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Curved Air - Second Album
14/04/2018
( 1486 letture )
Il 1970 si prospettava per i Curved Air come l’anno della svolta. Forti di un prestigioso contratto con la Warner (firmato nel ’70) dopo aver cambiato il monicker del gruppo da Sysyphus nel definitivo Curved Air. Arrivano così il buon debutto Air Conditioning, le successive date come spalla ai Black Sabbath, ma anche un singolo di successo nelle chart britanniche intitolato . I Nostri erano davvero a un passo dal botto decisivo, dalla cosiddetta svolta di carriera capace di cambiare la vita a centinaia di musicisti, nel bene e nel male. Perciò, i Curved Air, tra il 1970 e il 1971 si ritirarono in studio, partorendo uno dei loro più celebri lavori, intitolato senza troppa originalità Second Album.

Questo platter fu il frutto di una particolare stesura: I primi cinque brani, da Young Mother a Puppets, sono stati composti da Sonya Kristina e Darryl Way, mentre le ultime tre tracce dal chitarrista Francis Monkman, imponendo così una divisione netta a livello compositivo all’intero lavoro. La prima parte del disco, sin dall’iniziale fanfara di Joung Mother è fortemente incentrata sulle tastiere, che giocano a rincorrersi tra assoli e tappeti sonori e mai così massicciamente presenti nell’economia del sound dei Curved Air. Inoltre, come da consuetudine a livello strumentale, improvvisamente compare il violino di Darryl Way, in modo da rimarcare le influenze ora classiche, ora più folk e sognanti tipiche del gruppo britannico. Fondamentale nel sound della band è senza dubbio la voce di Sonja Kristina, capace di vocalizzi lisergici, come nella già menzionata Backstreet Luv, o anche di momenti più raccolti e intimisti, capaci di proiettarci in una dimensione sognante (Jumbo).

Seguono poi due brani come You Know e Puppets. La prima gode finalmente di un accompagnamento strumentale più movimentato e con un bel groove, segnando una scossa in un album finora raffinato, ma privo di verve. La seconda traccia invece sa un po’ di riempitivo ed è l’unica a non convincere appieno, strappando anche qualche sbadiglio, a causa della sezione ritmica in sordina e linee vocali un po’ fiacche. Manco a dirlo, le tracce migliori del platter sono le tre composte dal buon Monkman: Everdance condensa appieno il sound folk dei Curved Air con un guizzante violino in evidenza, mentre Bright Summer’s Day ’68 ha delle reminiscenze neoclassiche con una tastiera in sottofondo, anche se è la chitarra a far da padrona con un bell’assolo acido.
Chiude il disco la lunga Piece of Mind, una complessa suite di quasi tredici minuti, dove i tasti d’avorio e il violino sono protagonisti di un continuo crescendo di tensioni interne, cimentandosi ora in melodie e ritmiche maggiormente tese, ora in pregevoli assoli lievemente jazzati (si prenda ad esempio l’assolo di pianoforte a circa metà brano). Il brano si conclude poi tra tastiere dal sapore psichedelico, lasciando all’ascoltatore la sensazione di essersi imbattuto nella vera perla del platter.

Second Album non ottenne il tanto ambito successo a cui i Curved Air puntavano. Anzi, alcune riviste del settore (per lo più britanniche), furono piuttosto critiche con questo lavoro. Buona parte dei commenti furono infatti rivolti verso la qualità del songwriting, sofisticato sì, ma dalla qualità altalenante, soprattutto nella prima metà del disco, dove se si escludono le prime due canzoni, non vi è molto da segnalare. Inoltre i Curved Air furono criticati per l’incapacità di devolvere il proprio sound in qualcosa di diverso e quindi di distinguersi, per via di un songwriting poco ispirato (per l’epoca), specie se confrontato con le altre band coeve del settore. Probabilmente, col senno di poi questa critica potrebbe derivare proprio dalla duplice divisione del vinile e dei compositori. Questa problematica comunque si ripresenterà l’anno successivo con l’uscita di Phantasmagoria (che presenterà un lavoro molto più curato e avanguardistico), ultimo album con Monkman in formazione, il quale abbandonerà la band poiché stanco e frustrato dei dissidi interni, sancendo anche la fine dei primi Curved Air.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
92 su 2 voti [ VOTA]
Renaissance53
Lunedì 6 Febbraio 2023, 0.21.28
8
PS: Segnalo Puppets, il brano che chiude il lato A....quel mellotron lontano sullo sfondo , gli dona un senso onirico e incantato (altro che riempitivo e sbadigli....perdoniamo chi non ascoltare)
Renaissance53
Lunedì 6 Febbraio 2023, 0.17.24
7
Strano che vi siano alcuni commenti su questo album dei Curved Air e nessun voto. Beh, inserisco il mio, superiore a quello del recensore. In effetti ritengo Second Album un lavoro interessante, anche se effettivamente gli nuoce l\'evidente difformità tra le composizioni del lato A (siamo ai tempi del vinile) a firma Darryl Way e quelli del lato B, più sperimentali di Monkman. I brani migliori a mio avviso sono tutti sul primo lato ad eccezione di You Know (davvero anonima). Voto : 85
Le Marquis de Fremont
Venerdì 20 Aprile 2018, 13.18.25
6
Concordo con Monsieur Voivoid sulla voce di Annie Haslam che con Sandy Denny, considero le migliori voci in assoluto del panorama prog e folk in Inghilterra. Quella di Sonya Kristina, pur essendo bella, non mi è mai sembrata così speciale. Ho sempre avuto l'idea che abbia fatto più successo per la sua bellezza che per la voce. Vado un poco OT (pardon, Monsieur Raven...) per Monsieur Galilee: tale Giorgia Melloni, super truccata con vistoso rossetto: non sa le lingue, non sa niente di vino. Che è venuta a fare al Vinitaly? Notare cha aveva attorno almeno 10 persone (pagate da chi?) che bevevano (e come bevevano...). Ridicule. Au revoir
Voivod
Mercoledì 18 Aprile 2018, 7.57.04
5
Ho solo "Phantasmagoria", veramente notevole! E mi piace molto la voce di Sonya Kristina...pur non arrivando ai livelli della Haslam (Renaissance)
Galilee
Lunedì 16 Aprile 2018, 14.01.52
4
Ne hai incontrato qualcuno alla fiera?? Ahaha..cose da far andar di traverso anche un calice di Amarone...
Le Marquis de Fremont
Lunedì 16 Aprile 2018, 13.38.58
3
Well, qui siamo nel periodo dove i Curved Air, pur con alti e bassi, come giustamente sottolineato nella recensione, facevano dei buoni album. Gruppo che ha avuto grosse potenzialità ma che è sempre stato penalizzato dai continui cambi di line-up. E questo è particolarmente importante, data la capacità compositiva, effettivamente molto diversa, dei vari componenti. Infatti, la recensione coglie, giustamente, come migliori e più interessanti, i pezzi scritti da Monkman (che pensavo, più tastierista che "chitarrista"). Band, in ogni caso, interessante fino ad Air Cut. Au revoir dal Vinitaly (p.s.: i politici Italiani, che "visages de cul". Patetici...).
duke
Sabato 14 Aprile 2018, 19.27.52
2
band interessante....bravi a recensirlo...
Galilee
Sabato 14 Aprile 2018, 14.57.33
1
Buon disco. Lo comprai per caso e mi sorprese.
INFORMAZIONI
1971
Warner Bros.
Prog Rock
Tracklist
1. Young Mother
2. Backstreet Luv
3. Jumbo
4. You Know
5. Puppets
6. Everdance
7. Bright Summer’s Day ‘68
8. Piece of Mind
Line Up
Sonja Kristina (Voce)
Francis Monkman (Chitarra, Tastiera)
Darryl Way (Violino, Piano, Voce)
Ian Eyre (Basso)
Floriano Pilkington- Miksa (Batteria)
 
RECENSIONI
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