|
29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
|
|
Dead Meat - Preachers of Gore
|
02/05/2018
( 549 letture )
|
Inizia così, con un intro angosciante e una copertina di cui la sanguinosa prospettiva ricorda forse un po’ troppo quel Blood Fetish dei Putrid Pile, l’album di debutto dei portoghesi Dead Meat. Partiamo subito da un presupposto scomodo ai più: di nuovo, Preachers of Gore non porta nulla. Funge oserei dire da tributo a tutti i sottogeneri più estremi del death metal, che da vero e proprio innovatore. Le influenze sono notevoli: brutal, slamming, goregrind (da quest’ultimo proviene l’estrema indecenza di titoli e tematiche delle canzoni).
È insomma pescando un tantino da qui e un pochino da lì che il quartetto di Castelo Branco riesce a confezionare il proprio prodotto. Il risultato è dato da una commistione di blast beats velocissimi, un grande e sapiente uso dei piatti, armonici artificiali, cambi di tempo, chitarrone ribassate e un basso che forse nemmeno un defibrillatore riporterebbe in vita. Di assoli e varie parti solistiche nemmeno il più timido accenno, e questo dispiace perché la cosa avrebbe costituito un notevolissimo arricchimento. Nel complesso però ha il potere di non annoiare, forse in virtù della sua breve durata (35 minuti). Qualche sorpresa ci viene offerta in modo del tutto inaspettato, come ad esempio la melodia in vibrato che impegna le chitarre nella titletrack Preachers of Gore o una batteria particolarmente ricca in Symphonies of Impalement. I punti a sfavore sono però troppi: la voce per esempio, immobile su di un cantato eccessivamente statico, bloccato in un growl privo di dinamiche armoniche che tenta disperatamente di salvare il suo operato tramite veloci ritmiche e l’impiego, di tanto in tanto, di qualche pig squeal. Vi è poi la già accennata questione del basso: perché non è stato dato sufficiente spazio a uno strumento così importante? E poi, la mina finale: l’assenza di ogni forma d’assolo. La produzione tutto sommato è buona, la si apprezza dopo qualche ascolto, non essendo immediata per alcune scelte compiute. Il suono della batteria, ad esempio, non è esplosivo come ci si aspetterebbe da un album di tal calibro.
L’album arriva alla sufficienza senza problemi, e si merita magari un più, ma è davvero tutto qui. Qual è la reale paura? È che molto probabilmente questo disco rappresenti un punto d’arrivo più che un punto di partenza. Sì, perché sebbene Preachers of Gore sia l’album di debutto dei Dead Meat, essi esistono comunque dal lontano 1993! Tra continui demo, EP, compilation e ripetuti cambi di formazione essi sono lentamente arrivati al presente con un full-length. Ma quanto hanno realmente da dire?
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Intro 2. Die with Open Eyes 3. Sublime Gorgeousness of Infected Corpse 4. Sliced in Pieces 5. Fluids from the Infected Urethra 6. Stab in the Neck 7. Preachers of Gore 8. Good Clean Cut 9. Symphonies of Impalement 10. Sex, Torture & Depravation 11. Killing People
|
|
Line Up
|
Dinis (Voce) Josen (Chitarra) Jacinto (Chitarra) Gabriele (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|