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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Funeral Oration - Sursum Luna
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28/04/2018
( 2138 letture )
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È ormai scritto nei libri di storia con inchiostro indelebile come gli anni Novanta abbiano rappresentato uno dei periodi artisticamente più floridi per il metal estremo, trovando la sua fertile culla nelle gelide lande del nord Europa. Se black metal e Scandinavia è da sempre un legame tradizionalmente inscindibile, è altrettanto vero che in altre aree geografiche dell’Antico Continente e nello stesso arco temporale si svilupparono discorsi artistici affini, ma comunque indipendenti. In Italia, ad esempio, tale movimento viveva probabilmente uno dei periodi di maggiore splendore, un tumultuoso fervore che ha ispirato la nascita di molte realtà con le medesime influenze primordiali di molti blasonati colleghi stranieri (imprescindibile il classico trittico Bathory, Slayer, Celtic Frost), ma un background culturale che ha portato ad una visione ed interpretazione del genere piuttosto differenti. Necrodeath, Mortuary Drape, Opera IX, Necromass, sono solo alcune delle più longeve formazioni che hanno ottenuto lustro e visibilità anche a livello internazionale. Un panorama ampio, arricchitosi inoltre del contributo di gruppi che hanno dato il proprio apporto alla causa con episodi puntuali, ma certamente di non minore importanza artistica. Uno dei casi forse più eclatanti, ascrivibile a questa seconda categoria, è quello dei pugliesi Funeral Oration.
Nata nella Taranto di fine anni Ottanta, la band messa in piedi dal chitarrista Luca La Cara e dal cantante Giuseppe De Florio cominciò con dedizione a muovere i primi passi nel sottobosco del Mezzogiorno. I primi tribolati anni di attività furono segnati dalla produzione di due demo tape, Come Here With Us… e Domine a Morte… Libera Me, incentrati su un sound prettamente death metal. A seguito di una fisiologica instabilità, dovuta ad una serie di fattori di contesto, avvenne un rimpasto in seno alla formazione che, in aggiunta alla presenza fissa del leader La Cara, portò all’ingresso del batterista Rodolfo Russo e di due influenti pionieri della scena: il vocalist Nick Curri (The Old Nick), ai tempi addentro il giornalismo underground e creatore della fanzine Metal Destruction, e il bassista Malfeitor Fabban, che i più ricorderanno per essere il mastermind degli Aborym. Il Promo XXX A.S. 1995 E.V., registrato dalla rinnovata formazione, lasciò quindi intravedere una evoluzione del sound verso sonorità più black e ricercate, e valse il contratto discografico con la Avantgarde Music che l’anno successivo rilasciò il primo e unico (almeno finora, la band si è recentemente riunita) full-length a marchio Funeral Oration, intitolato Sursum Luna.
L’uscita si presenta con una struttura della tracklist piuttosto particolare, quasi seguendo la tipologia del concept album. I sette brani effettivi che compongono la release sono saltuariamente intervallati da brevi intermezzi strumentali che forniscono momenti di ampio respiro nel corso di un disco piuttosto intenso. L’opener Beltane’s Night è un atto di violenza black con potenti richiami death, espressi in una struttura articolata arricchita di discreti ma percettibili inserti tastieristici che conferiscono un carattere sinfonico similare a quanto proposto dagli Emperor. Le strazianti e riverberate vocals di Curri si incidono su ispirate soluzioni melodiche in un incedere globale fluido e coerente, che offre un finale dal sapore folk. La successiva Pregnant Whore presenta un approccio violentissimo, dove Russo si impegna con efficacia nel dare un beat secco e preciso ad un guitar work di matrice death black, uno dei trademark dei Funeral Oration. Volendo proporre un accostamento, tale modus operandi è riscontrabile nei Darkthrone di Soulside Journey. Tale idea di elasticità stilistica trova conferma in Me a Morte Libera Domine, una traccia fondamentalmente old school che lascia ampio spazio a divagazioni strumentali, trovando l’apice in una parentesi arpeggiata centrale impreziosita dagli ottimi arrangiamenti del basso di Fabban. The Age of Apotheosis mostra invece il lato più incline verso il death/thrash tecnico, dove la potenza è sprigionata da un lavoro alle sei corse schizofrenico che mette in luce la buona tecnica strumentale dei musicisti nel contesto di un pezzo veloce e dinamico. La titletrack è certamente uno dei brani di maggiore interesse, a cominciare da ciò che concerne la struttura lirica, una suite suddivisa in tre parti interamente scritta in latino. Da un certo punto di vista ciò potrebbe essere interpretato come una manifestazione di appartenenza culturale che esprime un chiaro distacco da un sentimento esterofilo comunque presente in un frangente dell’underground del Belpaese in quel periodo. Musicalmente, essa offre un black metal non unidirezionale, ben impostato sull’apertura melodica e costruito su ritmiche varie e ottimamente bilanciate, in cui si apprezzano interessanti fraseggi tra chitarre e tastiere e uno spoken word che fa da colonna sonora ad una ambientazione quasi fiabesca, suggerendo una appena accennata influenza progressive settantiana. Si ritorna a tastare gli ambiti del death thrash con la successiva Stigmata, il pezzo di maggiore intensità, terminando poi con Pagan Joy, ultimo capitolo ed altro ottimo esempio di black metal dai connotati sinfonici. Cala definitivamente il sipario con l’outro finale dalle atmosfere magiche, quasi un’inaspettata controtendenza, ma anche per questo in linea con l’eclettismo che permea i quarantasei minuti totali del disco.
Parlare di solo black metal nel caso dei Funeral Oation è dunque riduttivo, se non errato. I generi rivisitati si commistionano fluidamente in un mix distruttivo che non cela una vocazione per la melodia e il lato sinfonico di indubbio gusto. La freschezza del sound, l’atmosfera cupa e morbosa e il peculiare approccio avanguardistico al songwriting fanno di Sursum Luna un debut di altissimo livello, avvalorato da un rimarcabile lavoro in cabina di produzione. Guardando al passato con occhio retrospettivo e nostalgico rimane il rammarico per un episodio discografico rimasto un unicum, il lascito di un act tra i più promettenti del nostro panorama che ben presto assunse lo status di band di culto.
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11
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Ottima fantasia compositiva, varietà ritmica, melodie azzeccate e Originalità in un periodo dove imperava il norsk black metal con band tutte uguali e senza un minimo di idee personali.
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10
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Ricordo questa band, spinta anche dalla mitica Suffocation Prod. Che fine hai fatto, Ivan? |
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9
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X Luca..... Me lo sono riascoltato ieri sera, ed in effetti non è come ricordavo. Il songwriting è vario ed ispirato. Vabbè.. A volte la memoria fa brutti scherzi. Però riguardo agli intermezzi fichi ricordavo bene. |
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8
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Peculiare . Mi è piaciuto . Voto 9 . |
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@galilee.. canzoni tutte identiche? Mi sa che hai sbagliato gruppo |
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Un cult del black italiano, preso appena uscito, un gran bel lavoro un po' inficiato da una produzione di basso livello...80 |
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conosco solo il demo come here with us ....pessima registrazione ....poi non so....provero' a cercare di ascoltarlo....ma le idee espresse sul nastro non erano un granche'...se ricordo bene..... |
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3
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Oh mio dio... che dire. Il dischetto in questione ce l'ho e al tempi mi era pure piaciuto, nulla di che certo, ma tra una canzone e l'altra, tutte identiche, c'erano anche degli intermezzi carini. Il disco in questione fu Comunque ben pubblicizzato visto che qualcuno della band faceva parte di qualche rivista specializzata importante del settore. Anyway meglio di tante altre porcherie. Dovrei comunque riascoltato bene. Saranno almeno 20 anni che non lo sento. |
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Infatti lo scorso Dicembre abbiamo recensito un loro concerto |
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Dio mio che perla è stata rispolverata.. grandissima band che sembra si sia riformata.. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Beltane's Night 2. Pregnant Whore 3. Intermezzo I 4. Me a Morte Libera Domine 5. Intermezzo II 6. The Age of Apotheosis 7. Intermezzo III 8. Sursum Luna (Funesta Trilogia) 9. Intermezzo IV 10. Stigmata 11. Intermezzo V 12. Pagan Joy 13. Finale
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Line Up
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The Old Nick (Voce) Luca (Chitarra, Tastiera) Fabban (Basso) Rodolfo (Batteria)
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RECENSIONI |
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