammino. Esso possiede tutte le carte in regola per lasciare piacevolmente stupito l’ascoltatore: riff velocissimi, blast beat, basso distorto oltre ogni limite (molto probabilmente con l’ausilio dell’effetto fuzz). Ingredienti che, una volta miscelati assieme, producono un suono estremamente old school. Non c’è bisogno di fronzoli o di abbellimenti vari: gli assoli di chitarra sono minimali, sporchi, imprecisi: per questo devastanti. Completamente assenti gli intermezzi o gli intro/outro a base di sintetizzatori dall’atmosfera sinistra, come va invece di moda proprio negli ultimi anni. La band opta per l’impiego mirato di pochi elementi che vengono però utilizzati al limite delle loro potenzialità. Ecco allora che improvvisi armonici artificiali di chitarra risvegliano l’ascolto, combinati a un growl davvero mostruoso e a un basso presentissimo. Merita infatti una menzione speciale il basso di Chris Free, che non appare mai in secondo piano, ma che si rende anzi protagonista più e più volte fin dalle note iniziali dell’album in Jesters of Regression. La sua prova migliore la fornisce sicuramente in Incompetent Secondary. Funga tutto ciò da esempio per la sterminata serie di band death metal che sottostimano a torto la potenza devastante di questo strumento fondamentale.
Non ha molto senso percorrere la via di un’analisi traccia per traccia per un disco simile, dal momento che esso risulta essere un lavoro omogeneo e unitario. Spendo giusto qualche parola per elogiare la bellezza del botta e risposta tra basso e chitarre in Action for Loss, una delle migliori tracce dell’album, davvero ben architettata. La bocciatura spetta invece a Conspiracised, traccia che non arriva a convincere per colpa della sua eccessiva semplicità che la sospinge quasi al limite del banale. Questo però è l’unico passo falso di Iniquitous e per questo non compromette granché il giudizio finale. Rimane il fatto che l’assolo di chitarra presente in questa traccia è proprio brutto. Il groove di Crude Domination ci accompagna all’uscita, segnata da un breve intro strumentale (ma in cui sono comunque presenti dei growl prolungati in sottofondo), che funge da vero e proprio riassunto dell’intero lavoro: velocità, velocità e ancora velocità.
Ancora una cosa: potrà risultare interessante l’ascolto dell’album due volte di fila, quasi senza interruzioni tra la prima e la seconda volta. Così facendo, l’outro strumentale diventerà in qualche modo l’intro al nuovo ascolto, ed ecco allora che l’opener Jesters of Recession si tingerà di dettagli del tutto nuovi che magari potrebbero essere sfuggiti la prima volta. Comunque sia, una o cento volte, l’album si conferma essere un ottimo lavoro dimenticato.
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11
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Disco pazzesco, mi ero perso la recensione fino ad oggi. La disamina mi trova totalmente concorde. Qualche fronzolo c'è, ma si sposa con quella che io chiamo "Old School++", ossia la versione più estrema del death americano fi prima ondata che ha poi formato i connotati del brutal. E cmq da me sta sullo scaffale, non nel cassetto... un abbraccio a tutti. M. |
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10
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Madonna che disco, favoloso. Poi i suoni sono una goduria, specialmente quel basso ciccione e sporco in modo indecoroso. Grande, mi fa piacere che recentemente l'album stia godendo di una generale riscoperta. |
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9
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Io non volevo far polemica, ho solo segnalato l'errore |
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8
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è solo un errore di digitazione del titolo in fase di inserimento, non facciamone una tragedia. Correggiamo subito. |
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7
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Informo preventivamente chiunque intendesse sottolineare ancora una volta che il nome della band sia quello di cui parlo in recensione e non quello del titolo, che ho tempestivamente informato chi di dovere di provvedere alla correzione della svista. |
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6
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Dott. @Pacino buongiorno, sono l'autore della recensione. Il testo è interamente attribuibile a me, e lì mi pare che il nome della band sia stato citato correttamente. Prima di accusarmi di scarsa serietà si informi da dove provenga realmente l'errore. Grazie per ripagare in questo modo chi cerca di mettere sempre impegno e serietà in ciò che fa. Magari un giorno provo davvero a fare una recensione senza ascoltare più volte un album o senza, come dice lei, non conoscere nemmeno il nome della band, così poi vediamo quanto esce bene. Saluti. |
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5
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Fare una recensione e non sapere nemmeno il nome della band, siamo seri su. Voto al disco 74 |
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4
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Rottrevore Rottrevore Rottrevore Rottrevore |
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3
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Rettrevor ovvero il progetto death della Rettore |
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2
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Mi ispirano. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Jesters of Recession 2. Ceased by Failure 3. Spawn of Ignorance 4. Unanimous Approval 5. Dismal Fate 6. Disembodied 7. Incompetent Secondary 8. Conspiracised 9. Actions for Loss 10. Crude Domination 11. Unbeknownst (Outro)
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Line Up
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Chris Weber (Voce, Chitarra) Mark Mastro (Voce, Chitarra) Chris Free (Basso) Jason Graham (Batteria)
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RECENSIONI |
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