|
25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
|
|
|
27/03/2018
( 1547 letture )
|
Il principio animatore che elettrizza ogni atomo nella vita, l’energia che genera la differenziazione della sostanza cosmica primordiale, ovvero “Fohat”. Con tale termine, dalle misteriose e probabili origini tibetane, la cosmogonia definisce l’essenza dell’elettricità cosmica, il legame tra la soggettività dello spirito e l’oggettività della materia nell’Universo. I complessi postulati teorici di cui sopra sono il sunto dei contenuti di The Secret Doctrine, opera della teosofa ucraina Helena Petrova Blavatsky, testo in due volumi risalente al 1888 considerato oggi uno degli scritti fondanti dell’esoterismo moderno. Proprio in seguito allo studio dei principi divulgati dal succitato tomo, i francesi Caïnan Dawn hanno sviluppato le liriche del terzo lavoro in studio, dal titolo simbolico e quantomai rappresentativo F.O.H.A.T.. Il quartetto d’oltralpe, attivo dal 2003, torna quindi sul mercato a distanza di tre anni dal precedente Thavmial, portando avanti in maniera netta e decisa il discorso black metal avanguardistico accennato sin dal debut Nibiru, ma finora ancora non totalmente delineato. Considerata l’appartenenza geografica ed artistica, un diretto accostamento con i pionieri del genere e connazionali Deathspell Omega sembra quasi del tutto inevitabile. Ciononostante, i Nostri, pur ripercorrendo alcune linee già tracciate dal più affermato act, riescono con innegabile successo ad aprire nuovi varchi tra il già conosciuto di tale ambito musicale. Strutturalmente, la successione dei sette pezzi della tracklist si dispiega in continuità secondo la tipica modalità sequenziale del concept album, legati fra loro da tessuti connettivi ambient, corali e industrial.
Il brano di apertura, Kaos Theos Kosmos, sin dall’immediato ascolto pone in essere l’eclettico approccio alla composizione che diviene il trademark dell’intero lavoro, miscelando sapientemente stralci delle precedenti produzioni ai cambiamenti derivanti da una naturale crescita artistica. L’introduzione è affidata ad un black metal di classica matrice scandinava dal sound rinnovato, che si lega ad un corpo decisamente più articolato, impostato su numerose variazioni di tempo a sostegno di un riffing pieno e potente tra i cui pattern è possibile scorgere interessanti fraseggi di basso. Nicchie strutturali sono riservate ad inserti acustici, incisioni di voce pulita e a una parentesi ambient in chiusura che conduce senza interruzioni direttamente al pezzo successivo. L’incipit di Ylem è così completato da una progressione chitarristica arpeggiata che supporta una declamazione apocalittica in spoken word, dispiegandosi successivamente in un impalcato melodico dissonante, a ricreare uno scenario opprimente che è proprio di una certa maniera di intendere e suonare il black metal odierno. Dopo un principiare potente e cadenzato, nella successiva Mara fanno capolino le basilari e fondamentali influenze death e thrash, nonché black di estrazione dalla frangia norvegese (Emperor su tutti), messe in atto da un lavoro alle sei corde piuttosto raffinato e condite da partiture vocali dal carattere teatrale, operistiche in senso lato. Contrariamente a quanto avviene nelle più comuni scelte compositive, in questo caso la title track è il brano più breve del lotto e si distingue nettamente dagli altri per la propria natura intrinseca. Fohat è, infatti, una digressione industrial ambient, a tratti marziale e rumoristica, dalla tetra e profonda atmosfera apocalittica che agisce da interludio nella sezione centrale del platter. Il tutto si ricollega al preambolo di Thule, un pezzo maggiormente easy listening, che in ogni caso non perde le peculiarità dell’approccio in fase di scrittura dei Caïnan Dawn, impreziosito da una sezione ritmica efficace di pregevole fattura e concluso da un cantato definibile come monastico. A indice di una fase di stesura totalmente non convenzonale, come già precedentemente affermato, Fathomless si erge per il suo differente registro, includendo divagazioni post black ed elementi di un certo DSBM, disegnati da dialoghi chitarristici creati su un drumming prevalentemente serrato ma non per tale motivo priva di estro. Fino alla fine ciascuna traccia mostra un perfetto equilibrio, bilanciamento che trova ulteriore conferma in Om, capito conclusivo del disco, dalla stesura mai ridondante, con soluzioni atipiche che sottolineano l’assenza del timore nella dedica all’approfondimento di differenti possibilità sonore.
Il terzo album, come da generale prassi, costituisce il definitivo banco di prova all’esame di maturità e i Caïnan Dawn dimostrano di averlo superato a pieni voti. F.O.H.A.T. è un’eccellente espressione avanguardistica e sperimentale della musica estrema, un lavoro concepito sugli stilemi del black metal contemporaneo e progressivamente plasmato in una forma artistica pregna di ispirazione e slancio sperimentale, che indirizza il combo verso una strada personale ed innovativa. Si tratta di un’opera compiuta, minuziosamente curata in ciascun dettaglio, non solo prettamente musicale, ma anche tecnico esecutivo, concettuale e visivo, aspetti che fanno balzare il nome Caïnan Dawn tra le più interessanti realtà del panorama estremo internazionale e fanno di F.O.H.A.T. un prodotto di ottima qualità da fare proprio senza alcuna esitazione.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
3
|
Comunque la Blavatsky era russa, perchè l'Ucraina era parte dell'impero russo all'epoca. Funziona così, conta l'epoca in cui si è nati non la situazione geopolitica dell'attualità. Un pò come dire che Giustiniano era Turco perchè Costantinopoli ora si chiama Istanbul. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Si, bel colpo della vecchia Osmose. Voto 81 |
|
|
|
|
|
|
1
|
Ho sempre visto questa band molto "spinta" sul sito dell'Osmose di Herve, ma onestamente non gli ho mai prestato attenzione. Alla luce di questa recensione e bel voto mi sa' che dovrò approfondirli... |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Kaos Theos Kosmos 2. Ylem 3. Mara 4. Fohat 5. Thule 6. Fathomless 7. Om
|
|
Line Up
|
Heruforod (Voce, Chitarra) Avgruun (Chitarra) Keithan (Basso) Kloct (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|