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19/04/24
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Kosmik Boogie Tribe - We`re Not Here to Fuck Spiders
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29/04/2018
( 657 letture )
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Di baffi impregnati di birra, capelli unti e corpi maschili sudati vibrano le note di We’re Not Here to Fuck Spiders, terzo lavoro in studio dei Kosmik Boogie Tribe, band che condivide membri con Lonely Kamel e The Good the Bad and the Zugly. Autori di un rock’n’roll composto ed energico, i ragazzacci norvegesi assemblano un vero e proprio condensato di sconcezze e testosterone: la band si rifà a capisaldi quali Motorhead, MC5, Turbonegro e primi Black Flag, il tutto centrifugato in un misto di punk, garage, hard rock e noise. Una paletta di influenze vasta quanto centrata attorno alle stesse caratteristiche di base: rumore, immediatezza e attitudine.
We’re Not Here to Fuck Spiders si compone di una manciata di brani semplici e catchy, per non dire irresistibili: i Kosmik Boogie Tribe pescano da un bagaglio antico, ma per questo universale, che coinvolge l’ascoltatore facendo leva su formule già sentite e dalla presa sicura. Gli invarianti del genere sono qui sapientemente mobilitati in un impasto che sfoggia tutte le proprie influenze, allo stesso tempo unite in un tutto coerente e coeso. Il fil rouge che unisce i vari episodi è chiarissimo, ma ogni elemento emerge singolarmente creando un costante equilibrio fra particolarismo e globalità. Creatures of Habit parte all’assalto dell’ascoltatore, con un riffing dal sapore rock’n’roll ed un basso tonante che richiamano alla mente una versione light dei Motorhead. The Rat e Looking out for Number One esplorano invece il lato più punk dell’album, avvicinandosi a band dei Settanta come i Chelsea, con una bella dose di grasso in più. I bpm restano alti per I’ve Had Enough of You, che nel finale si lascia andare in un deragliamento noise, e We’ve Got the Cash, due canzoni rock’n’roll energiche e polverose. Optical Migraine e Pablo Was Here calano invece il ritmo: il primo è un massiccio hard rock di strada, mentre il secondo è forse il brano che, con i suoi quasi sette minuti, coniuga al meglio tutte le facce della band. I brani poggiano su di un riffing snello, basilare e tremendamente efficace, e su di una batteria piuttosto semplice. Diversi musicisti si alternano dietro al microfono, sfoggiando di una buona paletta di voci sguaiate che si adattano perfettamente alla sudicia strumentale. Strumentale in realtà meno becera di quanto possa sembrare: basti guardare gli innumerevoli e piuttosto indovinati lead di chitarra, il basso presente e particolarmente agile o il cambio di tempo in Piss, Punk and Pie. L’album ha un suono volutamente grezzo e molto “live”, enfatizzato anche dai riff di chitarra suonati a metà all’inizio di alcuni brani, trovata un poco pesante ma efficace. La produzione rumorosa e sferragliante contribuisce alla genuinità del contenuto, mentre la dimensione testuale aggiunge una coltre di volgarità unticcia che completa il quadro.
Per tutti questi elementi, il terzogenito di casa Kosmik Boogie Tribe si posiziona saldamente come miglior capitolo della discografia della band di Oslo. Pur muovendosi nelle stesse coordinate dei precedenti, We’re Not Here to Fuck Spiders riesce per la prima volta a raggiungere il perfetto equilibrio fra le sue parti. I Kosmik Boogie Tribe non sono certo un gruppo d’avanguardia, ma l’album appare fresco e personale. Soprattutto, le canzoni colpiscono l’ascoltatore alla pancia con un suono caldo, sporco e solare, colonna sonora perfetta dell’estate che si annuncia.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Creatures of Habit 2. Optical Migraine 3. We’ve Got the Cash 4. Pablo Was Here 5. Looking out for Number One 6. I’ve Had Enough of You 7. The Rat 8. Piss, Punk and Pie
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Line Up
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Thomas Brenna (Voce) Erik Melstrøm (Chitarra, Cori) Morten Lunde (Chitarra, Cori) Vegard Strand Holthe (Basso) Magne Vannebo (Batteria, Cori)
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RECENSIONI |
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